CULTURA E SAPERE

CENNI STORICI DEL GLORIOSO ORDINE TEMPLARE


 Gli accusatori dell’ordine templare, avevano individuato, questa particolare "Divinità", in una "Testa Barbuta" dagli "Occhi di Carbonchio"; dal punto di vista etimologico, la spiegazione, più plausibile sembra essere la corruzione della parola "Maometto", perché le moschee erano chiamate "Baphomeris". Tale idolo potrebbe essere un chiaro richiamo pagano come dimostra il Bafometto sul "Portale della Chiesa di Saint-Merry" a Parigi e su quello della chiesa di "Sainte-Craix a Provins": un grazioso diavolo barbuto, con corna, alato, con artigli ed ermafrodita.Ermafrodita è la figura presente nella grotta dei Cavalieri Templari (presso Padova) costruita in funzione d’iniziazioni con battesimi dell’acqua e del fuoco. Una figura androgena, dal sesso maschile e seno ben sviluppato testimonia il dualismo esistente nell’universo: maschile/femminile, cielo/terra. I Cavalieri Templari avevano stretto rapporti con la "Setta degli Assassini", un "Gruppo Iniziatico Ismailita" che adorava una "Misteriosa divinità" chiamata Bafometto. Per alcuni il Bafometto altro non sarebbe stato che il "Santo Graal". Alcuni lo indicarono come una testa d’uomo conservata mediante trattamento a base d’erbe e aromi, con la caratteristica di poter concedere oracoli una volta interpellata. I Cavalieri Templari, quindi, secondo i loro accusatori, avrebbero adorato il "Profeta della Religione Islamica". Per quest’accusa le prove furono che alcuni frati serventi e monaci ignoranti avevano sicuramente visto delle teste barbute venerate dai loro confratelli, ma si trattava probabilmente di teste di santi raccolte in appositi reliquiari. In alcuni sigilli dei Cavalieri Templari sono raffigurate alcune teste barbute che, con tutta probabilità, si riferiscono al volto di Cristo; in una deposizione, il "Templare Raynier de Larchant", interrogato il 20 ottobre 1307, affermò di aver visto il Bafometto una dozzina di volte e che prima dell’arresto dei Cavalieri Templari era conservato presso il "Tempio di Parigi". L’idolo fu descritto come una "Testa Barbuta", tutti i cavalieri l’avrebbero "Baciata, Adorata e Chiamata Salvatore", anche se non si comprende se fosse un’effigie dipinta, una scultura o una "Testa Vera Imbalsamata". I membri dell’ordine,
molto probabilmente adoravano il "Volto del Cristo" e sembra certo che in alcune "Precettorie" si conservassero copie dell’impronta sul lenzuolo, sull’esempio dell’"Acherotipa di Edessa" e della stessa Sacra Sindone, portata in Occidente, come abbiamo già avuto modo di porre in luce, dai Cavalieri Templari. Furono trovate alcune raffigurazioni che sono tuttora inspiegabili e possono generare ipotesi di culti di tipo gnostico praticati segretamente da alcuni Cavalieri Templari. Altre figure, in alcune sculture hanno caratteri tipicamente androgini. Essi, in sostanza, avevano il Sesso Maschile e seno abbondantemente sviluppato, a testimoniare ancora una volta il dualismo esistente nell’universo, il maschile e il femminile, il cielo e la terra, e la "Stessa Androginità del Creatore", al tempo stesso uomo e donna. Un altro capo d’accusa contro i Cavalieri Templari, fu quello di praticare la "Sodomia". Cosa che in quel periodo storico era praticata da una buona parte del clero e dei monaci. Inoltre se alcuni Cavalieri Templari praticavano la sodomia non per questo, era colpevole tutto l’Ordine. Inoltre il bacio dato sul fondo schiena, non aveva nulla di blasfemo. Nelle religioni orientali è proprio in quel punto che trova posto la "kundalini" il "Centro delle Forze Vitali dell’uomo". È probabile dunque che il bacio dato in quel punto avesse un carattere simbolico. Per quanto riguardava l’accusa di rinnegare Cristo e sputare sulla croce prima di essere ammessi nell’Ordine bisogna dire che anche il "Gran Maestro Jacques de Molay" dichiarò che al momento della sua ammissione il "Fratello Humert" fece "portare una Croce di Bronzo su cui era la figura del Crocefisso e m’ingiunse di Rinnegare il Cristo rappresentato su quella Croce". Hugues de Pairaud ammise circostanze analoghe. Egli, infatti, disse: "Poi il fratello Giovanni mi mostrò una croce con l’immagine di Gesù Cristo e mi disse di rinnegare colui che era raffigurato in tal modo e di sputare sulla croce…"; anche Goffredo de Charney, "Precettore di Normandia", che morì sul rogo con Jacques de Molay, disse: "mi fu recata una croce con l’Immagine di Gesù Cristo e il fratello Almarico mi disse di non credere in colui che vi era rappresentato, poiché era un falso profeta e non Dio".
