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La bellezza dell'attesa


Pomeriggio. Ho ricevuto la lettera di Tatiana. La stavo aspettando da ieri. A metà mattinata era già lì nella mia casella di posta, pronta per essere letta. Insieme alla lettera mi ha inviato anche alcune fotografie, che non ho ancora potuto vedere perché il Blackberry non mi consente di visualizzarle direttamente dal dispositivo. O forse sono io che non ne sono capace. Lo farò stasera, non c’è nessuna fretta. Ho installato un ventilatore a piantana per rendermi più gradevole l’esercizio intellettuale al quale mi dedicherò nel pomeriggio (non prima d'aver fatto una bella doccia rinfrescante). Mi interrogo sulla bellezza di scrivere e di scambiarsi lettere, in un mondo in cui tutti sembrano orientati verso la ricerca spasmodica della comunicazione veloce: twitter, facebook, linkedin, myspace e chi-più-ne-ha-più-ne-metta. Il tempo è tiranno, lo sappiamo, ed anche il tempo libero è misurato col contagocce. Gestire il tempo libero, organizzarlo nel modo più efficiente possibile. Il trittico di parole disseminato nell’ultima frase, “gestione-organizzazione-efficienza”, significa che di tempo “libero” proprio non si può parlare. Semmai di tempo “organizzato”, e di conseguenza schiavo di se stesso. Parole più consone sarebbero: cazzeggiare, dormire, leggere, scrivere, correre, mangiare, bivaccare, fare l’amore. Altrimenti, sentitei liberi di scegliere il dizionario del tempo libero che più vi aggrada.Intanto io continuo a crogiolarmi nella bellezza dell’attesa, in barba a coloro che si illudono di poter avere tutto e subito, e soprattutto di goderne appieno.