Creato da evasoxcaso il 09/06/2006

Parole messe lì...

...perchè se Dan Brown ha scritto un libro, non vedo perchè io non possa scrivere un blog.

 

 

Villa Arzilla.

Post n°966 pubblicato il 14 Aprile 2009 da evasoxcaso

Il video postato mostra il simpatico battibecco fra due arzilli vecchietti ospitati in una casa di riposo, chiaramente affetti da arteriosclerosi galoppante.
Lei, con un improbabile abito rosa, si rivolge a lui seminascosto da altri inquietanti personaggi, in una lingua a tutt’oggi sconosciuta. Lui, che l’arteriosclerosi in avanzata fase lo fa credere Dio, non le risponde, ma in cuor suo pensa che ella sia una maledetta zoccola comunista.
E’ tutto molto tenero.
 

 
 
 

The lamb lies down on Broadway. (Genesis)

Post n°965 pubblicato il 12 Aprile 2009 da evasoxcaso

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Vallo a dire al cretino che chiede alla gente se ha avuto paura.
Buona Pasqua.
A Elena no. A lei non l’ho detto “buona Pasqua”.
Mi sarebbe sembrato di prenderla per il culo.

 

 
 
 

E' una parolaccia "cazzuola"?

Post n°964 pubblicato il 11 Aprile 2009 da evasoxcaso

Domani è Pasqua. Lo so che lo sai…era solo per dire che essendo Pasqua, in questo post non sarà presente nessuna parolaccia. A parte “stracazzo”, che  scriverò fra qualche minuto. Anche se in verità, è tutto da dimostrare che “stracazzo” sia una parolaccia. In tal caso, allora potrebbe essere una parolaccia anche “cazzuola”. Comunque pensavo una cosa: esiste un motivo valido per cui a chi stupra una decina di donne, o violenta qualche bambino, o abindola il prossimo nella maniera più infame, gli viene schermata la faccia in nome della “privacy”, mentre coloro che piangono i loro cari, vengono mostrati in tutto il loro dolore? Non ci dovrebbe essere un minimo di riservatezza, in questo? Per quale stracazzo (eccola) di motivo il mio dolore deve diventare pubblico? Per quale ragione il mio volto deve venire zoommato da ogni angolo, mentre piango ed abbraccio una bara? 

 
 
 

Chissà se Biagi e Montanelli stanno sorridendo.

Post n°963 pubblicato il 09 Aprile 2009 da evasoxcaso

Essere imbecilli è del tutto lecito. Essere imbecilli e giornalisti è quasi la regola. Quasi. Perché qualcuno bravo c’è, diciamolo. A me piace Toni Capuozzo, per dire. L’uomo dalle borse più capienti d’Europa. Lui è uno che ci mette la faccia, che va in prima linea e racconta le guerre dal campo e non dallo studio televisivo situato a duemila km di distanza. Sei giornalista? Perfetto. Vai dove succedono i fatti. Sennò vai a lavorare ai mercati generali e quando stacchi, accendi la tele e guardi cosa è successo. Come faccio io, per dire…che non lavoro ai mercati generali, ma andare dove c’è la guerra non ci penso proprio, perché me la faccio sotto dalla paura. E poi, io mica sono giornalista. Dunque ricapitoliamo: sei un inviato e come dice la parola stessa, ti invio dove succedono le cose. Sei uno che scrive di sport? Vai alla partita. Scrivi di musica? Vai a vedere Madonna e dicci come ha cantato. Semplice, no? C’è un terremoto? Benissimo…cioè, benissimo un cazzo…benissimo proprio niente. Rifaccio. C’è un terremoto? Ok. Vai a vedere che è successo e raccontaci. E magari, se ti capita, intervista pure qualcuno…meglio se mentre sta piangendo, che facciamo più audience.
E dunque tu, giornalista, vai lì col tuo bel microfonino e ci racconti cosa sta succedendo. Poi incontri un tale…che tu mica lo sai, se quel tale ha perso la casa, per dire. Magari si…ha perso la casa ed oltre a quella ha perso anche una decina di parenti, magari un figlio, qualche amico, dei colleghi. E fra tutte le domande che gli puoi fare, cosa gli chiedi? Qual è la prima domanda che il tuo cervello partorisce? “Ha avuto paura?”. Ora: lascia stare che di vincere il Pulitzer non te ne frega un cazzo…e ci può stare…d’altronde essere ambiziosi mica è la regola, si può vivere bene anche scrivendo della sagra della porchetta, che se fatto con competenza e dignità, è un nobilissimo mestiere, ma dico io: se dopo una domanda del genere, il tale ti ficca la telecamera su per il culo e ti prende a calci nelle gengive, ti stupiresti?