Analoghe dichiarazioni furono fatte anche da Goffredo di Gonneville, "Precettore di Aquitania" e Poitou, e da Rinaldo di Tremelay, "Priore del Tempio di Parigi. E’ di massima importanza comprendere il fatto che, sempre secondo gl’interrogatori, non era rinnegata la croce in se stessa, ma piuttosto, colui che era rappresentato su di essa. I Cavalieri Templari, in buona sostanza, secondo le testimonianze raccolte, avrebbero distinto, tra un Cristo, indubbiamente di origine divina, da un altro, evidentemente umano, mandato a morire sulla croce. Ugo De-Pagani e i suoi compagni, nei sotterranei del Tempio di Salomone, trovarono qualche documento che raccontava una "Verità Inconfessabile" sulla "Vera Natura" del loro Dio. I Cavalieri Templari, infatti, proprio grazie a tutto ciò, devono aver avuto, profonde conoscenze nel "Campo dell’Occulto" che usarono anche per costruire le immense cattedrali gotiche. La società medievale, infatti, aveva ben due livelli d’"Espressione Esoterica": uno più basso e popolare e un altro più elevato, dove, solamente chi possedeva certe nozioni poteva arrivare a comprendere il "Complesso Messaggio Teologico" o le "Tacite Allegorie Morali". Questo simbolismo fu espresso tanto nelle piccole chiese dei Cavalieri Templari come nelle grandiose cattedrali gotiche. È chiaro, quindi, che i Cavalieri Templari ebbero il proprio esoterismo. Il pentagono rovesciato, quindi, cosi come il demone Baphomet, (Bafometto), potrebbero essere il retaggio di un’"Antica Scienza Segreta", ostracizzata dallo strapotere della "Chiesa Romana", perché, spiega ancora oggi, verità troppo scomode.L’origine dell’"Architettura Gotica", in altre parole lo stile architettonico, che maggiormente servì per costruire i cosiddetti "Libri di Pietra", (di cui abbiamo già parlato), è, in realtà, un punto controverso. Questa "Particolare Tipologia di Costruzione", infatti, differentemente dallo "Stile Romanico", che fu una "Tecnica Policentrica"; senza, quindi, una "Precisa Patria d’Origine", ha il "Suo Principale Luogo di Fioritura", nel nord della Francia. La costruzione dell’"Abazia di Saint-Denis", ad’opera dell’"Abate Sugerio" intorno al 1140, è considerata, infatti, assieme alla "Cattedrale di Sens", il "Primo Vagito" di questo "Nuovo Movimento Artistico" che, molto rapidamente, si diffuse, prima nel cosiddetto "Ile-De-France", poi in tutta Europa. Esso, però, incontrerà, significative resistenze, come abbiamo già visto, soltanto in Italia con la basilica di colle-maggio. L’"Arte Gotica", cosi come quella romanica, anch’essa era caratterizzata dalla "Volta A-Crociera" dall’"Arco A-Sesto Acuto"; a differenza, però, dello stile romanico, questi elementi erano inseriti in un sistema più logico e coerente. Quali sono stati i mezzi, è necessario chiedercelo, di un "Semplice Abate" per ristrutturare, in maniera cosi maestosa, il "Coro" della propria abazia? Sugerio, secondo delle fonti molto accreditate e già citate in precedenza, molto probabilmente, ebbe contatti con i templari di ritorno dalla terra santa. Quest’ultimi, infatti, avrebbero portato segretamente alcuni documenti molto importanti, che come si già posto in luce, erano nascosti sotto le rovine del tempio di Salomone e che traccerebbero il "Perfetto Metodo di Costruzione" con il quale si sarebbe edificato anche il suddetto tempio. La perfetta fusione tra questo metodo e la cosiddetta "Arte Circestense", infatti, potrebbe aver fatto nascere, secondo gli esperti, l’architettura gotica. L’"Apparentamento" tra i circestensi e i templari, è dimostrato, principalmente, anche dal medesimo tipo d’"Ordine Gerarchico" e dal fatto che uno dei membri più importanti dell’"Ordine Circestense", "Bernando da Chiaravalle", nel 1127, scrisse la "Regola dei Templari" e la presentò al "Concilio di Troyes". Un anno dopo questo particolare evento, per l’"Ordine dei Cavalieri del Tempio", inizierà il consolidamento e l’espansione del loro "Grande Potere" in tutto il mediterraneo.  