Parole messe lì...

Applausi. Ma anche no.


L'italiano applaude. Inutile dire...l'italiano ha questa strana tendenza a far si che le sue mani in certe occasioni, sbattano violentemente l'una contro l'altra. Atterra un aereo e l'italiano applaude. C'è un funerale e l'italiano applaude. C'è un minuto di silenzio in uno stadio, per ricordare qualcuno o qualcosa e l'italiano applaude. Che cazzo ha da applaudire, sempre? Se si chiama "minuto di silenzio", qualcosa vorrà pur dire, ti pare? Sennò si sarebbe chiamato "minuto dell'applauso". Ma porca miseria...e sta un po' fermo con quelle mani...che tra l'altro, rischi pure di diventare cieco.....o quello si riferiva ad altro? Comunque. Permettimi, per una volta, di essere orgoglioso della città che mi ha visto nascere. Fammi essere orgoglioso del minuto di silenzio totale, assoluto, irreale, che ieri lo stadio Artemio Franchi ha tributato alla memoria della signora Prandelli. Questa volta non si tratta di calcio, non si tratta di chi ha perso e chi ha vinto. Si tratta di civiltà e si tratta di rispetto. A volte, un minuto di silenzio, riesce a fare più rumore di qualsiasi frastuono.