 
 
 

Improbabile paragone fra lo scopare e il terremoto.

Post n°962 pubblicato il 08 Aprile 2009 da evasoxcaso

Morire non è mai una bella cosa. Non lo è mai. E non credere a chi ti dice che lui vorrebbe morire mentre sta scopando. Lo dice, ma non lo pensa. Io se sapessi di morire mentre sto scopando, non scoperei più. E lascia stare la battuta che “allora puoi stare tranquillo, che vivi più di Matusalemme”….è vecchia….e soprattutto, vera. Per cui, lasciamo stare. Morire non è mai bello. Però si deve, prima o poi. Ed io spero di non morire mai a causa di un terremoto. Mi darebbe fastidio che qualcuno sfruttasse la mia morte per arraffare una manciata di voti. E mi darebbero fastidio le solite facce di circostanza di giornalisti e compagnia cantante. Mi darebbe fastidio morire circondato da una falsa e ipocrita cornice di pietà. Basta ora, che rischio di dire cose trite e ritrite, più di quelle che sento dire in questi giorni.
O le ho già dette?

Dedico questo post a E. Che non lo leggerà mai, ma che se lo leggesse, le piacerebbe molto.
O forse no. 
Che spesso mi sopravvaluto. Troppo spesso, forse.
Pazienza. La perfezione non rientra nelle mie innumerevoli doti.
Ma ci sto lavorando. 

 
 
 

Ippocrate.

Post n°961 pubblicato il 08 Aprile 2009 da evasoxcaso

Ho un fastidioso malessere. Niente di fisico, se si eccettua un misterioso dolore, peraltro sopportabilissimo, alla parte sinistra del collo, verso il basso. Mi dicono che trattasi di vecchiaia. Mi dicono che sono dolori che vengono e che poi se ne vanno. Dolori che si presentano per ricordarti che il tempo è passato e che tu non ci puoi fare niente. Sono belle certe cose. La gente deve sempre trovare una diagnosi istantanea. Gli dici una cosa tipo: “oggi mi fa male la testa”…e la gente ti risponde: “è il tempo…”. La gente mica lo capisce che se dico: “mi fa male la testa”, non mi interessa sapere da cosa è provocato il dolore…mi interessa che smetta di farmi male. Per cui sarebbe più opportuno sentirmi dire, ad esempio: “prendi un Moment”. Invece tutti ti dicono la causa e nessuno ti da la cura. E a me delle cause non me ne frega niente. Io voglio rimedi. E se non li hai, sta zitto, che mi fai un favore.
Ho un fastidioso malessere. E non è fisico.
Buonanotte.

 
 
 

Un post(o) vale l'altro.

Post n°960 pubblicato il 06 Aprile 2009 da evasoxcaso

Facevo finta che quella potesse essere la mia vita. La vita che avrei voluto. La vita che vale la pena vivere. Erano attimi. Ore. Non lo so…lo scorrere del tempo in certi casi è insignificante. Perché tutto sta nello stomaco, tutto sta in certi anfratti della mente. Sono le risate che fanno la differenza, quelle risate che durano dieci secondi, ma che vorresti restassero indelebili. Dieci secondi in cui ti dici che niente potrà restare per sempre uguale, che passati quei dieci secondi, un’altra espressione ti si stamperà sul volto e tu magari dirai una cosa che non è importante, una cosa che serve per riempire quello spazio lasciato vuoto, fra i dieci secondi di prima e i dieci secondi che verranno dopo.
Mi dispiace. Sono contento, ma mi dispiace. Mi dispiace tanto.
 

...dalle sei meno dieci alle sei e ventidue, passano trentadue minuti.
Poi più niente. Solo il sapere che tutto cambia e tutto poi ritorna com'era.
Con o senza l'aggiunta dei dieci secondi.
 

 
 
 

Questo post è stato scritto con in sottofondo "Frozen" di Madonna.

