Cava Manara

COMITATO A TUTELA DEL TERRITORIO CAVESE

 

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Post N° 32

Post n°32 pubblicato il 01 Agosto 2007 da TerritorioCavese

Approvati dal Consiglio Regionale gli indirizzi per la valutazione ambientale di piani e programmi (VAS)

 

Approfondimenti su www.territorio.regione.lombardia.it

Il Consiglio Regionale, nella seduta del 13 marzo 2007, ha approvato gli "Indirizzi generali per la valutazione ambientale di piani e programmi (VAS)", ai sensi dell'articolo 4 della l.r. 12/2005 per il Governo del Territorio. Il documento costituisce l'attuazione della Direttiva 2001/42/CE relativa alla valutazione degli effetti sull'ambiente di piani e programmi che determinano significative trasformazioni territoriali.

"Uno strumento fondamentale, insieme al Sistema Informativo Territoriale integrato e all'Osservatorio Permanente della Pianificazione Territoriale - commenta l'Assessore al Territorio e Urbanistica, Davide Boni - per assicurare una migliore qualità al sistema della pianificazione territoriale. Un documento molto atteso dagli amministratori, dai progettisti e anche dai cittadini che oggi possono disporre di un nuovo strumento di partecipazione alle scelte che riguardano la qualità della loro vita".

Gli Indirizzi generali per la Valutazione Ambientale Strategica affrontano le seguenti tematiche:

integrazione tra percorso di formazione del piano e attività di valutazione - il percorso delineato prevede una stretta collaborazione tra chi elabora il piano e chi si occupa della sua valutazione, per costruire uno strumento di pianificazione partecipato e valutato in ogni sua fase, valorizzando la positiva esperienza già realizzata nell'ambito del progetto europeo Enplan (Interreg IIIB Medocc);

ambito di applicazione della valutazione ambientale - sono considerati i piani di livello regionale (Piano Territoriale regionale e piani d'area, ma anche piani di settore quali energetico, rifiuti, acque), provinciale (Piano Territoriale di coordinamento provinciale, piani di settore), comunale (Documento di piano e altri piani se in variante al Documento di piano), che dovranno essere accompagnati dalla VAS nella loro formazione;

percorso procedurale  metodologico - è stato definito un percorso che razionalizza le diverse azioni già previste dagli strumenti di piano e individua i soggetti competenti in materia ambientale da coinvolgere fin dall'inizio del percorso;

processo di partecipazione dei cittadini - la costruzione di piani e programmi è accompagnata da modalità definite di consultazione, comunicazione e informazione, articolati per le diverse fasi;

raccordo con altre procedure - il coordinamento con le procedure di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e di Valutazione di Incidenza su Zone di Protezione Speciale (ZPS) e sui Siti di Importanza Comunitaria (SIC) garantirà l'ottimizzazione e la semplificazione dei procedimenti;

sistema informativo lombardo per la valutazione ambientale di piani e programmi - sarà sviluppato un portale dello strumento VAS, in cui raccogliere i riferimenti legislativi, metodologici e le buone pratiche.

La Giunta Regionale provvederà ora agli ulteriori adempimenti di disciplina così come previsto al comma 1 - art. 4 della l.r. 12/2005.

 
 
 

Post N° 31

Post n°31 pubblicato il 01 Agosto 2007 da TerritorioCavese

ATTO CAMERAINTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04024Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 15
Seduta di annuncio: 170 del 14/06/2007

Firmatari

Primo firmatario: REALACCI ERMETE
Gruppo: L' ULIVO
Data firma: 14/06/2007

Destinatari

Ministero destinatario:

  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DEI TRASPORTI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE delegato in data 14/06/2007

Stato iter:

IN CORSO


Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04024
presentata da
ERMETE REALACCI
giovedì 14 giugno 2007 nella seduta n.170


REALACCI. -

Al Ministro delle infrastrutture, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dei trasporti.

- Per sapere - premesso che:

l'autostrada Broni-Stradella-Pavia-Mortara, che interessa il territorio della regione Lombardia per 53 chilometri e della regione Piemonte per 16 chilometri, rientra nella categoria «A» delle autostrade in ambito extraurbano, con soluzione base a 2+2 corsie di marcia, banchine e spartitraffico, per una sezione complessiva di 25,00 metri;

il progetto riguarda un territorio prevalentemente agricolo caratterizzato dalle grandi estensioni delle risaie della Lomellina, con contesti ambientali fortemente connotati per la permanenza di caratteri storico-agricoli e di un reticolo viario e irriguo storico costituito dal corso del fiume Po e dal sistema idrico di fiumi e torrenti che in esso affluiscono (fiume Sesia, torrenti Terdoppio e Agogna); riguarda, inoltre, il Parco della Valle Lombarda del Ticino, considerato patrimonio mondiale dall'Unesco, oltre a quattro Sic e tre Zps, 4 riserve regionali e tre garzaie (definite dalla Regione «monumento naturale»);

l'autostrada Broni-Pavia-Mortara, quale nuovo corridoio alternativo alla A4, è stata inserita tra le opere viabilistiche prioritarie della Regione Lombardia - le «autostrade regionali» - unitamente alla Cremona-Mantova e all'interconnessione Pedemontana-BreBeMi (deliberazione della Giunta regionale n. VII/9865 del 19 luglio 2002) in relazione alla legge regionale 9 del 2001 «Programmazione e sviluppo della rete viaria di interesse regionale»;