Nel 1191, infatti, "Innocenzo III", disse di loro: "Consacrati al Servizio dell’Onnipotente, vanno Considerati parte della Cavalleria Celeste". I progettisti dell’arte gotica, infatti, sembrerebbe proprio per simboleggiare, la particolare connotazione dei loro più grandi ispiratori, costruirono delle opere che fossero una sorta di ponte tra cielo e terra. In questa tecnica costruttiva, infatti, completamente innovativa per quei tempi, nulla era lasciato al caso. Tutto ciò è dimostrato dal fatto che ogni cosa, in questa determinata espressione artistica, segue un preciso ordine basato, principalmente, su "Particolari Sinergie", soprattutto di luci, che sono prodotte dal proiettarsi del sole sulle molte vetrate di questi nuovi edifici dal carattere monumentale. Un’altra caratteristica fondamentale, di questa nuova tipologia di costruzioni, sono le molte inconsuete "Allegorie Bibliche" ottenebrate nelle strutture di tal genere. La differenza
più sconvolgente del gotico rispetto al romanico è determinata dalla scomparsa delle enormi e spesse "Masse Murarie", tipiche dello "Stile Romanico". Il peso della "Struttura Gotica", infatti, era completamente distribuito, su una "Intrigata Serie" di "Strutture Secondarie", che complicarono secondo una precisa logica, l’"Aspetto Esterno" degli edifici; nacquero, così, le cosiddette "Pareti di Luce", create ad’arte da "Magnifiche Vetrate" che, come si è già detto, creavano un "Bellissimo Gioco di Luci". La complessa composizione delle vetrate, era corrisposta all’esterno, da un intrigato sistema di "Elementi Portanti". Tale sistema era formato, principalmente, dai cosiddetti "Pilastri a Fascio", altrimenti chiamati, "Polistili". Essi erano un tipo di sostegno della struttura a "Sezione Complessa", spesso "Polilobata". Il pilastro appariva composto da un insieme di colonnette sottili. Nell’architettura gotica, dov’era largamente utilizzato, spesso alcune di queste colonnette proseguivano senza soluzione di continuità fino al soffitto, raccordandosi con i "Costoloni" degli "Archi Trasversali" delle "Volte a Crociera". Questi particolari piloni, in sostanza, si dipanavano in un complesso reticolato di contrafforti completamente differente, anche perché più ampio, da quello romanico. Gli "Archi Rampanti", i "Pinnacoli", gli "Archi di Scarico", i "Piloni Esterni" sono, infatti, tutti "Elementi Strutturali" che supportavano e indirizzavano le strutture di tal genere spingendole dal basso verso l’alto e scaricavano, al suolo, il peso dell’intero edificio. Questa nuova tipologia di costruzione, infatti, per riuscire ad’eliminare progressivamente, tutti i cosiddetti "Muri di Riempimento", sfruttava la forza delle suddette strutture secondarie che si collocavano ai lati della parte principale del santuario in questione. La straordinaria capacità degl’"Architetti Gotici", però, non si esauriva in una "Mera Struttura Statica".I nuovi edifici, infatti, liberati dall’"Ingombrante Presenza" dei muri di riempimento, si svilupparono, come si è già accennato, tutti verso l’alto fino ad’arrivare a toccare altezze, per quell’epoca, inimmaginabili. Lo sviluppo in verticale di edifici religiosi, in realtà, si era già verificato in Inghilterra e in Normandia. Un altro elemento molto importante, nelle strutture gotiche, era il cosiddetto "Rosone". Il rosone era collocato, sia all’interno della struttura romanica, sia in quella gotica. Esso, ancora oggi, è un "Elemento Decorativo" molto importante; posto, solitamente,
