TEMPO DI RUGBY

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ARCHIVIOPERCHE’ UN BLOG SUL RUGBYdi Massimo Coppa Zenari(17.8.08)In un periodo in cui tradizionalmente tutta l’Italia sembra pensare solo alle vacanze, e viene altresì bombardata da un profluvio di notizie sulle Olimpiadi in Cina, qui si dà vita ad un blog sul rugby.Perché? Perché nel nostro Paese il rugby viene seguito ancora troppo poco, ed ancora troppo poco contiamo nel mondo, anche se la selezione italiana ha fatto passi da gigante negli ultimi anni, fino ad essere ormai stabilmente annoverata tra le prime dieci nel ranking mondiale ufficiale.Io sono un neofita di questo sport straordinario (i cui appassionati sono peraltro in crescita in Italia), sport che mi aveva sempre affascinato ma che mi era sempre stato impossibile coltivare, sia perché si gioca quasi solo in realtà metropolitane, sia perché i media nostrani lo disertano regolarmente.Ho cominciato ad amare definitivamente il rugby nel momento in cui il cosiddetto “scandalo Moggi” ha dato il colpo di grazia alla mia ormai annosa disaffezione per il calcio.Ho scoperto nella palla ovale cose che da molti anni non vedevo più nel calcio: passione, impegno, grinta, senso dell’onore, sportività, lealtà ed onestà.Purtroppo questo sport è relativamente poco seguito nel mondo, e pochissimo in Italia. A ciò si aggiunga la complicatezza delle regole (peraltro in fase di riforma) ma, soprattutto, l’incredibile coacervo di competizioni, tornei, campionati disseminati nei due emisferi terrestri, con l’aggiunta di continue novità e sperimentazioni, dai tornei ai regolamenti.Inoltre, oltre al rugby a 15 (quello principale), esistono anche il rugby a 13 e quello a 7.Se consideriamo che la stampa italiana semplicemente ignora questo sport (se ne ricorda praticamente solo quando gioca la Nazionale) e, quindi, che un appassionato deve arrangiarsi con i mass media ed i siti Internet stranieri, ecco allora che si capisce quanto possano essere utili tutte le risorse: cartacee, televisive ed elettroniche.Ed a questo proposito, segnalo subito il settimanale “La Meta”, che non è una rivista filosofica esistenzialista, ma un tabloid di 24 pagine dedicato interamente al rugby. Colpevolmente, ho scoperto l’esistenza dell’unico settimanale italiano sull’argomento per puro caso e pochi giorni fa, quando in edicola occhieggiava l’ultimo numero prima di una breve pausa estiva (la prossima uscita è prevista per il 26 agosto).Questo giornale, assolutamente solitario nel suo genere nel panorama editoriale italiano, è nato appena l’anno scorso, in concomitanza con i mondiali di rugby tenutisi in Francia.Collegato a questo settimanale c’è anche il mensile “Rugby”, anche questo un caso singolare ed originale.Last, but not least, tra gli altri segnalo un blog tematico su Internet: “Rugby1823”, aggiornato ed animato da Duccio Fumero (che scrive anche su “La Meta”) e che è perfettamente accessibile e godibile anche per gli inesperti.E da oggi, se permettete, esiste anche questo “Tempo di Rugby”.