il Comitato promotore della tratta autostradale regionale Broni-Pavia-Mortara, costituito su iniziativa della Provincia di Pavia, ha fatto predisporre uno studio di fattibilità, trasmesso alla Regione Lombardia il 10 giugno 2005, a seguito del quale la Regione ha conferito il ruolo di concedente dell'autostrada regionale alla società Infrastrutture Lombarde con il compito di verificare lo studio e confermarne la rispondenza ai criteri indicati nell'articolo 3 del Regolamento regionale 8 luglio 2002, n. 4 (Regolamento regionale 4 del 2002), relativo alle «Procedure di concessione delle autostrade regionali» e nella legge regionale 9 del 2001;

la Regione Lombardia con Delibera n. VIII/001789 del 25 gennaio 2006 ha successivamente approvato lo studio e conferito ad Infrastrutture Lombarde il mandato di procedere all'individuazione del soggetto promotore, individuato, a seguito di gara, nella società Sa.Bro.M. S.p.A., incaricata di redigere la progettazione preliminare dell'autostrada regionale per il tratto Broni-Mortara interno alla Regione Lombardia;

il Comitato promotore ha sviluppato il progetto preliminare anche per il tratto piemontese di completamento con il raccordo A26/4 (da Mortara a Stroppiana);

la Regione Lombardia ha indetto la Conferenza di Servizi la quale ha approvato il progetto preliminare dell'autostrada nel febbraio 2007, nonostante l'opposizione dei Comuni di Cava Manara, Pinarolo Po, San Martino Siccomario, Sommo, Alagna; in data 4 maggio 2007 la Giunta Regionale ha approvato la Delibera n. 4659 avente per oggetto «Progetto preliminare dell'autostrada regionale - Integrazioni del Sistema transpadano direttrice Broni-Pavia-Mortara - Assunzione delle determinazioni della Conferenza dei Servizi indetta con Dgr VIII/3540/2006»;

la memoria in merito al progetto di realizzazione dell'autostrada presentata alla Conferenza dei Servizi dalla Legambiente Lombardia e dalla Legambiente - Coordinamento dei circoli pavesi in data 15 gennaio 2007, evidenzia che l'autostrada in questione è estranea ad un quadro di priorità e di politiche per lo sviluppo del territorio nonché priva di verificabili requisiti di strategicità; è insostenibile sotto il profilo economico-finanziario e dell'impatto paesaggistico-ambientale; è elusiva delle problematiche e delle priorità di intervento risolutive delle esigenze e delle criticità viabilistiche del territorio ambientale; risponde a concetti di mobilità antiquati e non performanti, anche in quanto estranei ad una programmazione di sistema; è, infine, carente sul piano della concertazione interistituzionale e della partecipazione dei cittadini, in contrasto con tutte le più avanzate esperienze internazionali, con il diritto comunitario, con lo stesso processo di decentramento dei poteri in atto in Italia;

nella lettera del 18 dicembre 2006 inviata dal Direttore generale della Direzione Salvaguardia Ambientale del Ministero dell'ambiente e della tutela del terriorio e del mare, al Presidente della Giunta Regionale della Lombardia, alla Regione Piemonte, al Ministero delle infrastrutture, all'Anas e all'Autorità di Vigilanza sui lavori pubblici si rileva che la procedura seguita dalla Regione Lombardia per la Broni-Pavia-Mortara è in contrasto con la stessa normativa regionale, in quanto l'autostrada non si sviluppa nel solo territorio lombardo, ma riguarda il territorio di due regioni, richiedendo pertanto chiarimenti alla Regione Piemonte;

ci risulta che il Ministero ha posto un quesito al proprio Ufficio Legislativo sulla legittimità della legge regionale 9 del 2001, ritenendo che la legge citata sia palesemente in contrasto con le norme nazionali e comunitarie; in esso si chiede specificamente ad Anas e al Ministero delle infrastrutture se possano essere svolte autonomamente dalla Regione Lombardia le procedure di assegnazione delle concessioni autostradali e di definizione dei pedaggi;

considerato, infine, che la realizzazione di nuove autostrade o tratte autostradali secondo il comma 2 dell'articolo 21 della legge 340 del 2000 è prevista «a condizione che siano inserite nelle scelte prioritarie del Piano generale dei trasporti» mentre l'autostrada Broni/Stradella-Pavia-Mortara non risulta inserita nel Piano generale dei trasporti e della logistica (Pgtl) o nel Programma delle opere strategiche della cosiddetta Legge Obiettivo -:

se intendano agire, rispetto al progetto di autostrada regionale, di concerto con la Regione Lombardia, tenendo in considerazione il quadro generale di priorità viabilistiche necessarie e rispettose dell'ambiente e in un quadro legato alle necessità viabilistiche della Provincia di Pavia;

se non ritengano che l'autostrada in questione, che interessa due regioni, la Lombardia e il Piemonte, sia incompatibile con la legge 340 del 2000 e, al tempo stesso, sia in contrasto con la stessa normativa regionale 9 del 2001 della Lombardia, come ipotizzato dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare;

se non ritengano, con riferimento al Decreto del Presidente della Repubblica 12 aprile 1996 e al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 377 del 1988 e in relazione alle caratteristiche della autostrada, che nel caso in questione si debba sottoporre l'opera alla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), da parte del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare;

se non ritengano di porre la questione di legittimità della Legge Regionale 9 del 2001 per gli aspetti relativi all'approvazione dei progetti, alle competenze delle amministrazioni comunali, all'individuazione di autostrade, alla determinazione di concessioni e alla definizione di pedaggi;

se non intendano intervenire in modo urgente, anche prevedendo l'ipotesi di sospendere l'iter di approvazione del progetto, in considerazione del fatto che esso non deriva da pianificazione o da programmazione sottoposta a Valutazione Ambientale Strategica (VAS) al fine di garantire un percorso di concertazione interistituzionale, di partecipazione dei cittadini, di informazione e perseguimento del consenso. (4-04024)

