Tempus Animae

Dio benedica i quarantenni


“Quarant’anni e non sentirli…” oppure “I miei primi quarant’anni…” o ancora “I quarantenni d’oggi…” Dio mio che abisso questa età così tribolata…Quando ero ancora ventenne e studiavo lettere all’università davvero non capivo perché questo fatidico numero – il 40 – fosse così discusso, temuto, ambito, chiaccherato, tenuto in considerazione come punto di approdo e non di partenza per una vita intera…
I nostri genitori, che hanno fatto le lotte del ’68 a vent’anni, che hanno subito il terrorismo a trenta e che si sono comodamente seduti su di una economia fasulla a quaranta… loro non sanno che cosa voglia dire avere quarant’anni oggi.Dobbiamo odiarli, amarli, biasimarli, condannarli o assolverli per questo…?No lo so. Davvero non lo so.Sto troppo male per espiremere giudizi su di loro e sulla loro generazione di ipocriti italioti mafiosetti, corrotti fino al midollo e ricchioni col culo degli altri.Sta di fatto che noi - ripeto NOI – stiamo pagando tutti gli interessi dei loro errori.L’economia, la politica, la finanza sono state nelle luride mani di finti sognatori (hanno tutti tradito gli ideali del ’68) irresponsabili ed egoisti, che ci hanno guidato fino alla situazione attuale.Non possiamo pretendere una cura da loro, che sono palesemente la malattia di cui ancora oggi soffriamo.E allora? Che fare?Leggo con le lacrime agli occhi le sincere parole di una mia amica, un mia ex allieva del corso di recitazione, quando nel 1999 dirigevo assieme a mia moglie Paola l’Accademia dello Spettacolo di Milano.Simona mi scrive: “Facciamoci forza insieme, noi quarantenni ancora pieni di progetti come i quindicenni, che vedono ancora la luce in fondo al tunnel, che si rialzano dopo una brutta caduta, che dicono "NO" alle ingiustizie, e "SI" ai propri desideri e speranze... continuiamo a combattere questa nostra battaglia per la sopravvivenza di noi stessi e di quelli che amiamo. Non ci saranno perdenti nè vincitori, ma il segno che lasceremo su questa terra sarà nelle nostre azioni, nelle nostre parole, nei nostri figli che ci ricorderanno come coloro che hanno portato nella loro vita il baluardo della fenice... l'animale che ogni volta si rialza e si rigenera dalle proprie ceneri!La mia parola d'ordine è sempre CREDERE in noi stessi, in quello che facciamo, nel nostro amore, nella nostra passione.”Non avrei saputo esprimere meglio tutto il mare di sentimenti, a volte anche dolorosamente contrastanti, che mi attraversano oggi…Che Dio ti benedica, Simona e che il Signore benedica anche noi – poveri quarantenni di oggi – di volta in volta bollati come “fannulloni”, “mammoni”, “Italia peggiore” e così via…Noi quarantenni laureati che, per uno di noi che ha avuto la forza di ribellarsi o di andarsene, ce ne sono altri mille che puliscono gli uffici o rispondono al telefono di un call-center per meno di seicento Euro al mese…Noi quarantenni che ci dobbiamo sorbire una televisione fatta di veline, tronisti, raccomandati, bocchinare rifatte, finti intellettuali e vere nullità… e alla fine, a furia di mangiare tutta ‘sta merda, arriviamo perfino a dire che – in fondo in fondo – non ha poi un così brutto sapore…
Che Dio ti benedica, Simona.E che maledica invece chi ci ha ridotti così.Li maledica per sempre e nella più brutta e peggiore maniera... Cioè che li colpisca furiosamente nel solo, unico punto verso il quale questi farabutti provano una certa qual sensibilità… il conto corrente alle Cayman!