Parole messe lì...

Games without frontiers.


Ho un amico che adora i giochi da tavolo. Io invece li detesto. Mi annoiano, mi distraggo, penso ad altro. Non mi va di impegnarmi a conquistare il mondo con un esercito di carrarmatini verdi. E insomma, ieri sera dice: “e se si giocasse a Monopoli?” Io dico: “perché, qui non c’è posto?” Che era una battuta bellissima, direi. L’hai capita? Monopoli. In Puglia. (applausi registrati e finte risate in sottofondo). Se non l’avevi capita, non te ne fare un cruccio…non l’hanno capita neanche loro. Se invece l’avevi capita ma ti fa cagare, sinceramente non me la sento di darti torto. E insomma mi è toccato. Una serata da suicidio, impegnato a scambiare la Società Elettrica col Parco della Vittoria e costruire case ed alberghi in Viale Traiano, sempre con quest’assillo di finire in galera senza passare dal via.Senza contare poi, che essere rappresentato da un candelabro, la trovo una cosa decisamente imbarazzante.