 
 
 

Post N° 30

Post n°30 pubblicato il 11 Luglio 2007 da TerritorioCavese
Foto di TerritorioCavese



La
presente come INVITO a tutti al Convegno promosso da Legambiente
Provincia di Pavia :



Legambiente Provincia di Pavia - via Cardano 84 -Pavia

0382/33320 tel e fax- legambientepavia@libero.it



Venerdì 13 luglio ore 21

Sala Polivalente
del Teatro Martinetti



Via SS.
Trinità 6 Garlasco



Convegno di Studio:



LOMELLINA:

SCENARI PER UN TERRITORIO CHE CAMBIA



Introdurranno la
serata



Alessandro Fea e Massimiliano Giani



(Politecnico Di Milano - Facoltà di architettura
Civile)



2 Scenari per la Lomellina:

logiche localizzative, forme di insediamento e spazi abitabili.



Andrea Patrucco, Riccardo Pennati e Paolo Sala



(Politecnico Di Milano - Pianificazione Territoriale
Urbanistica Ambientale)



Programma integrato di sviluppo locale:



Lomellina. Un corridoio fra tradizione e tecnologia



Interverranno



Giorgio Boatti



(giornalista e scrittore)



Damiano Di Simine



(Presidente Legambiente Lombardia)



Sono stati invitati tutti gli Amministratori, i
politici, i rappresentanti delle Associazioni economiche, sociali, sindacali,
degli agricoltori, ambientaliste e dei Comitati dei cittadini



 
 
 

Post N° 28

Post n°28 pubblicato il 10 Luglio 2007 da TerritorioCavese

Tratto da : http://eddyburg.it/article/articleview/9161/0/127/

 

Lo Share dello Sprawl

 

Autore: Bottini, Fabrizio

Data di pubblicazione: 17.06.2007 18:54

Sembra incredibile, ma anche con un tema come “Quale modello di sviluppo per il nostro territorio?”, si attirano grandi folle a una serata di dibattito. Certo, anche saper parlare qualche volta aiuta …

Lo sprawl fa share: in tutti e due i sensi. Il primo, più allarmante e letterale, è che i confini amministrativi di Scatolonia, dell’insediamento diffuso selvaggio, si allargano a ogni minuto che passa, e si prendono uno “share” crescente della vita di ognuno: di spazio, di tempo, di respiro. Il secondo, declinando il verbo “ to share” nel senso pubblicitario-mediatico più in voga oggi, è la possibile buona notizia: anche parlare di sprawl può attirare l’interesse della gente, di tanta gente. Della maggior parte dei politici pare ancora di no, ma della gente che poi li dovrebbe eleggere sicuramente.

Naturalmente, per iniziare a comunicare bisogna porsi il problema, e non sperare (come ahimè si fa quasi sempre) che basti la forza del messaggio a travolgere gli animi. Lo diceva anche McLuhan, che il messaggio è il mezzo, no? E lo diceva un paio di generazioni fa. Non sarebbe magari ora di pensarci?

Le folle attirate nella tiepida serata estiva di sabato 16 giugno alla sala comunale di Bressana Bottarone (PV), a qualche centinaio di metri dagli argini del Po, e a pochi centimetri da una parallela folla di zanzare, forse erano anche incuriosite dalla presenza di nomi noti, come il giornalista della Stampa Giorgio Boatti, o ancor più il meteorologo televisivo
Luca Mercalli. E aiutava molto, anche, l’incombere da queste parti di una collezione di mostruosità da catalogo: poli logistici come se piovesse, centri commerciali, e a legare il tutto (all’ubiquo ed esiziale asse Lisbona-Kiev, of course) l’ultimo capolavoro della Broni-Mortara, vera e propria fabbrica di sprawl secondo i più classici meccanismi.

Però, sia gli aspetti di – sacrosanta - protesta locale, sia quelli più sottili della logica “e adesso un bell’applauso”, hanno lasciato gran parte dello spazio al convitato di pietra: il consumo di suolo vivo sotto i nostri piedi, sostituito rapidamente e sconsideratamente da goffi quanto inutili scatoloni e asfaltature, fin quando come ha osservato a un certo punto Mercalli “Ci troveremo con
tanti capannoni. Vuoti. E la pancia pure”.

E la pancia pure. Perché in Italia, come ci mostrano spietate le immagini satellitari dell’
Agenzia Europea per l’Ambiente proiettate sullo schermo, si costruisce nelle aree piane più “facili”, ovvero quelle che molti millenni di storia avevano addomesticato attraverso l’agricoltura ad una presenza umana, trasformandole in un sistema di suoli fra i più fertili e produttivi del pianeta. Ora invece il sistema delle sue città gonfiato ed esploso nell’insediamento diffuso, via via abbandona e divora le radici da cui è nato, trovando di che alimentarsi sempre più lontano, e con forme che ricordano molto da vicino la rapina: come possono altrimenti arrivare sulle nostre tavole cestini di frutta a prezzi competitivi, trasportati in aereo per migliaia di chilometri bruciando tonnellate di petrolio?

Che fare, quando il petrolio sarà finito, e saranno anche esauriti i suoli coltivabili attorno alle città, sostituiti da parcheggi, centri commerciali, e “ quartieri immersi nel verde a cinque minuti d’auto da ..”?

