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Dov'era la sinistra?


Volevo uscire per il jogging ma il tempo è grigio, scende una pioggia fitta fitta che stimola la mia pigrizia più di ogni altra cosa. Mi sono svegliato e ho fatto una colazione abbondante: the, frutta, fette biscottate al miele.Ho letto le fiabe delle mille e una notte, ho ascoltato un po' di musica jazz apprezzabilissima (un gruppo di S. Pietroburgo); infine, come sempre, mi sono ritrovato seduto davanti al solito schermo antiriflesso, un po' avvilito al pensiero che domani ricomincerà la settimana.Ma sforziamoci di essere ottimisti.Rimuovere il pensiero del lunedì è possibile.In fin dei conti, lo stress da inizio settimana è gestibile in modo abbastanza semplice: credo sia sufficiente organizzare un buon programma per la domenica sera e proiettarsi mentalmente al martedì.E soprattutto non pensarci! Cosa che invece sto facendo, dal momento che ne scrivo.Con mia madre, a tavola, abbiamo discusso di politica. Ho un'amica che vive in Svezia (ormai da quasi due anni), dove si barcamena facendo lavori saltuari: ragazza alla pari, commessa in un negozio di generi alimentari, cat-sitter (mi si passi l'espressione orrenda, ma in italiano non sono riuscito a trovarne una equivalente).Lavori umili, per una ragazza che si è laureata brillantemente.Il racconto delle sue ultime avventure ci ha fornito lo spunto per parlare della condizione sociale dei giovani italiani: in balìa di un mercato del lavoro ostile e precario (oppure flessibile, se preferite un linguaggio politically correct), dipendenti dalle tasche dei genitori fino a trent'anni.Penso, con tristezza, alle persone che in questo periodo sono state ammesse a "beneficiare" della cassa integrazione.Con altrettanto rammarico, penso a tutti quei giovani che (in forza di un contratto a tempo determinato) sono stati licenziati in tronco, senza indennità e senza tutele.Ad accrescere l'amarezza, il ricordo che le suddette forme di lavoro flessibile sono state introdotte, nel nostro paese, da un governo di centro-sinistra.