Post n°959 pubblicato il 04 Aprile 2009 da evasoxcaso

Il buffet. Un’altra di quelle cose alle quali non siamo stati capaci di trovare una traduzione. Che a noi italiani ci sta così tanto sulle palle lavorare, che certe cose le lasciamo col nome che gli hanno dato gli altri. Il buffet è come la vita. Si deve sgomitare per arrivare alla meta. E a me di sgomitare non va…tranne che se dovessi giocare a pallone contro Kakà o Ibrahimovic…in quel caso, se non sgomito un po’, la palla non la vedo proprio. Ed anche sgomitando, dubito che la vedrei. E’ che ci sono momenti e momenti. E sgomitare mi intristisce. Non ho mai sgomitato in vita mia, non mi è mai importato farmi largo. Ho il mio posto e il mio spazio. Fine. Me lo faccio bastare. Ed ho un’età in cui mi posso permettere di fregarmene di tutte queste cose. Io non sgomito mai, neanche per mangiare. Resto con la fame, piuttosto che sgomitare. Lo capisci cosa intendo?
Lascia stare, dai.

 
 
 

Il fumo nuoce gravemente alla salute.

Post n°958 pubblicato il 03 Aprile 2009 da evasoxcaso

 

Nei pressi di casa mia c’era un distributore di sigarette. Era una comodità unica. Era praticamemte sotto casa. Avere un distributore di sigarette sotto casa, ti evita di fare tutti quei calcoli che si devono fare per non restare senza la materia prima. Che tanto, pensavo: chi se ne frega se resto senza…esco due minuti e le vado a prendere. Anche nel cuore della notte. E infatti, mi è successo più di una volta, per dire, di uscire in ciabatte alle due di notte, prendere un pacchetto di Marlborazze e tornare a casa. Tu dirai: embeh? Che è sto cazzo di preambolo? Dove vuoi arrivare? Ora te lo dico, sta calmo. Che è sta fretta? Cosa mai avrai da fare di così urgente che non puoi aspettare due minuti? Che tanto, se sei qui a leggere sta cosa, segno che un granchè da fare non ce l’hai, per cui sta tranquillo e non rompere le palle. Ma pensa te…tutti fretta, hanno…come se lavorassero solo loro. Allora, dicevo. C’era sto distributore di sigarette. Allora ieri sera pensai, verso mezzanotte: “vado a prendere un pacchetto” e andai. Arrivato lì ho scoperto con raccapriccio che il distributore di sigarette non c’era più. Al suo posto ne hanno messo uno di preservativi. A parte la questione morale e a parte che se passano da queste parti Ratzinger e Bagnasco gli viene un colpo apoplettico, mi domandavo: con quale criterio è stato tolto un distributore di sigarette, per metterne uno di preservativi? Con quale strategia di marketing? Possibile che ci sia più gente che tromba, rispetto a quella che fuma?

 

 
 
 

La signora dai capelli turchini. Si, come la fata di Pinocchio.

Post n°957 pubblicato il 02 Aprile 2009 da evasoxcaso

 

Che qua di fronte a me, poche porte dopo, dall’altra parte della strada, ci abita una signora anziana. Abita sola in quanto vedova e il figlio abita in un paesello limitrofo a questo. E’ una signora tutta distinta, coi capelli bianchi che danno sul violetto, sempre vestita perfetta che la vedo uscire e andare con le amiche a prendere il thè al bar. Oppure la incontro per strada e mi ci fermo a far due chiacchiere. Lei parla sempre con la voce molto bassa, con un tono pacato che ti mette serenità. Io quando parlo con questa signora, sorrido dentro. Sorrido dentro perché dice cose che mi fanno sorridere, Cose tipo:
“Buongiorno, giovanotto..” …lei mi chiama “giovanotto”..ed in effetti, per una signora di 82 anni, uno di 46 è un giovanotto….Einstein insegna, insomma…
“Buongiorno signora..come va? Che si dice?”
“Eh…cosa vuole..si tira avanti.”
“E meno male, direi…è stata da suo figlio, l’altro giorno? L’ho vista salire in macchina con lui…”
“Eh si..sa..era il compleanno di mia nuora..lui ci teneva che andassi a pranzo da loro.”
“Certo. Ci mancherebbe…che almeno ha mangiato qualcosa di buono ed è stata in compagnia…”
“Si, si…senta..le volevo dire…ho visto che ha messo le persiane nuove…”
“Si. Ha visto? Mi ci volevano proprio..che le altre erano orribili. Le piacciono?”
“Si. E senta, mi dica…però non pensi che mi importi, sa…quanto le ha pagate?”
“Non molto..pensavo di spendere di più.” E le dico la cifra.
“Ma davvero? Ma pensi un po’..credevo fossero più care…e senta..le volevo dire…solo che non se la prenda a male eh..si fa per parlare..non che mi importi, sa…dicevo: ma una compagna non ce l’ha?"
 “Al momento no, signora. Ma chi vuole che mi si pigli a me…”
“Ma come…ma via..non dica così…un bel giovanotto* come lei…la casa è sua, vero?”
“Si.”
“L’ha pagata molto? Si fa per parlare, eh..”
“Abbastanza…o meglio..abbastanza, per me…per Briatore probabilmente l’ho pagata una sciocchezza**”...(sempre per scomodare Einstein).
“Eh eh eh…che ora con questi mutui è un problema, sa…lei ha il mutuo?”
“Si…e a tasso variabile, che io non mi faccio mancare niente..”
“Eh…è un problema…e senta..le volevo dire…la rata è molto alta?”
In quel momento mi squilla il cellulare, io dico “mi scusi” e mi allontano per rispondere.
Giusto in tempo per evitare di dirle da quanto non faccio sesso, che misura di mutande porto e farle vedere il mio ultimo estratto conto.
Sempre per parlare, eh…che alla signora mica importa. Si fa per fare due chiacchiere, insomma.