su uno dei lati della "Navata Centrale", è un tipo di grande finestrone a forma circolare che ha il compito d’irradiare la luce solare verso l’altare. Il termine rosone deriva dalla parola "Rosa". Questo particolare elemento, infatti, non è altro che una "Riproduzione Stilizzata" di questo particolare fiore che, fin dall’epoca degli greci, è stata sempre associata alla "Bellezza Femminile". In epoca cristiana il "Simbolo della Rosa" si è spiritualizzata ed è diventata associabile all’immagine della cosiddetta "Vergine Maria" e alle "Litanie del Rosario". Le tipologie di rose o di rosoni, ovviamente possono essere differenti; esistono, infatti, rose con più petali. Nel caso di "Sei Petali", la rosa diventa associabile anche al cosiddetto "Santo Graal" e per tale motivo con i templari. La costruzione di luoghi, per la "Pratica dei Culti Religiosi", nel corso della "Storia Umana", è stata sempre, fin dall’antichità, una "Questione Prioritaria" per qualsiasi tipo di governo; perché, come diceva, nei suoi scritti, Karl Marx: "La Religione è l’Oppio dei Popoli". La "Continua Somministrazione", di questo particolare tipo di "Droga", ha sempre imposto, infatti, la "Consacrazione" di "Nuovi Luoghi" preposti per l’"Adorazione" dell’"Idolo" di turno. L’evoluzione della "Civiltà Umana", in sostanza, così lenta ma inesorabile, esigette, man mano che si realizzava, "Santuari" sempre più grandi e imponenti. Questi particolari luoghi, infatti, dapprima, erano soltanto delle "Semplici Costruzioni di Legno" o magari dei "Semplici Simulacri" attorno a un semplicissimo albero; inseguito, con un profondo consolidamento della "Piramide Sociale", iniziarono ad’essere costruiti veri e propri "Edifici Religiosi" con "Antiche Tecniche di Costruzione" di cui, molto fortunatamente, ne possiamo godere, ancora oggi, i "Bellissimi Risultati" in tutto il mondo. Nell’edificazione di queste "Enormi Costruzioni", i vari popoli della terra, sfruttarono, com’è sempre accaduto nella Storia, tutta la loro cultura. Tutti i cosiddetti "Edifici Sacri", di "Antica Fattura", infatti, non sono altro, che una "Riproduzione Tangibile" della cultura umana e religiosa di un determinato popolo. Molte volte, però, le varie generazioni di artefici, di questi "Magnifici Monumenti Culturali", si sono ispirate per le loro creazioni, al medesimo retroterra culturale. Esse, infatti, sono state in grado di comprendere l’"Essenza Profonda" delle esperienze del passato e di usarle per creare qualcosa di completamente nuovo e meraviglioso. Gli "Antichi Romani", per esempio, si sono ispirati alla "Civiltà Greca" e a quella etrusca; si dice, infatti, che "La Grecia Conquistata, Conquistò Roma".L’avvento dell’"Epoca Cristiana" fece diventare, molti cosiddetti "Templi pagani", con la "Semplice Aggiunta" di un crocifisso o magari di una statua, in "Chiese Cristiane". Molte "Comunità Cristiane", all’inizio della propria Storia, per riuscire a far avvicinare le persone alla "Nuova Religione", dovettero effettuare, necessariamente, accettare una