Il viaggio di Tamiri

La rivoluzione sopravvalutata dell'e-book


Le vacanze estive popolano le spiagge - sempre meno a quanto pare - e compagnia ideale del bagnante, oltre ai castelli di sabbia, le sculture sulla battigia, i giochi e i balli di gruppo, è il libro. Personalmente ho visto soltanto libri di carta in mano ai lettori estivi, fossero essi italiani o stranieri, ritengo che abbiano evitato gli e-book per fare in modo che non si rovinassero con sabbia, sole e acqua. Questa riflessione mi ha spinto a pensare che la rivoluzione degli e-book è ancora in fieri, in progressione con i ritrovati della tecnologia, quando riusciremo ad avere e-book readers impermeabili, antigraffio e mai troppo caldi. Rivoluzione, un termine che ho letto spesso in riferimento ai nuovi supporti elettronici che hanno cambiato il mondo dell'editoria e della lettura. Tuttavia, questa forse è una rivoluzione parziale, sopravvalutata. L'e-book ha cambiato il modo di conservare i libri, di diffonderli, di leggerli, ma non ha cambiato il modo di scriverli. A questo proposito la vera rivoluzione è avvenuta con l'avvento dei computer che hanno sostituito le macchine da scrivere e quindi inciso sul processo di scrittura. Le rivoluzione è avvenuta con Gutenberg nel '400 quando dall'amanuense si passò ai caratteri mobili e al torchio. Ci sono state due rivoluzioni da allora, ma l'e-book non è tra questi. Mentre quando la pressa sostituì l'amanuense le resistente furono effimere e durarono poco, oggi, vedo ancora lontano il giorno in cui non si stamperanno più testi su carta, perché ci sono ancora luoghi (come le spiagge) in cui si preferisce il vecchio stile.Si può obiettare che la digitalizzazione è il sistema moderno per preservare libri non più stampati e antichi, ma si tratta di "xerocopie" d'emergenza che non hanno nulla a che vedere con la produzione dell'opera in esso contenuta. Non c'è alcun tipo di intenzione diversa da parte dello scrittore che sceglie di buttare giù un testo; a livello produttivo cambiano soltanto i costi da parte dell'editore. Ed è forse questo il cuore del discorso: il punto di vista di chi fa il budget di spesa, non di chi scrive; almeno fino a quando non si parla di self-publishing.Questo è un altro capitolo della "rivoluzione sopravvalutata". L'autore ha la possibilità di diffondere il suo scritto sulla rete attraverso canali dedicati. Questo da un lato permette una diffusione limitata unicamente dalla lingua in cui scrive e dalla presenza, presso il possibile lettore, di un supporto informatico connesso a internet. Dall'altro lato, però, a monte non v'è alcuna operazione editoriale né di editing, il che permette alle opere di essere gettate nel mare magnum del web. Il ruolo dell'editore da tempo ha subito una sequela di accuse e il più delle volte queste erano fondate, ma davvero è credibile un lavoro autoprodotto? Si dirà: "Quel che conta è l'apprezzamento del pubblico" in base all'idea che l'arte deve colpire direttamente l'animo di chi la frequenta, ma l'emotività e la passione non è tutto, e un'auto pubblicazione non avrebbe alcun valore se non accompagnata da una solida attenzione formale.A conti fatti, la rivulzione digitale nel campo della lettura e del libro si prospetta essere più lunga di quanto i tempi moderni possono attendere."Una stanza senza libri è come un corpo senza anima" (Cicerone)