CULTURA E SAPERE

RIFLESSIONI DI PASQUA


In questi giorni che tutti si preparano alla Pasqua, spesso mi chiedo (ammessa la verità storica della figura di Cristo) chi principalmente abbia avuto interesse a far condannare Cristo alla crocifissione, se gli Ebrei del Sinedrio (con a capo i farisei ) oppure se si sia trattato di una specie di complotto dei Romani.Le responsabilità precise in questa condanna non sono chiarissime, anche perchè Gesù, con la sua predicazione, poteva benissimo essere divenuto assai scomodo per i Romani, che avevano fondato il loro Impero su principi ben lontani dal cristianesimo;di conseguenza i governatori romani temevano che Cristo fosse un fomentatore di rivolte, un elemento pericoloso per la stabilità politica.Dai Vangeli sembra però che la responsabilità cada più che alro sui vertici del Sinedrio (sommi sacerdoti e scribi ), ma ciò potrebbe anche essere il frutto di una polemica antigiudaica sorta molto dopo Gesù stesso, considerato anche che Cristo intratteneva anche rapporti abbastanza amichevoli con alcuni esponenti del Sinedrio.Siccome i Vangeli risentono in parte dell'ambiente culturale romano, non sarebbe stato molto conveniente presentare Roma in una luce troppo negativa.L'ipotesi più probabile i Romani, con i governatori che, accordandosi con alcuni esponenti del Sinedrio (Caifa in primis ), hanno progressivamente messo in cattiva luce Gesù, facendolo apparire come un personaggio pericoloso, fino a esercitare pressioni fortissime per farlo condannare.A mio avviso senza l'ostilità romana Gesù non sarebbe stato processato.Flavio e Tacito ed altri ci restituiscono un periodo storico in cui rivolte, guerriglie
e insurrezioni erano all’ordine del giorno. Inoltre bisogna avere una precisa identificazione di Gesù e a quale fazione appartenesse.Intanto di certo era un messianista, attendeva il regno di Dio, ma il messianismo era abbracciato da diversi ordini religiosi, da certa parte dei farisei, dagli esseni, gli zeloti erano ferventi messianisti, e non finisce qui. Qualche storico sostiene che Gesù, a motivo delle frange del vestito e di altre caratteristiche dottrinali fosse un fariseo, e negli stessi farisei vi era una fazione messianista in opposizione all’altra fazione. C’era chi predicava un tipo di dottrina più pura e più di sostanza contro i formalismi più legati a quelli del Tempio.E anche per questo molte delle cose che Gesù dice nei confronti dei farisei lasciano pensare che fosse di questo fariseismo in opposizione (guardatevi dal lievito dei farisei, voi non fate come gli ipocriti, ed altri).Dai Vengeli emerge che Gesù trovava sempre più affiliati e seguaci, tanto da diventare comunque pericoloso sia per chi deteneva il potere sacerdotale sia per i
Romani che con questo avevano anche stipulato degli accordi per una pacifica convivenza col popolo dominato.I sediziosi non erano molto ben visti nemmeno dalla popolazione locale che pur di avere un periodo di pace accettava la dominazione straniera, senza contare che al periodo i Romani erano talmente tolleranti verso gli altri culti che agli ebrei accordavano diverse cose per andare incontro alle loro esigenze di culto. Riguardo al sabato ad esempio rispettavano i loro usi, evitando di pretendere che impegnassero questo giorno in lavori o incombenze.Accordarono diverse agevolazioni che ora non ricordo, comunque tra la popolazione c’era del malcontento. I briganti, gli zeloti, i sicari di cui racconta Flavio creavano disordini ed erano malvisti anche da altri ebrei.Quindi se Gesù come sembra di capire fosse stato di una di queste fazioni messianiste, in opposizione alla casta sacerdotale del tempio e in cerca di pecorelle che si erano smarrite dietro la sempre più diffusa ellenizzazione e collusione col potere romano poteva avere anche diverse inimicizie tra il popolo, tra i romani e tra i sacerdoti. Anche se allo stesso tempo poteva godere di appoggi, a parte che tra i romani, tra gli stessi ambienti ebraici.Chiunque poteva guardare a Gesù con la paura di vedersi sottrarre il potere, o come una persona che poteva aiutare a ribaltare il potere del periodo e prenderne il posto.
