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Dalle autostrade alla #mobilitànuova, il 4 maggio l'Italia cambia strada! Stralciamo gli investimenti sbagliati.

Post n°54 pubblicato il 15 Aprile 2013 da TerritorioCavese

http://www.mobilitanuova.it

Il XIX secolo è stato il secolo degli acquedotti nelle città. Prima di allora, chi voleva l'acqua in casa doveva scavarsi il suo pozzo privato. Grazie agli acquedotti, l'acqua è diventata accessibile in tutte le case. Una grande innovazione, che ha migliorato notevolmente la vita di tutti. A costi sostenibili, perchè gli acquedotti sono stati realizzati con un grande sforzo collettivo.


Il XX secolo è stato il secolo della motorizzazione di massa. Chi voleva muoversi con comodità doveva comprarsi la sua automobile. Una grande innovazione, che ha migliorato notevolmente la vita di molti. Ma a costi elevatissimi, perchè comprare un'auto, e gestirla, è un grande sforzo economico per una famiglia di reddito medio. Senza contare i costi ambientali ed energetici, determinati da centinaia di milioni di automobili circolanti nella parte di mondo che può permetterseli.
Il XXI secolo diventerà il secolo della mobilità open source: così come da tempo non serve scavare un pozzo per avere l'acqua a casa, non servirà più essere proprietari di un'automobile per muoversi. Basterà conservare il buon uso delle gambe e avere accesso alla rete della mobilità: una rete fatta di tradizionali mezzi pubblici gestiti con criteri di efficienza, di più moderni servizi a chiamata o di mezzi in uso condiviso, di soluzioni innovative rese possibili da strumenti di comunicazione e georeferenziazione che rendono la risposta al bisogno di mobilità sempre più accessibile e a portata di mano. A costi sostenibili, perchè la rete della mobilità sarà esito di un grande sforzo collettivo, di lavoro e di ingegno.

Non stiamo parlando del futuro, ma del secolo in cui stiamo vivendo. La #mobilitànuova non è un sogno visionario, ma una possibilità che sta già in campo, che già sta modificando i comportamenti. L'incubo della crescita infinita di traffico e congestione si è interrotto già da tempo, il traffico è in calo, gli acquisti di veicoli pure, e nel paesaggio urbano si è rarefatta la presenza invadente e ossessiva delle pubblicità di automobili. Perfino nell'immaginario delle nuove generazioni lo spazio dell'automobile si è ridimensionato. Tutta colpa della crisi? forse. Di sicuro sono sempre meno le persone disposte ad aprire un mutuo per comprarsi l'auto, e sempre meno le banche disposte a concederlo. O forse, ci piace pensarlo ma pensiamo anche di pensare giusto, la #mobilità nuova è la luce in fondo al tunnel della crisi, è il nuovo stile di vita che prende piede, e che porta con sè una nuova fase di benessere e di progresso, insieme a nuove professioni e opportunità legate all'accesso ai servizi.

Strada spianata dunque?

No.

C'è di mezzo tutta la vecchia economia incrostata sull'automobile privata: c'è l'economia del petrolio e quella delle grandi infrastrutture stradali, c'è la rendita immobiliare delle villette monofamiliari con triplo box e quella dei centri commerciali. Tutta un'economia che mai come oggi è in affanno, che vede la propria fine ma deve continuare a difendere rendite di posizione faticosamente conquistate. Che sono anche le rendite politiche che fanno la fortuna di chi siede nei CdA di aziende di trasporto pubblico sempre meno competitive. La transizione non sarà nè semplice nè indolore, ma se vogliamo vedere la luce in fondo al tunnel, dobbiamo avere il coraggio di guardare oltre.

E' questo il significato della manifestazione del 4 maggio a Milano: non è una manifestazione di protesta contro traffico, smog, autostrade. O meglio, non è SOLO questo. E' una spallata alle vecchie idee, alle consunte politiche nazionali e regionali che espongono la nostra collettività a enormi spese per costruire le infrastrutture del passato, quando invece c'è un gran bisogno di futuro.

http://www.mobilitanuova.it

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