*volevo precisare che le signore anziane dicono “bel giovanotto” a chiunque. A prescindere.
** volevo precisare anche, che con qualsiasi altra persona, avrei detto “cazzata”.

 

 
 
 

Il post è come il pesce, dopo tre giorni puzza.

Post n°956 pubblicato il 01 Aprile 2009 da evasoxcaso

Erano due mesi che avevo pronto un post da pubblicare oggi. Lo avevo scritto due mesi fa su word e lo tenevo lì, aspettando il primo aprile. Era un post nel quale  mi ero inventato tutta una storia intricata, uno di quegli amori impossibili con una donna sposata che mai avrebbe lasciato il marito per fuggire con me. Era un post lunghissimo, in cui avevo fatto in modo di far combaciare date, avvenimenti, situazioni. Era il post nel quale davo il mio addio a tutti e sparivo per sempre, fra atroci spasimi d’amore. Era il mio canto del cigno. Era lungo come una quaresima e lo avevo corretto e ritoccato mille volte, per farlo essere sempre più avvincente, per farti restare inchiodato a leggere. Era il mio pesce d’aprile virtuale. Uno scherzo, insomma…l’ennesima cazzata. Solo che poi, mentre lo stavo rileggendo un’ultima volta prima di pubblicarlo, ho pensato una cosa..ho pensato che magari qualcuno poteva lasciare un commento tipo “finalmente..era ora che lo chiudessi sto cesso di blog, che non se ne poteva più di tutte le stronzate che scrivi. Vedi di andartene affanculo una volta per tutte e che non ti venga in mente di tornare, quando la stronza ti manderà a cagare”…..allora l’ho cancellato.
Peccato, perché era bello. Era un modo un po’ idiota, per farmi sentire un genio del male.
Che io mi accontento con poco, sai….

 
 
 

E luce fu.

Post n°955 pubblicato il 31 Marzo 2009 da evasoxcaso

Allora…il comune del mio paese ha fatto recapitare a tutti (almeno credo, a tutti…a me lo ha fatto recapitare, ecco) un pacco con dentro una decina di lampadine a basso consumo. Quelle lunghe, che se le compri costano un capitale e che pare facciano risparmiare energia. Un bel pacco tutto colorato, con dentro otto lampadine a 20 watt, che però per qualche misterioso motivo, è come se fossero a 100 watt. Infatti c’è pure scritto: “20 watt=100 watt”. Così c’è scritto.  Ti metterei la foto, ma mi fa fatica…per cui, fidati e basta. E guarda caso, appena ricevuto il pacco, la lampadina del lampadario che ho in cucina, si è fulminata. Io ho pensato: “cazzo me frega…ho le lampadine nuove”. E presa una scala, l’ho immediatamente cambiata. Poi ho pensato una cosa: da quando abito in questa casa, è la prima volta che mi si fulmina una lampadina. E qui ci abito dal marzo 2003. Per cui, sei anni esatti, giusto? Bene. Ora: se io cambio una lampadina ogni sei anni, vuol dire che le otto lampadine che mi hanno inviato mi bastano 48 anni. Fai un conto rapido: 6x8=48. Ok. Questo significa due cose:
- che io, in tutta la mia vita, non comprerò mai più una lampadina
- che molto probabilmente, le otto lampadine che mi hanno inviato, mi sopravviveranno.
Devo ricordarmi di includerle nel testamento.

