Creato da via.G.Marconi il 12/03/2008

Cimeli di famiglia

Scrivo di Lei

 

 

Post N° 1

Post n°1 pubblicato il 12 Marzo 2008 da via.G.Marconi
 
Foto di via.G.Marconi

Clementina ha vissuto la sua infanzia e prima adolescenza  con i nonni,con due genitori spesso assenti per lavoro e per indolenza.
Era una bambina giudiziosa e malinconica allo stesso tempo.Rifuggiva la realta' con la fantasia immaginando che qualcuno la venisse a salvare ,a dirle cosa doveva fare ...o semplicemente qualcuno disposto a prenderla sotto la sua ala protettrice ,dedito solo a lei,che la rendesse felice.Quel "qualcuno"che sognava era un padre tutto nuovo ,alto ,moro,con i baffi e giovanile oltre che gioviale ,carismatico e sicuro di sč che andava a prenderla in cabriolet tutti i giorni a scuola .
Dopo i compiti, la nonna   soleva spesso farle  rivedere vecchie foto ingiallite come passatempo,quei volti delle piccole foto "formato margherita"riempivano i suoi pomeriggi nell'angusta casa,le cui mura facevano pensare ad un luogo magico per una bambina ,ma abitate da persone che avevano scelto di morire per rimanere in vita.

 
 
 

Post N° 2

Post n°2 pubblicato il 12 Marzo 2008 da via.G.Marconi
 
Foto di via.G.Marconi

E' sorprendente come un insieme di corpi e di stati d'animo avessero potuto impregnare una casa:i suoi mobili,le pareti,alcune stanze si,altre no,fino a contagiare anche ospiti occasionali.Clem trascorse abbastanza tempo tra queste mura silenziose,spesso in penombra e come unici giochi una trottola  delle foto ingiallite e per poco un nonno che si divertiva a nascondere lingottini di cioccolato perugina,uniche note di colore  le stagnole variopinte,tra le scartoffie del suo imponente studio,che la bimba doveva cercare.Nascondigli che a distanza di tempo non riusci' piu' a identificare,Clem ricordava di come il nonno fosse avaro nel svelarglieli,le dava l'illusione di nasconderli e poi li tirava fuori dalle sue tasche.
Tra i suoi giochi c'era pure l'ambita macchina da scrivere del nonno,l'odore della carta carbone tra due fogli protocollo e picchiettare con le sue piccole dita sui tasti neri .
Lo studio del nonno era la stanza dove si rifugiava ,dove imparo' il gioco della lettura rubando i libri del nonno che leggeva di nascosto ,una moltitudine di libri:storici ,le mille e una notte ,la voce nella tempesta,capitani coraggiosi ,poesie,novelle ,classici,vecchi libri che giacevano li' da generazioni ed oltre i tomi di penale ,di costituzionale che riguardavano la sua professione.
Lo studio era l'unica stanza della casa l,e cui mura ,il grande soffitto affrescato,l'imponente archivio ,il mobilio e l'elica di un aereo della prima guerra mondiale ,che riportava Clementina in un'altra epoca,in una pagina di storia antica di fine ottocento.Clem senti sempre un po' sua quella stanza a lei tanto cara,dove nel momento stesso in cui entrava ritrovava il nonno che era mancato,seduto sulla sua grigia poltrona marrone vicino alla finestra sempre con la cassina
verde abbassata.

 
 
 

Post N° 3

Post n°3 pubblicato il 12 Marzo 2008 da via.G.Marconi
 
Tag: La casa
Foto di via.G.Marconi

La casa dei nonni era un palazzotto fine '700,di proprieta' del padre della nonna e in cui era nata e cresciuta ,una famiglia agiata che aveva permesso alla nonna di studiare fino alla quinta ginnasiale e se le cose non fossero andate come sono andate...sarebbe arrivata anche alla laurea.Il fratello maggiore fresco di laurea ed in procinto di aprire uno studio tutto suo muore a soli 23 anni di spagnola.I genitori caddero in un baratro irreversibile di dolore.La nonna fu ritirata dalla scuola ,per occuparsi della madre che smise di vivere e mori' di consunzione.Il padre si chiuse completamente in se stesso,niente fu come prima ,la nonna raccontava spesso le sue vivicissitudini alla nipote,oltre al dolore per il fratello spuntava sempre ,dai suoi racconti,quella rabbia per non aver potuto studiare come avrebbe desiderato e la fine dei suoi svaghi per aver dovuto a soli 14 anni occuparsi di una casa,oltre all'infelicita' che ne era seguita.Mostrava le foto di quando era giovane sottolineando di quanto fosse bella ,magra,elegante e raffinata e dei suoi innumerevoli corteggiatori,alla fine aveva scelto di sposare il nonno(un matrimonio portato)proprio per la sua belta' e buona posizione sociale.
Si sposarono non proprio giovincelli per allora 38 anni  il nonno,26 anni la nonna e alla morte dei genitori si trasferirono in questa casa. Negli anni subi' delle trasformazioni che agli occhi di Clementina apparivano demode' come se ci fosse una forte contrapposizione fra l'antico e il nuovo.Gli unici elementi che personalizzavano l'ambiente erano le mura,i solai,i pavimenti che non furono modificati,proprio qui nacque in Clementina la passione per l'architettura d'interni,per l'antico che si fonde armoniosamente con i moderno...e viceversa in una costante ricerca d'armonia.

 
 
 

Post N° 4

Post n°4 pubblicato il 14 Marzo 2008 da via.G.Marconi
 
Foto di via.G.Marconi

Ecco cosa mancava in casa...L'Armonia!Clementina se ne rese conto dopo anni.
Lo studio  era in qualche modo armonico ma statico come possono esserlo le cose inanimate,ad eccezione di quando viveva il nonno,la poca armonia che aveva era rimasta impregnata in quella stanza,se ne svestiva quando ne usciva fuori.
Quella poca ma preziosa armonia ,di cui avevano inconsapevolmente bisogno,le povere anime di questa casa,era rimasta intrappolata o forse volutamente riversata su delle cose che davano l'idea di una statica perfezione.Il nonno era stato un perfezionista( e a parer mio anche un estremista del perfezionismo) E' atavico nella storia di ogni uomo voler essere perfetto quando umanamente o biblicamente non lo sia,infondere armonia su uno o piu' uomini significava  disperderla,accontentarsi di non raggiungere mai brillanti firmamenti di perfezione.
Quanto fu nonno affettuoso con Clementina,tanto severo con i figli.
Nella rigida educazione impartita,non ebbe mai coscienza dei vecchi schemi di cui era prigioniero,anzi alcuni suoi malesseri psichici li visse fino alla morte come principi inconfutabili.
Il nonno di Clem per non fallire seppelli' l'armonia nel suo studio mausoleo,non sapendo di recare piu' imperfezione possibile agli altri componenti della famiglia e di aver fallito comunque marchiando i figli a vita con "la maledizione del perfezionismo". 

 
 
 

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