Creato da crystaltears69 il 11/06/2007
per chi ama le cose belle

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Marzo 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
        1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30 31
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 2
 

Ultime visite al Blog

ieio72raffaellasvergolajoe_strellolounger69imperoromano2013crocus81imperoromano_mQ4passi.a.Mi.e.Rmfata_delwebgianni10022LA_FENICE_67marco_5511Inwardssophiadrakebiberon9
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

Post N° 3

Post n°3 pubblicato il 23 Dicembre 2007 da crystaltears69
Foto di crystaltears69

Tanto tempo fa nel 1500, nei dolci colli senesi, viveva una giovane cui era stato dato il nome di Lodovica.

 Languiva prigioniera in una torre:

il padre ve la teneva perché ella aveva amato un suo inferiore e pensava che in tal modo li avrebbe separati per sempre.

Lodovica  passava ogni notte ad osservare la luna, così calma e luminosa…e da essa traeva pace e  forza per sperare.

Il suo cuore sognava libertà, amore , una lunga vita felice e danzava gioioso fra le mura lapidee della sua stanza, come un gabbiano che sfiori il mare infinito in volo eterno verso un orizzonte senza limiti.

Trascorreva  le notti osservando dalla finestra gli ulivi rischiarati e fra essi l’arrivare del suo amato.

 Sperò sempre che costui la liberasse, ma forse per paura o per poco coraggio il ragazzo la lasciò nella torre in cui era imprigionata.

Il tempo passò e con esso trascorsero tre lustri che portarono via con loro il fiore della sua prima giovinezza.

Lodovica, ormai sfinita nel suo pianto, volse gli occhi al cielo. Tutto si fece silente e il ricordo di chi ella aveva amato cominciò a danzarle davanti…comprese cosi che tutto era impermanente; la luna, solo lei rimaneva a farle compagnia. Finalmente aveva compreso, aveva imparato a lasciare andare, aveva imparato, dopo tante notti passate a pensare, il silenzio dell’anima.

Solo allora comprese di voler sciogliere ogni laccio che la incatenava, libera come i passeri che ogni mattina la svegliavano con il loro canto, libera come le foglie che volano nel vento…

Si affacciò dunque nel quadro della finestra, la stessa da dove per molto tempo nelle notti d’estate, aveva amato solo con lo sguardo.

Saltò e mentre cadeva nel vuoto le lacrime le lavavano il viso e l’anima afflitta… ma non erano lacrime di dolore…no! Erano di gioia!

In un solo lunghissimo istante passò davanti ad essa l’intera vita: la torre…i giorni passati e le notti…il suo amato e le sue illusioni.

Tutto fu veloce e durò solo un attimo, ma per Lodovica bastò.

La vedo ancora senza vita sul prato…vedo i suoi biondi capelli, che il tempo aveva impreziosito di fili d’argento, finalmente sciolti e liberi; e ne vedo il sorriso, quello di chi ha compreso e di chi ha vissuto. Di lei non si parlerà più, tutto diventerà solo ombra.

Un freddo silenzio tombale l’avrà inghiottita e la parola fine sarà suggellata, per sempre; ma ella avrà compiuto il cammino previsto per la sua anima, quel disegno imperscrutabile che fa di ognuno di noi semi in divenire perpetuo, esseri plasmabili e perfettibili che attraverso la sofferenza scoprono se stessi, talvolta restando sbigottiti, perché mai avrebbero pensato di essere abitati da una entità così grande.

Mi piace pensare che dopo 500 anni sia rinata, stia ancora

cercando il suo amato e se stessa in un cammino forse più facile e meno sofferto o forse ancora tortuoso, per imparare altre cose di se stessa.

 