 
 
 

Il telefono, la tua voce. E non solo.

Post n°954 pubblicato il 30 Marzo 2009 da evasoxcaso

Ammazza che giornata triste. Triste come una minestrina. Che poi, non ho capito…devo aver fatto casino col telefono..tipo che io avevo messo la sveglia alle nove, che alle due devo lavorare ed alzarmi troppo tardi non mi va, che poi sto rincoglionito tutto il giorno..vabbè, lo so che anche se mi sveglio presto non è che cambi granchè, ma a me andava di svegliarmi alle nove. E allora gliel’ho detto ieri sera al telefono: “Battista, domattina svegliami alle nove” e lui in effetti, alle nove si è messo a trillare che sembrava indemoniato. Mi sono alzato, lavato, fatto colazione e messo di fronte al Mac, che volevo leggere un po’ di giornali. Solo che è successa una cosa strana: quando mi sono messo di fronte al Mac, lui (il Mac), diceva che erano le otto e trentacinque. Allora ho guardato l’orologio che ho al polso ed anche lui diceva che erano le otto e trentacinque. Mica troppo convinto, ho acceso la tele e messo il televideo: le otto e trentacinque pure lì. Uhm. Ma siccome io sono uno che se dice che sono le nove, devono essere le nove per forza, allora ho messo Mediavideo…oh..erano le otto e trentacinque anche su Mediavideo. E che cazzo. Allora sono sceso per vedere l’orologio in macchina: porca di quella zozza, maledetta, infame, anche lui diceva che erano le otto e trentacinque. Ma io mica mi sono arreso. Ho chiesto ad un tale che passava di lì: “scusi, mi sa dire l’ora, per favore?” “Certo –ha detto lui- sono le otto e quaranta”…che nel frattempo, giustamente, erano passati cinque minuti. Allora ho risistemato l’ora sul telefonino ed ora lo guardo in continuazione, che secondo me, si prende troppe libertà sto cazzo di telefono.
Comunque ieri è stata una bella giornata, ecco. Nonostante la pioggia.

 
 
 

Che tempi, signora mia...che tempi.

Post n°953 pubblicato il 27 Marzo 2009 da evasoxcaso

In questi giorni seguendo i telegiornali mi è capitato di sentire un paio di notizie carine. Oddio, forse “carine” non è il termine più corretto. Comunque. La prima è quella di quel tale che si strombazzava lady BMW e che poi la ricattava minacciando di divulgare i filmini dei loro amplessi. Facendo questa nobile cosa, pare sia riuscito ad estorcerle qualche decina di milioni di euro, prima che lei si alterasse un tantino e lo denunciasse. Processato, è stato condannato, se non sbaglio, a sei anni di carcere che  sconterà per intero nelle patrie galere tedesche. O svizzere. Non ricordo.   L’altra notizia riguarda invece quel tale americano che ha estorto ad ignari risparmiatori alcuni spiccioli, pari a seicento miliardi di dollari, promettendo interessi stratosferici. Interessi logicamente mai pagati e lasciato sul lastrico qualche migliaio di risparmiatori. Processato anche lui, ha confessato tutto e adesso rischia, mi pare, da trenta a centocinquanta anni di galera, che in America se non esagerano mica sono contenti. Bene. Io a questo punto mi chiedevo una cosa: a parte la mia enorme invidia per queste due persone, che se ne fossi capace, emulerei senza pensarci mezza volta, mi domandavo, appunto: ma perché in tutto il mondo chi ruba va in galera ed in Italia no?

 
 
 

Giuseppe.

Post n°952 pubblicato il 26 Marzo 2009 da evasoxcaso

ATTENZIONE: il post sotto tratta un argomento delicato. Se ne sconsiglia la lettura ai Papa-boy(s) e Papa-girl(s). Se invece sei, o sei stato iscritto a Comunione e Liberazione, beh, allora te le cerchi, cazzo.

