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Scuote l'anima mia Eros


Ho cominciato a leggere l'ultimo libro di Eugenio Scalfari, "Scuote l'anima mia Eros". L'Autore, all'inizio della trattazione, si pone provocatoriamente una domanda: "perché aspettare l'età di ottantasette anni per pubblicare un saggio con questo titolo?". Risponde che l'opera è parte di un percorso iniziato quattordici anni prima e proseguito nel corso dei successivi attaverso la pubblicazione di diversi saggi di natura pressoché filosofica.Il primo s'intitola "Incontro con io", l'ultimo "Per l'alto mare aperto". Ne ho letti alcuni. Devo riconoscere che non mi hanno affascinato per la profondità dei contenuti (che dipenda dalla mia ignoranza in materia filosofica? Può darsi...).L'ultimo riporta alcuni passaggi interessanti tra cui la spiegazione "dell'ascolto del tempo" che caratterizza l'opera di Proust.Non è proprio una lettura estiva, ma credo comunque che valga la pena leggerloTrascrivo un passaggio che mi ha colpito, in cui l'autore si interroga su cosa sia l'allegria (in contrapposizione alla tristezza):"L'allegria è dunque una marginalità cui aspira il volgo, la gente da poco, quella che si contenta della sua piccola vita senza ideali, senza aspirazioni che non siano il mangiar bene, una vacanza, un amorazzo, una promozione, una famiglia da tirar su? Il sentimento dei poveri per uscire dalla loro vera tristezza che è la povertà e la mediocrità che li opprimono?"