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La Nuova Alleanza

Creato da AnbassaYehuda il 28/02/2010

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MITOLOGIA? L'ARCA DELL'ALLEANZA E LE ORIGINI DELLA DINASTIA SALOMONIDE

Foto di AnbassaYehuda

Da questo punto in poi si parla di quella Storia d'Etiopia e dei suoi misteri che gli storici non vi racconteranno mai

chiesa di san giorgio a Lalibela

 

Le origini della Casa Imperiale dell’Etiopia, anche conosciuta come Dinastia Salomonide, possono essere ricercate nel libro Kebra Negast (Gloria dei Re). Tale libro è spesso considerato una leggenda, ma è invece accettato senza dubbio da molti, come dalla Chiesa Ortodossa Etiope Tewahido, una fonte abbastanza dettagliata di eventi che altrimenti non avremmo mai conosciuto.
Nel Kebra Negast è raccontato che Makeda, Regina di Saba (raccontato anche nel libro dei Re della Bibbia) di aver visitato il Re Salomone. Si dice che Salomone fu grandemente impressionato per la sua grazia e bellezza e si pensa che il famoso Cantico di Salomone sia dedicato proprio a lei. Si racconta che Makeda si lasciò sedurre dal Grande Re.

Rientrando ad Axum, Makeda diede alla luce un figlio a cui diede il nome di Darwit (David) che presto venne conosciuto col nome axumita di Menelik. Darwit fu mandato dalla madre nel regno del padre quando raggiunse l’età giusta per poterlo incontrare.
Secondo il Kebra Negast, i nobili dell’antico Regno del Padre Salomone, i cosiddetti Patriarchi, non videro di buon occhio l’arrivo di Darwit. Così fecero molta pressione su Salomone affinché questi lo rimandasse nelle sue terre. Salomone quindi, visto anche il desiderio del giovane Darwit di ritornare ad Axum, permise che egli rientrasse in Etiopia, ma volle che fosse accompagnato. Ordinò quindi alla nobiltà e alle famiglie dei sacerdoti che mandassero i loro primogeniti in Etiopia con Darwit per fare da consiglieri al giovane erede di Axum. Si dice quindi che furono costoro i primi antichi Falashà o Bete Ysrael, nucleo originale di quella elite che portò la credenza prima del Dio senza Nome conosciuto dal Regno di Salomone. In sostanza il primo regno etiope era di religione ebraica.
Il Re Salomone fece anche in modo che una copia dell’Arca dell’Alleanza custodita nel suo tempio fosse creata e portata in Etiopia al seguito di Darwit, in modo da portare nel paese il credo dell’Unico.
Il Kebra Negast, però, ci riporta che il figlio di Zadok, il Gran Sacerdote, quando seppe che doveva seguire Darwit nel suo regno portandosi una copia dell’Arca in terra straniera, ne fu ferito. Questo per lui fu inaspettato, visto che contava di ereditare il posto di Zadok come Gran Sacerdote, e che invece doveva divenire Gran Sacerdote di una copia dell’Arca solamente.
Perciò, la notte prima della partenza di Darwit, il figlio di Zadok si intrufolò nel Tempio e trafugò la verà Arca dell’Alleanza lasciando la copia fatta da Salomone per Darwit, nel Tempio.
Quando si scoprì il fatto, Darwit e il suo seguito erano ormai lontani.

Talune fonti, però, affermano che lo scambio dell'Arca fu un atto deliberato di cui Salomone era a conoscenza e che nessuno scoprì mai il fatto. Si pensa che il motivo risiedesse nel fatto che lo stesso Re fosse preoccupato per il destino dell'Arca una volta che lui fosse morto. Onde evitare che divenisse oggetto di contese o bramosie (come poi la storia dimostrò, avvenne), preferì far sì che la sacra reliquia fosse portata in un luogo più sicuro. Pertanto, si crede che fu lo stesso Salomone a convincere Darwit, affidandogli la vera Arca perchè fosse portata in Etiopia.

L’Arca dell’Alleanza fu portata su un isolotto sul lago Tana, a Tana Kirkos dove oggi è rimasto un piccolo monastero, ma poi fu spostata ad Axum dove fu deposta in una cripta della Cattedrale Illuminata di Bete Mariam di Sion.
Tuttavia, anche su questo punto c'è uno strano mistero. L'Arca, al suo arrivo in Etiopia fu appunto conservata al Tana Kirkos custodita dagli eredi israeliti dei primi ebrei che giunsero nell'impero e resero a tutti gli effetti Axum un regno ebraico. Il suo spostamento ad Axum fu voluto da Hezana, primo imperatore a convertirsi al cristianesimo, su pressione dell'Abuna Salemme nel V secolo aD. E' naturale credere che gli ebrei etiopi (i fellashà) non vedessero di buon occhio questo spostamento di una reliquia così importante di appartenenza (secondo loro) ebraica. Cosa fecero, allora? Esattamente ciò che fu fatto la prima volta; ne fecero una copia e portrono via dall'isola l'originale per nasconderla nelle inaccessibili gole del Cush.