Diciamo una cosa, una volta per tutte: il Papa parla. Parla sempre e parla di ogni argomento. Il Papa parla, facciamocene una ragione….anche perché di lavorare non ne vuol sapere e comunque a sera bisogna arrivarci, in qualche maniera. E dunque parla. Ora: se noti, non è che se lo inculino granchè, per la verità..si, forse qualcuno lo ascolta..tipo la signora Giuseppina che ha paura di andare all’inferno se tromba col panettiere, ma in generale sui grandi argomenti, fanno tutti quel cazzo che gli pare, nonostante le sue parole. Tipo che c’è qualcuno che deve essere fritto su una sedia elettrica, per dire….allora il Papa fa un appello e dice di concedergli la grazia. Risultato? Cagato zero e il tale abbrustolito sulla sedia. Amen. Oppure dice che in Cina la devono smettere di torturare la gente, che se a qualcuno gli attacchi un morsetto alle palle e dai la scossa, il tale sente male. Risultato? Come prima. Cagato zero e il tale si becca la scossa alle palle. Allora dicevo: visto che nessuno lo ascolta, si potrebbe fare che si usa il preservativo e non se ne parla più? A lui gli diciamo che non lo si usa, che almeno sta tranquillo e poi invece lo usiamo, che almeno stiamo tranquilli pure noi. Eh?

 
 
 

Ma anche no.

Post n°951 pubblicato il 25 Marzo 2009 da evasoxcaso

 

Che a me mica piace troppo quando mi dicono quella cosa lì. Hai presente quando ti dicono quella cosa più o meno così: “no, ma sai…tu non puoi capire”…e per quale motivo pensi ciò? Perché mai non posso capire? Vabbè, non ho mai detto di essere un genio, ma se mi parli in un italiano anche approssimativo, io piano piano ci arrivo. In fondo mi sono diplomato con 45/60, mi interesso di quello che accade nel mondo, leggo molto, seguo un minimo di politica, guardo i telegiornali, metto le acca quando servono. Perché non dovrei capire? Ok, lo so, all’università non ci sono andato, ma avevo delle cosette da sbrigare…dovevo giocare a pallone, sposarmi, viaggiare, dove lo trovavo il tempo per andare all’università? Che poi dicevo: ma non sarebbe meglio se uno dicesse: “no, guarda..non ti dico niente perchè non sono cazzi tuoi”  oppure “senti, davvero..non mi va di parlare, abbi pazienza”…ecco. Io l’apprezzerei molto, se uno mi dicesse così. Dico davvero, a me piace molto chi parla chiaro, chi dice, come si suol dire, pane al pane e vino al vino. Anche perché se mi dici “tu non puoi capire” sottintendi che sono deficiente. E magari lo sono pure, per carità, ma prenderne coscienza così all’improvviso mica è bello. Anche perché, poco più sopra ho scritto che non ho mai detto di essere un genio e infatti è vero: non l’ho mai detto.
Però l’ho sempre pensato.

 

 
 
 

Mario e Luigi. Ed anche qualcun altro.

Post n°950 pubblicato il 24 Marzo 2009 da evasoxcaso

Leggevo che il Vermont pare sia ben disposto a dare la sua autorizzazione alle nozze gay. E siccome capita che a volte mi prenda sta cosa di essere un po’ ribelle, nonostante l’età, mi domandavo: ma perché cazzo ci deve essere qualcuno che decide se due persone si possono o non si possono sposare? Cioè…un giorno arriva un tale che dice: “bene. Allora ho deciso che vi potete sposare.” Ma dove sta scritta sta cosa qua? Io credo che una persona libera, sia libera appunto di fare quel che più gli aggrada, se quel che più gli aggrada non reca disturbo ad alcuno. Per cui se Mario e Luigi sono d’accordo, vanno in comune e si sposano. Fine. Eviterei, fossi o Mario o Luigi di andare in chiesa a sposarmi, che mi sa fanno un viaggio a vuoto…che i preti mica son tanto d’accordo su sta cosa. Ma in fondo chi se ne frega di quello che dicono i preti, ti pare? O non ti pare? Vabbè….io la penso così. E come disse quel tale: così è, se vi pare.
Vi bacio tutti. Anche Mario e Luigi.

 
 
 

Aspettando Godo(t).

