L'amore di Dio

Celentano e san Remo


          
 Ho letto le impressioni che molte persone  hanno scritto a proposito dello show di Celentano e devo ammettere che mi hanno un po' indispettito. Mi sembra che molte persone, non abbiano colto il senso del discordo del cantante e che molto di quello che ha detto, sia stato equivocato. Oggi seguivo, il commento del direttore dell'Avvenire su rai 1, intervistato da Giletti e da alcuni noti giornalisti e cantanti che difendevano il moleggiato, dalle accuse mosse dal direttore. Quest'ultimo, in più riprese, si è mostrato contrariato per le parole dette da Celentano sulla sua testata giornalistica, ma non ha colto lo spirito con cui erano state dette. Giletti e gli altri, hanno più volte ribadito quale fosse l'intenzione del famoso cantante, che non era quella di voler far chiudere il giornale, ma di rivedere i suoi contenuti. Mi sembra, che l'opnione pubblica, non abbia accettato la versione del Celentano predicatore. Certo, parlare di Gesù, sua una mittente pubblica come la Rai, può non essere gradito al pubblico italiano, tuttavia l'ignoranza di molti non ha limiti. Di Gesù, se ne parla anche in altre trasmissioni televisive, sulla Rai come per esempio " A sua immagine ", oppure " La via di Damasco " di sue eccellenza Mons. Giovanni Ercole, la messa domenicale con Angelus del Papa e così via ed ora ci si scandalizza perchè Celentano si è messo a predicare la verità di Gesù? E' vero che non ha peli sulla lingua e che dice quello che pensa, ma fa parte della sua indole. E' sempre stato così. Nessuno, ha inteso, che le sue erano solo delle provocazioni per mettere in discussione il contenuto di alcune testate giornalistiche italiane cattoliche, che purtroppo in alcune occasioni, hanno perso di vista le loro origini "esistenziali". Si sa che queste provocazioni, suscitano clamori e sospetti, ma nel contempo generano la possibilità di mettersi in discussione, di rivedere le proprie posizioni su certe idee, una possibilità per migliorarsi per migliorare e così via. Purtroppo l'orgoglio, impedisce di cogliere l'oltre delle parole, ci si ancora su se stessi, si è legati esageratamente all'amor proprio. La comunicazione non avviene. Ci si dimentica che la prima forma del linguaggio è l'ascolto, ossia liberare il proprio cuore dei pre-giudizi ed essere pronti all'accoglienza di ciò che ci viene presentato, poi in un secondo momento vagliare se la proposta è accettabile e considerata giusta al punto da farla propria. E' sbagliato rimanere fissi sulla proprie idee, ritenendole sempre e comunque in ogni circostanza indiscutibili. La crescita umana, avviene nello scambio e nel riconoscere che tutti possiamo sbagliare e che l'altro ci può arricchire, nella consapevolezza che l'altro è una ricchezza per me. La diversità conduce all'unità, ossia ciò che io non ho, lo possiede l'altro e viceversa. Un'ultima cosa, per confessare il proprio credo, non è necessario essere un sacerdote, un religioso consacrato o un teologo, ma essere un fervente cristiano. Ogni  cristiano, in virtù del battesimo è re, sacerdote e profeta, per cui investito di questa triplice missione, può annunciare  e proclmare Cristo a tutti.