Gesù aveva presentato il suo programma nella sinagoga di Nazaret, servendosi di un testo di Isaia che parlava dei poveri, dei prigionieri, dei ciechi e degli oppressi (Is 61,1-2) e che rispecchiava la situazione della gente di Galilea al tempo di Gesù. In nome di Dio, Gesù prese posizione e definì la sua missione: annunciare la Buona Novella ai poveri, proclamare la liberazione ai prigionieri, la vista ai ciechi, restituire la libertà agli oppressi. Terminata la lettura, attualizzò il testo e disse: “Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi!” (Lc 4,21). Tutti i presenti rimasero ammirati (Lc 4,16-22ª). Però ci fu subito dopo una reazione di discredito. La gente nella sinagoga rimase scandalizzata e non ne volle sapere di Gesù. Diceva: “Non è il figlio di Giuseppe?” (Lc 4,22b) Perché rimasero scandalizzati? Qual è il motivo di quella reazione così inaspettata? 
• Perché Gesù citò il testo di Isaia solo fino a dove dice: "proclamare un anno di grazia del Signore", e taglia la fine della frase che dice: “e proclamare un giorno di vendetta del nostro Dio” (Is 61,2). La gente di Nazaret rimane meravigliata perché Gesù omette la frase sulla vendetta. Loro volevano che la Buona Novella della liberazione degli oppressi fosse un’azione di vendetta da parte di Dio contro gli oppressori. In questo caso, la venuta del Regno non era che un cambiamento superficiale, e non una mutazione o conversione del sistema. Gesù non accetta questo modo di pensare. La sua esperienza di Dio Padre lo aiuta a capire meglio il significato delle profezie. Toglie di mezzo la vendetta. La gente di Nazaret non accetta questa proposta e comincia a diminuire l’autorità di Gesù: “Non è costui il figlio di Giuseppe?”• Luca 4,24: Nessun profeta è ben accetto in patria. La gente di Nazaret era gelosa dei miracoli compiuti da Gesù a Cafarnao, perché non ne aveva compiuti a Nazaret. Gesù risponde: “Nessun profeta è ben accetto in patria!” Nel loro intimo non accettavano la nuova immagine di Dio che Gesù comunicava loro mediante questa nuova interpretazione più libera di Isaia. Il messaggio del Dio di Gesù oltrepassava i limiti della razza dei giudei e si apriva per accogliere gli esclusi e tutta l’umanità.• Luca 4,25-27: Due storie dell’Antico Testamento. Per aiutare la comunità a superare lo scandalo e a capire l’universalismo di Dio, Gesù si servì di due storie ben conosciute dell’Antico Testamento: una di Elia e l’altra di Eliseo. Mediante queste storie criticava la chiusura della gente di Nazaret. Elia fu mandato dalla vedova straniera di Sarepta (1 Re 17,7-16). Eliseo fu mandato ad occuparsi dello straniero della Siria (2 Re 5,14). • Luca 4,28-30: Volevano gettarlo dal precipizio, ma egli se ne andò. Ciò che Gesù disse non calmò gli animi, anzi! L’uso di questi due passaggi della Bibbia produsse ancora più rabbia. La comunità di Nazaret giunse al punto di voler uccidere Gesù. E così, nel momento in cui presentò il suo progetto di accogliere gli esclusi, Gesù stesso fu escluso! Ma lui manteneva la calma! La rabbia degli altri non riuscì a fargli cambiare strada. Luca indica così che è difficile superare la mentalità del privilegio e chiusa in se stessa. E mostrava che l’atteggiamento polemico da parte dei pagani esisteva già al tempo di Gesù. Gesù ebbe le stesse difficoltà che ebbero le comunità ebree al tempo di Luca.
Inoltre Cristo significa Messia e nulla vieta che il messianismo fosse reso in greco con cristianesimo, io sono di questo parere, i cristiani erano tutta quella parte di ebraismo, dagli zeloti (e tra i seguaci di Gesù ve ne erano almeno un paio) gli esseni (si ha credo la certezza che Giovanni il Battista lo fosse), dai farisei, che forse lo era lo stesso Gesù, i cristiani remavano con le buone e con le cattive per sovvertire l’ordine che si era creato, arruolando tra le propria fila gli scontenti e gli oppressi, e tra i nemici i beneficiati e i soddisfatti dello status quo.Gesù fù condannato dai Ponzio Pilato anche per andare incontro alla richiesta di benessere da parte degli stessi ebrei Sacerdoti, Erode e affiliati. 
Successivamente altri messia continuarono a spuntare e continuarono a esser messi a morte, ma di quelli nessuno parlò più. La revisione in chiave paolina di un messia già venuto e morto per la salvezza di tutti sembrò essere anche la via d’uscita per queste continue lotte nei territori occupati dai Romani.