Qui, davanti all’ovvio, ma non abbastanza ovvio da convincere gran parte dei grandi decisori, scatta l’applauso in stile televisivo della gremita sala comunale di Bressana Bottarone. A dimostrare, in modo imperfetto e magari contraddittorio, per carità, che per raccontare verità scomode non è assolutamente obbligatorio essere involuti, farfuglianti, tribunizi, tanto si ha ragione comunque.
Impariamo almeno che la comunicazione è essenziale, da Berlusconi. Come si diceva a proposito di un'altra cosa: non si butta via niente.

Nota: per i lettori meno affezionati di questo sito, si avverte che articoli sui temi dell'insediamento diffuso, del consumo di suolo ecc., sono sparsi fra tutte le cartelle, ma in particolare si concentrano in Mall/Spazi della Dispersione, e in Eddyburg/Il Consumo di suolo (f.b.)

 
 
 

Post N° 27

Post n°27 pubblicato il 10 Luglio 2007 da TerritorioCavese

Comunicato stampa

 

Pavia, 09-06-2007

 

Oggetto: iter progettuale dell'autostrada Broni-Pavia-Mortara e Valutazione Ambientale Strategica

 

 

In occasione della Conferenza di servizi del 7 Febbraio scorso, che approvò a maggioranza il progetto preliminare dell'autostrada Broni-Pavia-Mortara, fu votato all'unanimità un ordine del giorno (allegato A) in cui si legge:

 

"…la conferenza di servizi [...] ritiene che la predisposizione del progetto definitivo debba essere subordinata:

 

-          all'esito positivo della Valutazione Ambientale Strategica, che stimi la sostenibilità dell'insieme dei progetti alla luce del carico ambientale già presente;….."

 

Come abbiamo già sottolineato:

a) la direttiva comunitaria che istituisce la V.A.S. all'art.4 stabilisce che "La Valutazione ambientale deve essere effettuata durante la fase di preparazione dei piani e dei programmi e prima della loro adozione o del loro inserimento in una procedura legislativa" .

Non è stato serio perciò votare un progetto per cui non era stata effettuata la V.A.S. sulla sola base di una promessa che essa sarebbe stata posta in atto in seguito.  

b) Alla luce della direttiva citata ci chiedevamo anche che validità possa avere una Valutazione Ambientale Strategica da avviarsi dopo il voto in conferenza dei servizi.

 

Oggi dobbiamo però rilevare un'ulteriore distorsione in una procedura che si sta facendo via via sempre più cervellotica e scorretta. In risposta a un'interpellanza presentata in occasione del Consiglio Provinciale di Venerdì 8 Giugno scorso il Presidente della Provincia Vittorio Poma ha confermato quanto già scritto da Infrastrutture Lombarde (allegato B) in risposta alle osservazioni presentate dalle Associazioni ambientaliste e dai cittadini: non ci sarà un'autentica Valutazione Ambientale Strategica, ma una fantomatica "valutazione ambientale sintetica" "che segua i principi della V.A.S."

Ci domandiamo dunque quale legittimità possa conservare il voto favorevole espresso a maggioranza dalla conferenza di servizi dello scorso febbraio se Infrastrutture Lombarde ha deciso che la procedura a cui era subordinato l'assenso (la V.A.S. appunto) non verrà attuata secondo quanto promesso ai 36 soggetti presenti in conferenza.

Chiediamo al Presidente Poma (che in un incontro con le associazioni del 31 gennaio scorso aveva confermato l'intenzione di avviare la V.A.S.) e a tutti i soggetti che hanno votato sì al progetto - Comune di Pavia e Parco del Ticino in testa - di spiegare pubblicamente sulla base di quali motivazioni ritengano ancora valido il loro voto favorevole dal momento che Infrastrutture Lombarde ha estratto dal cappello a cilindro l'illusionistica novità di una valutazione ambientale sintetica, strumento che non risulta contemplato in alcuna norma di diritto ambientale e che rappresenta un curioso e maldestro esempio di "ecologia creativa" pensato per evitare di sottoporre il progetto a una procedura seria e rigorosa come la V.A.S.

 

 

Il Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni contro l'autostrada Broni-Pavia-Mortara

 

 

 
 
 

Post N° 26

Post n°26 pubblicato il 10 Luglio 2007 da TerritorioCavese

Da il Corriere della Sera : http://www.corriere.it/Primo_Piano/Economia/2007/06_Giugno/18/opere.shtml

 

 

Le 50 priorità di Di Pietro non mettono in crisi i costruttori. Ma non bastano

Chi vince e chi perde con le «piccole opere»

 

Il governo mette sul piatto solo 30-35 miliardi in cinque anni. A fare il pieno sono le Ferrovie e la Tav. A secco le autostrade

 

Vincoli di bilancio sempre più stringenti, mancanza di consenso da parte delle popolazioni locali, carenza di strumenti legislativi efficaci. Rimettere in moto il motore dei grandi investimenti infrastrutturali in Italia appare impresa improba persino in tempi di crescita economica soddisfacente come quelli attuali. Che la coperta sia corta, anzi cortissima, non è una novità. Ma per i prossimi 5 anni verranno messi in campo appena 30-35 miliardi di euro sui 180 che sarebbero necessari. Lo ha annunciato la scorsa settimana il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, sottolineando che i fondi verranno ripartiti tra 50 priorità, le opere «più urgenti tra le urgenti». La lista dei progetti da finanziare ha lasciato l’amaro in bocca a molti, prima fra tutti Genova che si è vista privata del progetto del Terzo Valico dei Giovi, infrastruttura ritenuta indispensabile per collegare il porto e la città alle grandi arterie del Nord Europa.