Post n°949 pubblicato il 23 Marzo 2009 da evasoxcaso

 

“Dal giorno in cui un uomo nasce, inizia a morire”. Eh? Che te ne pare? Lo ha detto Samuel Beckett. Mica uno qualsiasi. Samuel Beckett. Che uno, se diventa Samuel Beckett, un motivo ci dovrà pur essere, ti pare? Che se fosse così facile, allora saremmo tutti Samuel Beckett e buonanotte al secchio. Invece no. Invece uno nasce e si chiama Samuel Beckett…che il nome mica ce lo possiamo scegliere…il nome ce lo ritroviamo addosso e va bene così. Però aspetta…uno nasce, dicevo, e si chiama Samuel Beckett…che i genitori, i signori Beckett, parlano e dicono: “ok. Come lo chiamiamo questo bambino?”…ci pensano un po’ e arrivano alla decisione: “lo chiamiamo Samuel. Samuel Beckett. Senti come suona bene. Samuel Beckett. Diventerà qualcuno, questo bambino, vedrai…”…che quest’ultima frase, la dicono sempre i genitori…qualcuno ci azzecca e qualcun altro no…ma non importa. C’è da dire che se nasci e appena nato ti chiami Samuel Beckett, sei già a buon punto. Parti col vento in poppa, diciamo. Poi devi solo diventare scrittore, drammaturgo e regista….che Samuel Beckett lo sei già. Capisci cosa intendo? Bene.
Oh…non ci crederai, ma in questo post volevo parlare di tutt’altro.
Volevo parlare del tempo che passa e tutte quelle robe lì…solo che mi son lasciato un po’ trasportare. Pazienza. Del tempo che passa ne parlerò un’altra volta. Fra un po’ di tempo. Sempre che continui a passare, beninteso.

 

 
 
 

Tempo.

Post n°948 pubblicato il 21 Marzo 2009 da evasoxcaso

C’è una cosa alla quale ripenso, ogni tanto. Ogni tanto. Non ho fatto in tempo. Ecco. Non ho fatto in tempo. Nessuno ha fatto in tempo. Nessuno poteva fare in tempo, perché non ho avvertito. Non lo so perché non ho avvertito. Non l’ho fatto e basta. Perché in certi momenti la testa ti dice di fare alcune cose e si dimentica completamente di altre. Ho ricevuto la telefonata un sabato mattina…un sabato mattina come questo..uno di quei sabati mattina che te lo immagini diverso dagli altri giorni, anche se sai che probabilmente, diverso non lo sarà. O forse lo sarà molto. Mi sono precipitato in macchina ed ho imboccato l’autostrada, fregandomene di autovelox e quant’altro: quindici km in sei minuti..roba da ritiro della patente. Chi se ne frega. Invece non è successo niente, neanche una multarella arrivata a casa…forse anche l’autovelox aveva capito il momento, decidendo che per una volta poteva soprassedere. Un parcheggio non ricordo dove..forse di fronte ad un garage, o forse con due ruote su un marciapiede, non lo so, non ricordo. Sono sceso di macchina ed ho iniziato a correre più che potevo, spintonando e urtando con forza chiunque mi trovassi davanti in quei tre o quattrocento metri che mi separavano da te. Ricordo vagamente una signora che ha detto: “ma che modi…”…mi sono voltato un attimo e l’ho guardata..volevo chiederle scusa, spiegarle, ma non c’era tempo. Non c’era più tempo.  Ho fatto le due rampe di scale e quando sono arrivato su, una infermiera mi ha abbracciato in silenzio. E’ stato in quel momento che ho capito di non aver fatto in tempo. Avrei voluto essere lì, te lo giuro. Avrei voluto sentire le tue ultime parole, avrei voluto dirti che sarebbe andato tutto bene, avrei voluto abbracciarti, non lo so cosa avrei voluto fare. So solo che non ho fatto in tempo. Ma tu lo sai che ho fatto il possibile, vero? Lo hai visto. E forse hai sorriso. E magari sorriderai anche leggendo questo post. Visto? Neanche un errore di grammatica, tutte le acca al loro posto, la metrica e tutte quelle robe alle quali mi hai sempre detto di fare attenzione.
Ho fatto il possibile, ma non ho fatto in tempo. Tutto qui. Era sabato e pioveva. Ed io non ho fatto in tempo.

 
 
 

Consigli preziosi.

Post n°947 pubblicato il 20 Marzo 2009 da evasoxcaso

Ore 9.20. Io e Marcone veniamo via dalla macchinetta del caffè e incontriamo Gianluca.
Marcone: “allora? Che si dice?”
Gianluca: “mah…mi fa male la spalla.”
Marcone: “vabbè…non la mangiare, allora.”
Credevo di morire.

 
 
 
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