L'amore di Dio

L'IGNOTO


                   
 La paura dell'ignoto investe con prepotenza la nostra sensibilità, al punto di evitare di rifletterci sopra. La nostra esistenza è protesa verso una meta, un fine a noi appunto ignoto, che spesso ci fa barcollare perchè intimoriti dal dubbio di che cosa ci aspetta. L'ignoto va incontro all'inevitabilità e questa consapevolezza ci terrorizza. Vorremmo che ogni cosa, fosse chiara, nitida e trasparente, così da toglierci la paura di non poter evitare la sofferenza. Sì, la paura è sofferenza! Essa ci inquietà, ci schiaccia, ci domina e ci sovrasta. Possiamo dire che la paura è una della facce della sofferenza che maggiormente ci tocca più da vicino e spesso. Ma allora come fare ad evitarla? Come conoscere l'ignoto, sapendo che appunto esso - come dice il suo sognificato - indica qualcosa di indefinito e quindi di inconoscibile? Ecco che entra in gioco la "speranza". Ebbene sì, essa ci permette di vedere oltre, di non fermarci sulla soglia del termine ignoto, di concepire un senso diverso di questa terribile parola e quindi di cogliere la sua reale portata ontologica. Esso, in realtà non esiste, esiste per coloro che non vivono nella "fede", ossia quella virtù teologale che legata alla "speranza", ci permette di andare verso l'amore. Non esite l'ignoto, ma l'amore che è Dio stesso. La paura dell'ignoto, cessa di esistere perchè lascia spazio all'amore, fine ultimo della nostra vita. Cosa c'è dopo la morte? Ecco cosa c'è: l'amore. Cosa esisteva prima della creazione: l'amore.  Tutto tende verso l'amore e la nostra libertà tende verso di essa per essere felice e di conseguenza non più succube della paura dell'ignoto. L'ateo e/o l'agnostico, vivono purtroppo in questa dimensione del dubbio, dell'incertezza e della paura che generano confusione.