Ma a vincere o a perdere non sono solo i territori e le comunità (peraltro spesso ostili alle grandi opere). Dal gioco della torre sulle grandi opere c’è chi esce a testa alta, come le Ferrovie guidate da Mauro Moretti che assorbiranno oltre il 50% degli investimenti infrastrutturali per il quinquennio 2007-2011 e le regioni Campania e Puglia con lo stanziamento dei fondi per la realizzazione della tratta ferroviaria ad alta capacità Napoli- Bari, caso unico in Italia in cui gli ecologisti hanno istituito i comitati «Sì-Tav». A uscirne malconcia è invece la rete autostradale che ha visto una volta di più frustrata la sua fame d’investimenti, inappagata dagli anni ’80. Dei circa 10 miliardi previsti per lo sviluppo stradale, quasi la metà verrà impiegato su quattro progetti ritenuti strategici: il completamento della Salerno- Reggio Calabria, l’adeguamento della statale Jonica, la costruzione della nuova Romea (Mestre-Cesena) e l’avvio della Pedemontana lombarda. Da questo giro invece è rimasto fuori tra gli altri il corridoio tirrenico, vale a dire l’autostrada Cecina- Civitavecchia e la Cisa-Verona (Tibre).

Un gioco, quello della torre, che a prima vista va a penalizzare le grandi concessionarie autostradali (Autostrade e il gruppo Gavio) e che favorisce Trenitalia e le grandi imprese di costruzioni impegnate nella realizzazione dell’alta velocità ferroviaria. Abolita a gennaio, via decreto Bersani, la figura del general contractor per le tratte ancora da realizzare sono venute meno alcune rendite di posizione. In particolare quella del consorzio Cepav Due (Saipem, SnamProgetti, Condotte d’Acqua, gruppo Pizzarotti e altri) che era stato incaricato della realizzazione della tratta Milano-Verona. Progettazione e realizzazione delle opere verranno rimesse in gara — salvo ritardi — a inizio 2008. La torta si è ridotta rispetto alla legge obiettivo del 2001 e, nelle previsioni del governo, la riassegnazione tramite il meccanismo della gara dovrebbe consentire risparmi fino al 20% sui costi complessivi delle opere. Tuttavia si aprono le porte a un grande rimescolamento di carte i cui protagonisti indiscussi saranno i big delle costruzioni già impegnati sul fronte dell’alta velocità ferroviaria e del sistema Mose di Venezia (che a questo giro, pure, ha fatto il pieno di finanziamenti). Parliamo di Astaldi, Impregilo, Condotte d’acqua, Maire Engineering, Vianini, Snam, Pizzarotti, Fintecna e delle cooperative che tra Napoli-Bari, Torino-Lione (finanziata con un meccanismo ad hoc, extra Legge Obiettivo), Milano-Verona e Ronchi-Trieste — per non parlare del raddoppio della Fortezza- Verona e delle altre opere ferroviarie — conquisteranno tutte un posto al sole. E nei giochi potrebbe rientrare anche il gruppo Gavio che peraltro beneficia indirettamente dell’avvio della Pedemontana lombarda in virtù della quota detenuta nella Milano Serravalle e direttamente dell’avvio dell’autostrada regionale Broni-Mortara, per limitarsi alle opere principali.

Il gioco, insomma, non è somma zero ma quasi se si guarda al business delle costruzioni. Diverso invece il discorso se si puntano i riflettori sulle esigenze di mobilità e sul gap infrastrutturale rispetto al resto d’Europa. La Lombardia, come sottolinea l’assessore regionale Raffaele Cattaneo, conta appena 64 chilometri di autostrade per ogni milione di abitanti contro i 113 dell’Italia e i 177 della media dei principali Paesi Ue. Un gap che la Regione sta cercando di colmare con un modello che non ha mancato di suscitare polemiche, ma che permette di reperire le risorse necessarie alla realizzazione delle opere laddove l’autofinanziamento tramite i pedaggi risulta largamente insufficiente. Si tratta di sfruttare la rendita urbanistica generata dai servizi in prossimità degli svincoli. Sulle prime il modello lombardo è stato accusato di «istituzionalizzare la speculazione edilizia», ma poi ha trovato il consenso sia della Provincia di Milano sia del ministero delle Infrastrutture che — almeno a parole — vorrebbe fosse replicabile su scala più larga, visti i vincoli di bilancio e l’assoluta necessità di salvaguardare la competitività del Paese.

Il gap nei confronti dell’Europa, stando ai dati diffusi da At Kearney nel corso di un convegno a Roma, è di circa 3mila chilometri di autostrade e il costo del non realizzarli è crescente: basti pensare che tra il 1995 e il 2005 il numero di utenti autostradali è cresciuto del 152% (da 80 a 220 milioni di utenti per chilometro) e la quota di merci trasportata via autostrada è passata dal 58 all’ 82%. Tutto ciò a parità di rete, visto che nel periodo considerato sono stati costruiti solo 100 chilometri addizionali. Il problema — sentito a tutti i livelli — è dunque quello di reperire risorse addizionali e rompere il recinto dei 30-35 miliardi di investimenti che verrà sancito dal prossimo Dpef. Una road map da «piccole opere» del tutto inadeguata allo sviluppo infrastrutturale del Paese. È anche questa la ragione dei recenti tentativi di apertura di Di Pietro all’operazione Autostrade Abertis, alla disponibilità a rivedere la formula tariffaria e, soprattutto, a transar e a zero euro il contenzioso. È possibile che le parti presto si siedano al tavolo, ma di qui a trovare un’intesa la strada è lunga e irta d’ostacoli.