Darwit ereditò infine il regno di sua madre Makeda, ma non assunse il titolo di Re di Axum, bensì il titolo di Imperatore Menelik I, il primo Re dei Re  - Niguse Negest – dell’impero Axumita. Fu dunque il capostipite della dinastia Salomonide che governò per tremila anni con poche brevi interruzioni di rilievo. La Casa Imperiale Etiope è spessissimo associata con la Dinastia Salomonide, o Casa di Salomone. Nella tradizione etiopica tuttavia non esiste alcun cognome di casata tipo per altre grandi casate imperiali del mondo perché appunto regnò quasi ininterrottamente per tremila anni.

Dell'Arca originale, tuttavia non si seppe più nulla, anche perchè il clero copto convinse tutti che quella conservata ad Axum fosse l'originale. A supporto della tesi della chiesa etiope c'era e c'è tuttora, il fatto che l'unico che può avvicinarsi all'Arca è l'Abuna in persona (il cosiddetto papa copto) e quindi nessuno sa per certo cosa sia veramente celata nella cripta della cattedrale di Axum. Di fatti, quando durante il Timkat l'Arca viene portata in processione, la stessa è coperta integralmente da un pesante drappo che ne impedisce la vista. E' probabile che la chiesa copta sia consapevole della falsità della reliquia che hanno in possesso e che per secoli hanno cercato di rintracciare quella originale senza successo. Lo dimostra che in varie epoche i Niguse tentarono anche con l'aiuto di personaggi venuti dall'Europa di rintracciare l'originale. Nessuno però vi riuscì, neppure i Templari che nel X secolo furono chiamati a questo scopo (anche se non esistono prove certe della loro presenza). Infine, smisero di cercare, facendo sì che tale reliquia rimanesse nella leggenda se non addirittura nella fantasia.
La cosa curiosa e anche poco conosciuta è che l'Abuna Paulos (il più recente capo della chiesa copta etiopica) promise, negli anni '90 del secolo scorso, che avrebbe finalmente mostrato al pubblico la famosa reliquia. Questo evento non si verificò mai! Perchè?....

... e la storia continua.

C'è un racconto che gli storici considerano assolutamente fantasioso.

Quando i Fellashà ebbero il sentore di ciò che voleva fare il Niguse Hezana, cotruirono una copia dell'Arca originale. Dodici di loro partirono con l'originale verso le gole del Cush in un luogo che neppure coloro che restarono sull'isola sapevano. I Dodici scomparvero per sempre senza lasciare tracce nè indizi. Si sa infatti che all'inizio della cristianizzazione dell'Impero vi furono delle persecuzioni verso gli ebrei etiopi. Le fonti ufficiali dell'epoca non specificarono certo il perchè, ma possiamo certamente concludere che il motivo fu quello principale di costringere i fellashà superstiti di Tana Kirkos a rivelare l'ubicazione esatta dell'Arca. Tuttavia, nonostante le persecuzioni subite, i fellashà non rivelarono mai nulla, anche perchè non sapevano affatto dove i Dodici avessero condotto l'Arca....

 
 
 

STORIA D'ETIOPIA IN SINTESI

Post n°6 pubblicato il 21 Marzo 2010 da AnbassaYehuda
 
Foto di AnbassaYehuda

Questo post serve per accelerare il racconto storico dell'Etiopia per poi passare ai vari racconti singoli che sono di interesse maggiore di quanto sia solo un testo i storia.

 

