E' sorprendente come un insieme di corpi e di stati d'animo avessero potuto impregnare una casa:i suoi mobili,le pareti,alcune stanze si,altre no,fino a contagiare anche ospiti occasionali.Clem trascorse abbastanza tempo tra queste mura silenziose,spesso in penombra e come unici giochi una trottola delle foto ingiallite e per poco un nonno che si divertiva a nascondere lingottini di cioccolato perugina,uniche note di colore le stagnole variopinte,tra le scartoffie del suo imponente studio,che la bimba doveva cercare.Nascondigli che a distanza di tempo non riusci' piu' a identificare,Clem ricordava di come il nonno fosse avaro nel svelarglieli,le dava l'illusione di nasconderli e poi li tirava fuori dalle sue tasche.
Tra i suoi giochi c'era pure l'ambita macchina da scrivere del nonno,l'odore della carta carbone tra due fogli protocollo e picchiettare con le sue piccole dita sui tasti neri .
Lo studio del nonno era la stanza dove si rifugiava ,dove imparo' il gioco della lettura rubando i libri del nonno che leggeva di nascosto ,una moltitudine di libri:storici ,le mille e una notte ,la voce nella tempesta,capitani coraggiosi ,poesie,novelle ,classici,vecchi libri che giacevano li' da generazioni ed oltre i tomi di penale ,di costituzionale che riguardavano la sua professione.
Lo studio era l'unica stanza della casa l,e cui mura ,il grande soffitto affrescato,l'imponente archivio ,il mobilio e l'elica di un aereo della prima guerra mondiale ,che riportava Clementina in un'altra epoca,in una pagina di storia antica di fine ottocento.Clem senti sempre un po' sua quella stanza a lei tanto cara,dove nel momento stesso in cui entrava ritrovava il nonno che era mancato,seduto sulla sua grigia poltrona marrone vicino alla finestra sempre con la cassina verde abbassata.
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il 12/03/2008 alle 10:02
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