 

PAOLO FIOR

18 giugno 2007

 
 
 

Post N° 24

Post n°24 pubblicato il 10 Luglio 2007 da TerritorioCavese

Spett. Sig. Sindaco

di  Cava  Manara

 Oggetto: ruolo e partecipazione del Comitato dei Cittadini di Cava Manara, denominato “COMITATO A TUTELA DEL TERRITORIO CAVESE”, in qualità di portatore di interessi diffusi, con riferimento alla Legge Regionale per il Governo del Territorio 12/2005

          Con la presente segnaliamo l’interesse del “Comitato a tutela del territorio Cavese”, promotore della Petizione Popolare contro l’attraversamento del territorio comunale da parte dell’autostrada Broni-Pavia-Mortara, a partecipare attivamente alla predisposizione del PGT ed in generale a quelle scelte dell’Amministrazione Comunale, anticipatorie e susseguenti al PGT stesso, che determinano il futuro sviluppo del nostro territorio comunale.

          A norma della legge regionale in oggetto Le chiediamo che il Comitato, per il tramite di uno o più rappresentanti, sia messo concretamente nella possibilità di presentare suggerimenti e proposte e di poter partecipare attivamente, non solo come utente finale di decisioni già definite, al processo di costruzione del piano e di valutazione della sua sostenibilità.

          La nostra richiesta di partecipazione ci impegna ad un contributo costruttivo, nelle proposte di sviluppo urbanistico e politiche ambientali in genere, a favore di una migliore qualità di vita sul nostro territorio comunale.

          Certi che la presente verrà tenuta in debita considerazione sia da Lei sia dall’Amministrazione Comunale, in attesa di cortese cenno di riscontro, inviamo distinti saluti.

 Cava Manara   05/2007

Comitato a tutela

del territorio Cavese

                                     Il Presidente

 
 
 

Post N° 23

Post n°23 pubblicato il 10 Luglio 2007 da TerritorioCavese

Interrogazione su Broni-Pavia-Mortara

15/05/2007

Interrogazione a risposta scritta

Atto n. 4-01946

DONATI, RIPAMONTI, SILVESTRI –

Ai Ministri delle infrastrutture, dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e dei trasporti –

Premesso che:

l'autostrada Broni/Stradella-Pavia-Mortara è un'autostrada che interessa il territorio della regione Lombardia, per 23 chilometri, e della regione Piemonte, per 16 chilometri, che rientra nella categoria "A" delle autostrade in ambito extraurbano, con soluzione base a 2+2 corsie di marcia, banchine e spartitraffico, per una sezione complessiva di 25,00 metri;

il progetto interessa il Parco della Valle Lombarda del Ticino, patrimonio mondiale dell'UNESCO, oltre a quattro SIC e tre ZPS, 4 riserve regionali, tre garzaie (definite dalla Regione monumento naturale), e s'inserisce in un territorio prevalentemente agricolo caratterizzato dalle grandi estensioni delle risaie della Lomellina, con contesti ambientali fortemente connotati per la permanenza dei caratteri storici agricoli e da un reticolo viario e irriguo storico costituito dal corso del fiume Po e dal sistema idrico di fiumi e torrenti (fiume Sesia, torrenti Terdoppio e Agogna) che hanno come recapito finale lo stesso Po;

Considerato che:

l'autostrada Broni/Stradella-Pavia-Mortara, quale nuovo corridoio alternativo alla A4, è stata inserita tra le opere viabilistiche prioritarie della Regione Lombardia, le "autostraderegionali", unitamente alla Cremona-Mantova ed all'interconnessione Pedemontana-BreBeMi (deliberazione della Giunta regionale n. VII/9865 del 19 luglio 2002) in relazione alla legge regionale 9/2001 "Programmazione e sviluppo della rete viaria di interesse regionale";

il Comitato promotore della tratta autostradale regionale Broni-Pavia-Mortara, costituito su iniziativa della Provincia di Pavia, ha fatto predisporre uno studio di fattibilità, trasmesso alla Regione Lombardia il 10 giugno 2005 a seguito del quale la Regione Lombardia ha conferito il ruolo di concedente dell'autostrada regionale alla società Infrastrutture Lombarde con il compito di verificare lo studio e confermarne la rispondenza ai criteri indicati nell'art. 3 del Regolamento regionale 8 luglio 2002, n. 4 (Regolamento regionale 4/2002), relativo alle "Procedure di concessione delle autostrade regionali" e alla legge regionale 9/2001;

la Regione Lombardia con delibera n° VIII/001789 del 25 gennaio 2006 ha successivamente approvato lo studio e conferito ad Infrastrutture lombarde il mandato di procedere all'individuazione del soggetto promotore individuato, a seguito di gara, nella società SA.Bro.M. S.p.A. incaricata di redigere la progettazione preliminare dell'autostrada regionale per il tratto Broni-Mortara interno alla Regione Lombardia; inoltre il promotore ha sviluppato il progetto preliminare anche per il tratto piemontese di completamento con il raccordo A26/4 (da Mortara a Stroppiana);
la Regione Lombardia ha indetto la Conferenza di servizi ed approvato il progetto preliminare dell'autostrada nel febbraio 2007, nonostante l'opposizione dei Comuni di Cava Manara, Pinarolo Po, San Martino Siccomario, Sommo, Alagna;


a seguito di

una segnalazione del WWF Italia del 16 novembre 2006 il direttore generale della Direzione salvaguardia ambientale del Ministero dell'ambiente ha inviato il 18 dicembre 2006 una lettera al Presidente della Giunta regionale della Lombardia, alla Regione Piemonte, al Ministero delle infrastrutture, all'ANAS e all'Autorità di Vigilanza sui lavori pubblici in cui:

1. rileva come la procedura seguita per la Broni-Pavia-Mortara dalla Regione Lombardia sia in contrasto con la stessa normativa regionale in quanto l'autostrada non si sviluppa nel solo territorio regionale, ma riguarda il territorio di due regioni, chiedendo su quest'ultimo aspetto anche alla Regione Piemonte chiarimenti;

2. informa tutte le amministrazioni che il Ministero ha posto un quesito al proprio Ufficio legislativo sulla legittimità della legge regionale 9/2001, ritenendo che la legge citata sia palesemente in contrasto con le norme nazionali e comunitarie;

il Direttore generale della Salvaguardia ambientale del Ministero dell'ambiente nella lettera citata del 18 dicembre 2006 ha chiesto inoltre specificamente ad ANAS e al Ministero delle infrastrutture e all'autorità sui lavori pubblici se possano essere svolte autonomamente dalla Regione Lombardia le procedure di assegnazione delle concessioni autostradali e di definizione dei pedaggi;
considerato, infine, che:

uno studio critico elaborato dalla società Polinomia in collaborazione con il WWF, basato su modelli e simulazioni multimodali del sistema di trasporto, ha evidenziato:
i flussi attratti dal nuovo collegamento risultano decisamente modesti, variando (all'orizzonte 2001) tra i 3.800 ed i 7.300 veicoli/giorno, a seconda della tratta presa in esame. Tali livelli di traffico rappresentano un tasso di utilizzo medio giornaliero della capacità stradale inferiore al 10%. Al 2021, con un incremento medio annuo del traffico del 4.6%, si potranno raggiungere i 14.600 veicoli/giorno (quando una nuova opera autostradale è giustificata nel momento in cui si hanno flussi di 70.000-80.000 autoveicoli al giorno);

questi risultati assolutamente mediocri si potranno raggiungere, però, solo in assenza di interventi futuri di potenziamento delle reti autostradali che circondano i capoluoghi di Milano e Pavia (quali la quarta corsia nella tratte Novara-Milano e Milano-Bergamo, la realizzazione della tangenziale ovest esterna di Milano e/o del raccordo Buffalora-Abbiategrasso-Cusago, la Pedemontana Lombarda e la Bre-Be-Mi);

assumendo una vita utile pari a 30 anni, ed un tasso di attualizzazione pari al 5,50% l'anno, e tenendo conto che il costo totale attualizzato dell'opera (comprensivo delle somme non quantificate e dei costi forfetari di esercizio e di manutenzione ordinaria) è attorno a 1,3 miliardi di euro, e assumendo come data di entrata in esercizio il 2011, risulta che il cash flow annuale e cumulato è del tutto insufficiente ad assicurare l'autofinanziamento dell'opera (con un Valore Attualizzato Netto-VAN pari a -920 milioni di euro) e che nei primi 8-10 di esercizio i ricavi risultano persino inferiori ai costi correnti (esercizio e manutenzione), con un conseguente mantenimento di un flusso di cassa negativi sino al 2018;

la realizzazione dell'intervento risulta dunque possibile (in assenza degli altri interventi sopra descritti) soltanto a fronte di un contributo a fondo perduto da parte dello Stato pari a circa l'85-90% del costo complessivo, pari ad oltre 800 milioni di euro;


la realizzazione di nuove autostrade o tratte autostradali secondo il comma 2 dell'articolo 21 della legge 340/2000 sono consentite "a condizione che siano inserite nelle scelte prioritarie del Piano generale dei trasporti", mentre l'autostrada Broni/Stradella-Pavia-Mortara non risulta inserita nel Piano generale dei trasporti e della logistica (PGTL) o nel Programma delle opere strategiche della legge obiettivo, si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo ritengano che l'autostrada in questione che interessa due regioni, la Lombardia e il Piemonte, sia contrasto con la legge 340/2000 e al tempo stesso sia in contrasto con la stessa normativa legge regionale 9/2001 della Lombardia, come evidenziato dal Ministero dell'ambiente;

se ritengano, con riferimento al decreto del Presidente della Repubblica 12 aprile 1996 e al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 377/1988, in relazione alle caratteristiche della autostrada, che nel caso in questione si debba applicare la Valutazione di impatto ambientale statale;
se ritengano di porre la questione di legittimità della legge regionale 9/2001 per gli aspetti relativi all'approvazione dei progetti, alle competenze delle amministrazioni comunali, all'individuazione di autostrade, alla determinazione di concessioni, alla definizione di pedaggi e, infine, all'assoggettamento a procedure di VIA.”

 
 
 

Post N° 22

Post n°22 pubblicato il 10 Luglio 2007 da TerritorioCavese

Comunicato stampa

 

Pavia, 09-06-2007

 

Oggetto: iter progettuale dell'autostrada Broni-Pavia-Mortara e Valutazione Ambientale Strategica

 

 

In occasione della Conferenza di servizi del 7 Febbraio scorso, che approvò a maggioranza il progetto preliminare dell'autostrada Broni-Pavia-Mortara, fu votato all'unanimità un ordine del giorno (allegato A) in cui si legge:

 

"…la conferenza di servizi [...] ritiene che la predisposizione del progetto definitivo debba essere subordinata:

 

-          all'esito positivo della Valutazione Ambientale Strategica, che stimi la sostenibilità dell'insieme dei progetti alla luce del carico ambientale già presente;….."

 

Come abbiamo già sottolineato:

a) la direttiva comunitaria che istituisce la V.A.S. all'art.4 stabilisce che "La Valutazione ambientale deve essere effettuata durante la fase di preparazione dei piani e dei programmi e prima della loro adozione o del loro inserimento in una procedura legislativa" .