particolare, ma inevitabile, tipologia di compromesso: fondere la "Cultura Giudaico-Cristiana" con elementi di "Religioni Pre-Cristiane". I risultati di questa "Particolare Sintesi Culturale" dipendevano, in buona parte anche, dal tipo di rapporto che c’era tra i "Luoghi di Nascita" della "Nuova Cultura Orientale" e quelli di innesto. Il tipo di forza di questo particolare tipo di legame determinava la conformazione di una qualsiasi opera. Tutte le differenti tipologie di edificio, per buona parte della nostra Storia, hanno, infatti, seguito il medesimo schema. La progettazione di gran parte degli edifici religiosi, dell’intero medioevo, infatti, non fa eccezione a questo tipo di regole. Questo "Particolare Canovaccio di Costruzione", dopo la "Prima Crociata", fu ampiamente approfondito grazie, soprattutto, alla scoperta, da parte dei cavalieri templari, di alcuni documenti riguardanti le "Leggi Divine dei Numeri, dei Pesi e delle Misure", che secondo alcune fonti storiche molto accreditate, erano stati trovati sotto le rovine del tempio di Salomone e consegnate, in gran segreto, ai "Fidati Maestri Costruttori di Cattedrali". Le "Grandi Cattedrali Gotiche", infatti, proprio per tale motivo, (forse), erano soprannominate i "Libri di Pietra". Questi grandi costruttori, sempre secondo fonti molto accreditate, avrebbero, com’è stato già precedentemente posto in luce, costruito anche la Città dell’Aquila che sarebbe la "Città Gemella" di Gerusalemme. Una prova a sostegno di questa particolare tesi sarebbe nella corrispondenza, della posizione geografica dell’Aquila, con la posizione geografica di Gerusalemme. Il cosiddetto "Monte del Tempio", infatti, che è situato a nord della cosiddetta "Città Santa", sempre secondo gli esperti, ha la stessa posizione geografica che ha l’altura, in cui è situata la "Chiesa di Santa Giusta", rispetto L’Aquila. Il "Monte degli Ulivi" di Gerusalemme, infine, può essere messo in relazione con la posizione geografica con il "Colle Aquilano" della "Basilica di Colle-Maggio". I "Misteri Aquilani", però, non finiscono qui. Essi, infatti, sembrano trovare il loro "Punto Focale", proprio, nella Storia della basilica di colle-maggio. Essa, infatti, sembra essere, sempre secondo gli studiosi, uno di quei libri di pietra di cui abbiamo già parlato prima. Questa particolare costruzione, infatti, è una delle opere architettoniche più grandiose del capoluogo abruzzese. Fatta costruire nel 1287 per volontà dell’"Eremita Pietro da Morrone", sul cui "Sacrato", fu incoronato papa il 29 agosto del 1294, risente fortemente dell’"Architettura Romano-Gotica Abruzzese" per il prevalere dei piani, soprattutto, nella facciata unitaria e imponente che costituisce la "Vera Sostanza Monumentale" di tutto l’edificio. La "Pietra Locale" di rivestimento bianca e rosa, in un gioco policromo e geometrico, incastona i tre portali con i rispettivi rosoni di raffinata fattura, tutti databili intorno al 1440. Di questi interessantissimi per