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

benvenuto nel mio mondo

Post n°2 pubblicato il 13 Giugno 2007 da crystaltears69
Foto di crystaltears69

Finalmente sbucarono in una radura e si arrestarono davanti a un casolare abbandonato. La donna scese senza bisogno di aiuto e allungando del denaro imperiosamente disse all’uomo: “Questi sono per il tuo disturbo e per il tuo silenzio. Sai quando tornare per portarmi indietro. Tieniti pronto perchè intendo compiere lo stesso tragitto ancora una volta in settimana.
“Ai vostri ordini …Signora!”
La bella padrona gli diede le spalle e si mosse verso la costruzione.
“Devo riferire a monsignore vostro zio che la gita al convento ha subito un cambio di programma?”
Si arrestò di scatto e lentamente si voltò verso quell’animale dalle fattezze umane. Gli si fece vicino e fissandolo con occhi fiammeggianti gli disse: “Vuoi forse più soldi?! Razza di bestia che non sei altro, come osi ricattarmi?! Io posso gestire della mia persona a mio esclusivo piacimento. Non ho da rendere conto di dove vada a te né ad altri. E’ chiaro?!”
Gli sbatté in faccia due monete con violenza e continuò: “La miseria della tua stirpe ti costringe a servirci. Fallo bene, dunque!”
Girò a quel punto le spalle e se ne andò lasciando l’uomo a guardarla torvo.
Sentì la carrozza ripartire alle proprie spalle e tirò solo allora fuori dalla borsa una vecchia chiave arrugginita che inserì nella toppa del portone fatiscente e scrostato ed entrò.
Un pesante odore di muffa le salì alle narici ma ella se ne inebriò aspirandolo profondamente e chiudendo gli occhi dal piacere. Sostò alcuni minuti e poi cercò con gli occhi un candeliere posato a terra presso l’ingresso. Si chinò aprendo l’ampia gonna, lo raccolse e ne accese le candele che rischiararono subito una nudità sporca e disordinata. Pochi resti di attrezzi ormai in disuso e accatastati lì aspettavano un improbabile proprietario. Chiuse la porta alle spalle e svelta e fremente varcò una soglia entrando in un ambiente totalmente buio. Dirigendosi sicura verso un giaciglio di paglia e stracci lo tastò quasi inebriata con una voluttà dipinta sul viso che non era la sua espressione tipica. Depose le luci e allentò il corpetto col respiro corto mentre restava coi seni rosei e sodi nudi. Sfilò la gonna e tolse la sottoveste di pizzo candido e due cosce abbaglianti apparvero, squisitamente modellate e morbide. Svestita, cominciò a togliersi di dosso i ricchi gioielli dono del suo protettore; gli orecchini furono deposti per terra, senza cura, accanto all’abito sontuoso e la collana di perle fu gettata alla rinfusa in un angolo della stanza......

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Da un racconto.......

Post n°1 pubblicato il 13 Giugno 2007 da crystaltears69
Foto di crystaltears69

“Piccola mia, tu sei già in trappola. L’uomo a cui appartieni ti ha condotto per questo sentiero senza ritorno. Come vedi la tua fiducia è stata mal riposta. Nessuno verrà a sollevarti dalle tue paure né ti scalderà e proteggerà più dalle crude amarezze della vita. Sei sola ora.

Smettila di insistere e non contraddirmi! Non serve! Il tuo cuore ha già tutte le risposte.”

“Taci”- tuonava cosi una antica quercia maestosa che dispensava tutt’intorno un profumo rassicurante, innalzando al cielo forti braccia tese in un’umile ed estatica preghiera. Il bosco tacque.

 “Hai parlato con lingua doppia; ad animarti è una volontà perversa e distorta”. “Spesso la verità si nasconde ; occorre avere occhi per vederla nella sua interezza. Non sempre la tempesta distrugge ed annienta, a volte purifica e crea un terreno fertile per una rinascita.

Perché un seme germogli trasformandosi in un essere rigoglioso occorrerà certamente terra buona, ma soprattutto che la sua forza vitale lo porti a superarsi e ad evolversi sacrificando il primo involucro.

Potresti mai immaginare che dietro la perdita di un figlio l’anima possa comprendere che non possiede nulla, nemmeno ciò che definiamo carne della nostra carne?

Ogni essere arriva, vive e riparte nei confini stabiliti del suo tempo, quello utile e necessario per maturare sé stesso in seno alle leggi che regolano l’armonioso scorrere della Vita per poi farne dono agli altri. Questo è il talento che ognuno di noi è chiamato a realizzare.

Due vie conducono ad infrangere quella corteccia dura e rigida che ci impedisce di essere pienamente uniti ala gioia della Creazione: la prima è la sofferenza che nasce dall’ostinarsi in vecchi schemi mentali ed emozionali che non producono più frutti buoni; l’altra è aprire gli occhi e rimanere svegli per fluire nell’oceano dell’esistenza abbandonandosi fiduciosi alle sue onde.

Come il naufrago lotta ciecamente contro i marosi senza speranza alcuna, così noi ci ancoriamo disperatamente al piccolo scoglio delle nostre certezze ;per cogliere il frammento perdiamo la visione del Tutto. 

Guarda invece i gigli del campo! Nella loro infinita bellezza chiedono solo di donare il loro profumo: di essi si occupa il Padre.

Davanti a Lui ogni essere umano, animale o vegetale ha pari dignità ed importanza perché la vita che scorre in ognuno è il miracolo della Sua manifestazione.

Non sentirti abbandonata e torna alla realtà. E’ giunto il tuo tempo”.

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963