Lund...erasmus city

Treno Gotheborg-Lund ore 21.00 del 18 aprile 2006


Qualcuno forse si chiederà cosa ci faccio in questo treno svedese alla fermata di Varberg seduto di fronte alla straordinaria svedesona di turno ke legge il suo interessante libro sulle giraffe e qualke volta alza il suo sguardo e io cerco di immergermi nei suoi glaciali okki. Ora attraversiamo il mare, gli scogli, quasi mi commuovo con questo tramonto sul blu in sfumature non commentabili ma che ti toccano qualche elemento funzionale interno. Ma andiamo per gradi. Torno dall’Italia dopo aver lasciato la terra svedese per staccare un po, per cercare qualcosa ke non trovavo +, per capire cosa cercare. Risultato: non ho trovato niente…come sono prevedibile. Sono partito ieri notte alle 00.30, in macchina con camion e lello, amici di sempre. Una delle tre radio ascoltabili nel treno manda in questo momento: “I have been looking for freedom”…come ci sto dentro! Mi sento di nuovo a casa. Voglio riabbracciare la mia bici appena metto piene in delfi. Lund è ancora lontano…potrei scrivere pagine e pagine in questo tempo. Ma come sempre mi limiterò alle banalità ed a quake episodio ke altrimenti andrebbe dimenticato irrimediabilmente. La verità è ke mi sento un tantino stanco. Non avevo mai fatto un viaggio di quasi 20 ore senza parlare con nessuno. Da rifare: osservare il mondo ke ti passa attorno nella solitudine della tua diversità è incredibilmente stimolante. 20 giorni fa nel viaggio di ritorno in italia avevo conosciuto rebecca, l’inglese ke vive nella H buildin e tuttavia non avevo mai visto. Incontrata alla fermata del bus abbiamo parlato fino a londra. Ora arriva il controllore, mi guarda e passa avanti: devo avere proprio la faccia del bravo ragazzo: è la seconda volta ke mi succede, la prox volta il biglietto non lo faccio. Un po di timore per quello ke troverò ce l’ho. E’ passato un sacco di tempo e non mi stupirei se molti degli equilibri sono andati distrutti. Mi abituerò repentinamente alla nuova situazione, e poi… tra qualke giorno sarò ad oslo. Il tempo sta per scadere e questo ultimo mese va vissuto con intensità, ogni giorno come se fosse l’ultimo. Ogni volta ke torno dall’italia (questa è la terza) è come se fosse la prima. Sensazioni absolutely incredible. No words to describe them. E’ notte, la svedese non mi concede più  neppure lo sguardo. Forse sono a metà strada. Ho voglia di nations, ho voglia dei panini della m building, dei tacos di cyrus e delle risate di bea, dei silenzi assenti di bjorn (ke è uno ke pensa), della prevedibilità dei pesci nell’acquario, delle stronzate di Gianluca, degli abbracci di yle, della puzza alimentare del cinese, dei balli di cristina, della fermezza di nigora, della riservatezza di annemie, della dittatorialità di ki vive in austria, ho voglia di mescolarmi a questa mistura di culture internazionali ancora per una volta. La finisco qua, anke perke la mia musa si è appena alzata ed ha mosso il suo bel culetto fuori da questo trenino tecnologico senza concedermi per l’ultima volta il suo sguardo. Animale crudele!