varietà di composizione e decorazione sono il portale e il rosone centrale. Nel primo d’impostazione fortemente romanica, si riscontrano motivi gotici, dati dai timpani cuspidali dalle colonnine tortili e dai pinnacoli. Anche l’archivolto, a tutto senso, rigorosamente romanico, è scandito da cinque ritmi a semiluna realizzati in leggero stile gotico. La medesima tecnica di costruzione è stata usata per realizzare delle "Figure Angeliche", tortiglioni vagamente scanalati, foglie, fiori e animali; sotto la lunetta originale con affrescata la Madonna col Bambino. Il rosone, un vero delicato merletto, sta in posizione principe rispetto ai due laterali sulla facciata. Questa ripartita geometricamente da cornici e lesene, presenta una caratteristica peculiarità dovuta alle maestranze comacine che la realizzarono: la simmetria del terzo laterale sinistro più stretto rispetto a quello destro produce da lontano, l’"Effetto Ottico di Simmetria" altrimenti improponibile. Sul fianco sinistro della Basilica, dei caratteri spiccatamente romanici è situata la "Porta Santa", varcata da "Celestino V" il giorno della "Sua Consacrazione". Il "Nuovo Papa", non si sa ancora bene perché, istituì, dopo la sua incoronazione, la cosiddetta "Perdonanza": un atto per il quale chiunque entri nella "Basilica Aquilana", ancora oggi, ogni anno il 28 agosto, se sinceramente pentito e confessato, può ricevere il "Perdono dei Peccati". Nella città aquilana, infatti, dopo il corteo storico della "Perdonanza Celestiniana", la basilica apre ancora i battenti a una folta folla di penitenti. Costruita nella seconda metà del XIV secolo, presenta nella lunetta soprastante un singolare affresco degli ultimi del ‘300: in essa si riconosce la Vergine con il Figlio, S. Giovanni da un lato e dall’altro S. Pietro Celestino. L’interno solenne, si data alla metà del XIV secolo, quando cioè le originarie cinque navate furono tramutate in tre, allargando e allungando quella centrale. Il terremoto del 1703 la danneggiò gravemente: fu così ingabbiata da pesanti sovrastrutture barocche che nascondevano i poderosi pilastri ottagonali, le grandiose ogive e il soffitto a cassettoni, oggi tornati all’originario aspetto, dopo il restauro ultimo nel 1972.Degni di nota sono: il pavimento cosmatesco con disegno geometrico in pietra bianca e rossa che richiama la facciata, lo "Stemma di Celestino V", sulla "Porta Maggiore", in data 1669 e in fondo alla navata destra, il mausoleo innalzato a S. Pietro Celestino da Girolamo da Vicenza nel 1517, che ne conserva le spoglie. In seguito ai lavori di ripristino sono riaffiorati affreschi di tre scuole: quella veneta (metà secolo XIV) nelle nicchie della parete longitudinale destra, raffiguranti la Madonna tra S. Agnese e S. Apollonia, l’"Assunzione" e l’"Incoronazione della Vergine" e una "Crocifissione". La "Scuola Tosco-Marchigiana", (secolo XVI) , si trova, invece, sulla parete retrostante la facciata; e, in una nicchia della parete laterale sinistra. La scuola "Umbro-Abruzzese" tenuta da "Francesco da Montereale", allievo del cosiddetto "Perugino", la cui "Madonna col Bambino e I Santi", risale alla prima metà del secolo XVI. Dalla Basilica o direttamente dal piazzale si accede nell’"Ex Convento Celestiniano"; elegante chiostro ad arcate ogivali con annesso l’antico refettorio affrescato. E’ questo il vano più bello e rappresentativo del complesso quattrocentesco dei "Frati Celestiniani": spartita da campane con volte a crociera e rafforzate da archi a tutto sesto, è affrescata su tutta la volta e sulle pareti di fondo probabilmente dalla mano di Saturnino Gatti (sec. XVI) mentre decorate a festoni sono le costolonature terminanti con chiavi di volta, dipinte anch’ esse e suddivise dal particolare motivo di quattro aquile con le ali spiegate. Di mano e stile differente, ma pressoché della stessa epoca, è l’ affresco della parete interna dell’ ingresso con "Deposizione dalla Croce". Ex refettorio, la "Sala Celestiniana" è oggi destinata a convegni e conferenze.