Non è stato serio perciò votare un progetto per cui non era stata effettuata la V.A.S. sulla sola base di una promessa che essa sarebbe stata posta in atto in seguito.  

b) Alla luce della direttiva citata ci chiedevamo anche che validità possa avere una Valutazione Ambientale Strategica da avviarsi dopo il voto in conferenza dei servizi.

 

Oggi dobbiamo però rilevare un'ulteriore distorsione in una procedura che si sta facendo via via sempre più cervellotica e scorretta. In risposta a un'interpellanza presentata in occasione del Consiglio Provinciale di Venerdì 8 Giugno scorso il Presidente della Provincia Vittorio Poma ha confermato quanto già scritto da Infrastrutture Lombarde (allegato B) in risposta alle osservazioni presentate dalle Associazioni ambientaliste e dai cittadini: non ci sarà un'autentica Valutazione Ambientale Strategica, ma una fantomatica "valutazione ambientale sintetica" "che segua i principi della V.A.S."

Ci domandiamo dunque quale legittimità possa conservare il voto favorevole espresso a maggioranza dalla conferenza di servizi dello scorso febbraio se Infrastrutture Lombarde ha deciso che la procedura a cui era subordinato l'assenso (la V.A.S. appunto) non verrà attuata secondo quanto promesso ai 36 soggetti presenti in conferenza.

Chiediamo al Presidente Poma (che in un incontro con le associazioni del 31 gennaio scorso aveva confermato l'intenzione di avviare la V.A.S.) e a tutti i soggetti che hanno votato sì al progetto - Comune di Pavia e Parco del Ticino in testa - di spiegare pubblicamente sulla base di quali motivazioni ritengano ancora valido il loro voto favorevole dal momento che Infrastrutture Lombarde ha estratto dal cappello a cilindro l'illusionistica novità di una valutazione ambientale sintetica, strumento che non risulta contemplato in alcuna norma di diritto ambientale e che rappresenta un curioso e maldestro esempio di "ecologia creativa" pensato per evitare di sottoporre il progetto a una procedura seria e rigorosa come la V.A.S.

 

 

Il Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni contro l'autostrada Broni-Pavia-Mortara

 

 

 
 
 

Post N° 21

Post n°21 pubblicato il 10 Luglio 2007 da TerritorioCavese
 

Da “Il Lunedì” del 14/05/2007

 

Sabato 19 maggio il presidente della Provincia di Pavia Poma in Piemonte.

La Broni-Mortara diventa Vercelli-Pavia

Villani (Ds) denuncia: "Ad oggi, di quanto deciso all'unanimità in Conferenza di Servizi, non si è fatto ancora nulla",

Due"strade"parallele, che prima o poi dovranno incrociarsi, circonda­no il progetto dell'autostrada Broni-Pavia-Mortara: da una parte la proposta di una Valutazione Ambientale Strategica, "sintetica” da parte di Infrastrutture Lombarde­ soluzione caldeggiata da un improvvisamente frettoloso assessore regionale Gian Carlo Abelli – in modo da accelerare i tempi e arrivare alla progettazione esecutiva ed avvio dei lavori 'verosimilmente, entro il 2009; dall'altra l'incontro fissato per sabato 19 maggio in quel di Vercelli, territorio coinvolto per un tragitto di 7 km, organizzato dalla Provincia di Vercelli prossi­ma alle elezioni, Ndt – dove inter­verrà il presidente della Provincia di Pavia Vittorio Poma e al quale sono stati invitati tutti i Sindaci pavesi coinvolti nel tracciato. Em­blematico il tema: dell'incontro, "Autostrada Vercelli-Pavia" diver­se le posizioni pre-incontro:da un lato i Sindaci che in Conferenza di Servizi si Sono detti contrari al trac­ciato dell'autostrada, approvato in fase preliminare, che attendono,di sentire le ragioni della convocazio­ne, dall'altro i Sindaci convinti dell'utilità dell'infrastruttura che salu­tano con positività l'evento. Uno fra tutti, Enzo Spialtini, sindaco di Garlasco che dice "si risolve così un nodo che aveva rallentato i lavori. In qualunque modo si chiamerà l'autostrada è un passo avanti nella realizzazione di un'infrastruttura fondamentale per il territorio, so­prattutto della Lomellina. Si tratta di non perdere l'ennesimo "treno" per lo sviluppo". Contempora­neamente a tutto questo al Consi­glio Regionale del Piemonte è stato finalmente "calendarizzato" l' ordine del giorno,per fare chiarezza riguardo ad un eventuale accordo con la Regione Lombardia, accor­do "sbandierato" dai sostenitori dell'autostrada ma mai ufficializza­to con un atto formale - mentre il prossimo 29 maggio in Consiglio Provinciale l'opposizione presenterà un interpellanza che non lascia dubbi ad interpretazioni erra­te: "Dopo l'ultima Conferenza dei Servizi sottolinea Giuseppe Villa­ni, segretario provinciale Ds e con­sigliere provinciale nella quale, è stato approvato all'unanimità un "Ordine del Giorno che poneva precise condizioni prima fra tutte la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) preliminare e una serie di al­tre cose importanti, a tutt' oggi, di tutto questo non si vede nulla. Anzi, ci viene proposta un'ipotesi diVAS sintetica che non ci sta affatto bene. Noi e inteso come Unione - solleveremo la questione nelle sedi opportune, iniziando dalla Provincia di Pavia "per arrivare alla Regione Lombardia".

 

 
 
 
 
 

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