Memet

Tra soli e piogge


E' arrivato un nuovo muro di nubi. Sono giorni variopinti e variabili. Le nuvole passano rapide regalando agli abitanti della nostra bassa mutevoli chiaroscuri. Succede che un cumulo si fermi. Si gonfi sopra le nostre teste sempre più basso. Sempre più incombente e nero denso di pioggia che puntualmente arriva in scrosci violenti. Poi il cielo nuovamente si squarcia e di nuovo il sole filtra in quei colori che solo dopo gli acquazzoni estivi si godono. Attraversavo il nostro fiero fiume l'altro giorno. L'ho reincontrato orgoglioso e imponente come da tanto tempo non lo vedevo. Dall'ultima immemore piena in cui i ragni avevano tessuto gli interi argini di una immensa geniale trappola. In cui i sacchi di sabbia si erano ammassati lungo le sponde. In cui era stato tagliato l'argine di Tabellano. Il Brasil lo chiamano ma non ho mai capito perchè. Il Po. Mi ha trasmesso fierezza. Non più stanco e lento. Sottile serpente tra quei grossi sabbioni emersi dalla sua magrezza. Ossa di un fiume che facevano pensare che veramente tutto è destinato a spegnersi e, lentamente, morire. Anche ciò che fin da piccolo genitori e nonni ti hanno insegnato a ammirare con quel misto di religioso rispetto e ammirazione. Infantile affetto e ingenua paura. Di nuovo Largo e roboante con i suoi gorghi. Scuro e sornione. Rapido e vorace. Il vecchio Re della bassa c'è ancora. Ed è bello quando fa sentire la sua voce. MW