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Il limbo


Rileggendo i miei scritti, mi sono accorto come il termine “limbo” ricorra in modo abbastanza frequente. Non posso certo affermare che si tratti di una scoperta sensazionale, e nemmeno sorprendente, però sono rimasto perplesso.In primis, che cos’è il limbo? Semplice, il luogo descritto da Dante nell’Inferno.Se non erro, è raffigurato come un colle, e accoglie tutti gli spiriti che non hanno ricevuto il battesimo cristiano. Ci sono, per esempio, i filosofi greci, insieme ad illustri personaggi storici accomunati dal fatto di essere nati prima di Gesù Cristo.Per scrupolo, ho aperto l’enciclopedia universale Garzanti, che riporta la seguente definizione di limbo: “nella teologia cattolica, il luogo nel quale i giusti dell’Antico Testamento e del paganesimo attesero, dopo la morte, la redenzione operata da Cristo. Nella tradizione teologica post-agostiniana, oggi abbandonata, è il luogo (“l. degli infanti”) che accoglie i bambini morti senza battesimo”.Nel mio caso, l’associazione d’idee più comune suscitata dalla parola “limbo” è leggermente diversa.Per fare ulteriore chiarezza, ho continuato la mia breve ricerca filologica, affidandomi questa volta alle pagine profumate di un vecchio dizionario (lo Zingarelli). Qui si evidenzia un particolare interessante nella definizione del limbo: “…soggiorno delle anime di coloro che sono morti portando la sola colpa del peccato originale…”.In conclusione, si tratta di anime innocenti, la cui unica colpa, paradossalmente, non può essere loro attribuita! In senso figurato, invece, il limbo è inteso come “luogo, stato, ambito, condizione o situazione non esattamente definita né definibile”.Eureka! Credo che nel mio vocabolario parlare di limbo equivalga a descrivere una situazione di indeterminatezza (nella quale mi trovo?), anche se non sono capace di guardare oltre, di compiere l’ultimo epico sforzo che valga a contestualizzarla.Beh, forse è meglio che niente: prendere atto di situazioni o circostanze è già un ottimo punto di partenza nel percorso che porta a conoscere se stessi.