STORIA D'ETIOPIA IN SINTESI

L'Etiopia è stata probabilmente la culla dell'umanità. Ramidus, lo scheletro di un australopiteco, è stato scoperto proprio nei pressi qui. Questo ominide è ritenuto l'anello di congiunzione tra la scimmia e l'uomo.
Già la scoperta dell'Australopithecus afarensis Lucy nel 1974 (di circa 80mila generazioni più giovane) aveva dato prova finalmente delle teorie darwiniane. Vent'anni più tardi, nel 1992 un paleontologo giapponese, Gen Suwa, nei pressi di Addis Abeba nella valle del fiume Awash scoperse resti di un ominide. Due anni di scavi portarono alla luce una ventina di resti di Australopithecus ramidus preistorici vissuti 4 milioni e mezzo di anni fa.
Le prime tracce storiche risalgono invece a 5000 anni fa. L'Etiopia era crocevia di migrazioni di animali e uomini fra area mediterranea, Africa Nera e penisola arabica. Qui si incontrarono e scontrarono, commerciarono e si mischiarono popolazioni cuscitiche, camitiche e semitiche per millenni.
I greci antichi parlano delle terre d'Etiopia nei loro libri classici.
Geroglifici egizi testimoniano di relazioni commerciali con questa zona. Qui gli egizi trovavano spezie, incensi, resine e mirra.
Gli Habash (provenienti probabilmente dalla penisola arabica), conquistarono probabilmente questa zona del mondo e nominarono un loro principe, il primo "re dei re", il Negus Neghesti.
Nel nord dell'Etiopia nella regione conosciuta in seguito come Trigray, ai confini con l'altopiano protetta alle spalle da montagne invalicabili e, verso la costa, da precipizi impressionanti, emerse il primo potente regno della storia d'Africa.
La tradizione etiope fa discendere la stirpe reale dei negus dall'amore tra la regina di Saba e il mitico re d'Israele Salomone. Hailè Selassié stesso, ultimo negus etiopico, sarebbe stato il duecentoventicinquesimo discendente diretto di Menelik, leggendario figlio di Saba e Salomone.
Corano, Vecchio Testamento e Nuovo Testamento parlano della visita della regina di Saba alla corte di Salomone. E' probabile quindi che non si tratti di pura leggenda ma che ci sia un fondo di cronaca.Come personaggi storici i capostipiti sarebbero vissuti tra il 1000 e il 950 a.C.
Secondo la tradizione Saba curiosa di vedere il ricco regno a nord di cui si favoleggiava a corte, organizzò un viaggio. Venne accolta trionfalmente da Salomone che se ne innamorò. Tornata ad Axum Saba ebbe un il figlio Menelik. Quest'ultimo si recò adulto da Salomone. Il padre gli fece conoscere i rappresentanti delle dodici tribù di Israele e gli anziani di Israele. Menelik aveva però un sogno: fondare ad Axum una seconda "Sion". Con un gesto spettacolare trafugò l'Arca dell'Alleanza (la cassa che conservava le Tavole dei Dieci Comandamenti. Il trasferimento dell'Arca è all'origine della tradizione della Chiesa copta. La leggenda di Saba e Salomone ha conferito inoltre legittimità divina alla dinastia millenaria dei negus.
Giuliano, ambasciatore dell'imperatore bizantino Giustiniano, fu testimone stupefatto della grandezza del regno di Axum. In Etiopia ancora oggi vige il calendario giuliano. La potenza di Axum, agli inizi del VI secolo d.C., era immensa. Da secoli il regno axumita dominava le rotte mercantili fra l'Africa e l'Oriente, rivaleggiando con la Persia. Adulis (antico porto nei pressi dell'attuale Massawa) divenne un passaggio obbligato per le carovane d'avorio, di incenso e di mirra.
L'apogeo del regno axumita fu toccato durante gli anni di Re Ezana, il primo sovrano cristiano: espanse i confini in tutte le direzioni. Re Kaleb, uno dei successori si spinse anche oltre. Con la scusa di difendere le popolazioni cristiane della penisola arabica dominò per quasi mezzo secolo (dal 525 al 572) nella regione corrispondente all'attuale Yemen. Una controffensiva persiana mise fine allo strapotere axumita e diede luogo alla sua lenta decadenza.
L'impero si spaccò in principati autonomi. Nel VII secolo eserciti musulmani occuparono l'Egitto e si spinsero in tutto il Medio Oriente. I rapporti fra Islam e Axum non furono cattivi. 615 musulmani perseguitati in Arabia si rifugiarono in Etiopia; persino una delle future mogli di Maometto fu accolta in Etiopia. Il profeta dell'Islam ne fu riconoscente chiedendo ai suoi fedeli di lasciare in pace gli abissini.
Nonostante ciò alla fine del VII secolo i califfi arabi reagirono alle scorribande delle navi dei principi axumiti a Jeddah (il porto della Mecca) attaccando la costa dell'Etiopia. I principi etiopi si ritirarono nelle loro inaccessibili montagne. Axum fu abbandonata e cadde in rovina.
Nel frattempo un altro mitico Re si affacciava al mondo edificando un'intera città tra le montagne: Lalibela. L'ottava meraviglia del mondo, che porta il suo nome, nacque dal villaggio di Roha e fu scavata nella roccia nell'idea di creare una copia di Gerusalemme.
