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Finalmente sbucarono in una radura e si arrestarono davanti a un casolare abbandonato. La donna scese senza bisogno di aiuto e allungando del denaro imperiosamente disse all’uomo: “Questi sono per il tuo disturbo e per il tuo silenzio. Sai quando tornare per portarmi indietro. Tieniti pronto perchè intendo compiere lo stesso tragitto ancora una volta in settimana. “Ai vostri ordini …Signora!” La bella padrona gli diede le spalle e si mosse verso la costruzione. “Devo riferire a monsignore vostro zio che la gita al convento ha subito un cambio di programma?” Si arrestò di scatto e lentamente si voltò verso quell’animale dalle fattezze umane. Gli si fece vicino e fissandolo con occhi fiammeggianti gli disse: “Vuoi forse più soldi?! Razza di bestia che non sei altro, come osi ricattarmi?! Io posso gestire della mia persona a mio esclusivo piacimento. Non ho da rendere conto di dove vada a te né ad altri. E’ chiaro?!” Gli sbatté in faccia due monete con violenza e continuò: “La miseria della tua stirpe ti costringe a servirci. Fallo bene, dunque!” Girò a quel punto le spalle e se ne andò lasciando l’uomo a guardarla torvo. Sentì la carrozza ripartire alle proprie spalle e tirò solo allora fuori dalla borsa una vecchia chiave arrugginita che inserì nella toppa del portone fatiscente e scrostato ed entrò. Un pesante odore di muffa le salì alle narici ma ella se ne inebriò aspirandolo profondamente e chiudendo gli occhi dal piacere. Sostò alcuni minuti e poi cercò con gli occhi un candeliere posato a terra presso l’ingresso. Si chinò aprendo l’ampia gonna, lo raccolse e ne accese le candele che rischiararono subito una nudità sporca e disordinata. Pochi resti di attrezzi ormai in disuso e accatastati lì aspettavano un improbabile proprietario. Chiuse la porta alle spalle e svelta e fremente varcò una soglia entrando in un ambiente totalmente buio. Dirigendosi sicura verso un giaciglio di paglia e stracci lo tastò quasi inebriata con una voluttà dipinta sul viso che non era la sua espressione tipica. Depose le luci e allentò il corpetto col respiro corto mentre restava coi seni rosei e sodi nudi. Sfilò la gonna e tolse la sottoveste di pizzo candido e due cosce abbaglianti apparvero, squisitamente modellate e morbide. Svestita, cominciò a togliersi di dosso i ricchi gioielli dono del suo protettore; gli orecchini furono deposti per terra, senza cura, accanto all’abito sontuoso e la collana di perle fu gettata alla rinfusa in un angolo della stanza......