Fu uno dei principi dell'altopiano che comprese come l'unione dei popoli basata sulla passata grandezza di Axum potesse essere la chiave di volta per riportare stabilità e ricchezza nella regione. Yekuno Amlak (il suo nome significa "che egli sia Re") strinse un solido patto con Tekle Haymanot, il santo più celebre della tradizione copta. Yekuno concesse terre e monasteri alla Chiesa e ordinò la scrittura del libro della "Gloria dei Re", la saga nazionale etiopica. Il nuovo re costruì uno stato feudale. Era il 1270, i "salomonidi" avevano ripreso il potere e per oltre 700 anni lo mantennero. Sino al 1974 con una sola eccezione il negus fu sempre un sovrano amhara (l'etnia dominante sull'altopiano centrale).
Il più celebre tra i re dei re fu Zara Yacob. Tra il 1413 e il 1468 riconquistò territori strappandoli ai mussulmani e si spinse sino nel Sidamo. Costituì un potere centralizzato arginando il potere dei ras locali. Riorganizzò l'amministrazione dello stato, impose tasse, diede grandezza alle sontuose feste cristiane e dettò il Feta Negast ("la legge dei re"), le norme della tradizione imperiale destinate a essere applicate fino al 1930. Zara riuscì ad allacciare i rapporti con l'occidente, mandando nel 1439 teologi al concilio di Firenze e ad aprire a Roma una chiesa copta (S. Stefano dei Mori).
L'equilibrio della tensione fra cristiani dell'altopiano e mussulmani dei bassopiani fu frantumato da una devastante "guerra dei trent'anni". Il sultano Ahmed Ibn Ibrahim, signore di Harar si rifiutò di pagare il tributo annuale ai negus abissini. Mosse un esercito di somali e dancali dotati per la prima volta di armi da fuoco fornite dai turchi seminando il terrore per dieci tra gli etiopi. Solo nel Tigray gli etiopi resistettero all'avanzata musulmana. Nel 1535 Ahmed attaccò Axum e in breve tempo si spinse sino alle sponde del lago Tana. Nello stesso periodo altre potenze (Turchia e Portogallo) si avvicinavano. Il negus Lebna Dangal si decise a chiedere aiuto al Portogallo, ma non fece in tempo a vedere l'arrivo dei soccorsi. I 400 uomini spediti da Lisbona al comando di Cristoforo De Gama arrivarono quando sul debole trono dei negus sedeva Galawdewos (conosciuto in Occidente come re Claudio). La spedizione finì con una carneficina. Persino De Gama fu catturato e impiccato. Nei pressi del Lago Tana, tuttavia, lo scudiero del Capo portoghese, Pedro Leon, uccise per caso Ahmed e l'esercito invasore (composto per lo più da nomadi), senza guida si disperse allo sbando e fu sconfitto definitivamente nel 1559.
Gli altopiani etiopici furono attaccati anche da sud dal popolo cuscitico degli Oromo. Essi erano pastori guerrieri con una forte organizzazione. Riuscirono a scalare i contrafforti dell'altipiano e si spinsero nello Shoa e fino al Tigray. Si mischiarono alle popolazioni delle montagne. Nel frattempo la chiesa di Roma pretese l'adesione al cattolicesimo dei cristiani d'Etiopia e riuscì a convincere il negus a convertirsi. La rivolta della potente Chiesa copta fu imponente e il negus fu costretto ad abdicare. I gesuiti furono espulsi dall'Etiopia e le loro missioni.
Nel 1632 Fasilladas decise di tentare nuovamente l'unificazione del paese. Il centro dello stato divenne Gondar. La città divenne stupenda, furono edificati castelli, monasteri e le sponde del Lago Tana divennero un ricco emporio commerciale. Tutta la regione divenne capitale religiosa e culturale per l'intero altipiano. Per Gondar fu un secolo di splendore. Poi i ras locali della periferia dell'impero si ribellarono nuovamente. Congiure e complotti insanguinarono la corte e lo scontro fra clero e gerarchia imperiale si fece palese. A metà del Settecento cominciò un oscuro periodo della storia etiopica: la Zamana Mesafint, l'era dei principi.
Nella guerra di tutti contro tutti e in assenza di un potere centrale ne approfittarono le potenze straniere. I francesi si allearono con i ras del Tigray, gli inglesi puntarono le loro carte sugli amhara, la Chiesa romana inviò il vescovo Guglielmo Massaja nel Sud con il compito di evangelizzare i popoli di quella zona.
Un uomo di umili origini rivoluzionò l'Etiopia. Kassa Haylù, abile soldato alla corte del ras Alì, fu nominato ufficiale e riuscì poi a sposare la figlia del suo principe. Nel 1853 spodestò ras Alì, lo sconfisse in battaglia, si alleò con un altro ras e marciò contro il re del Tigray. Il 7 febbraio 1855, padrone di mezza Etiopia, si fece incoronare "re dei re". Scelse per se un nome profetico; Tewodros II. In seguito conquistò la Shoa. Trascinò alla corte il figlio del re sconfitto, destinato a divenire il futuro Menelik II, il negus che sconfisse gli italiani ad Adwa. Tewodros abolisce la schiavitù e la poligamia, cerca di arginare la corruzione a corte, costruisce le prime strade, riforma il sistema di tassazione, combatte i feudatari ribelli, vuole un esercito moderno e di professione. E' il primo "monarca moderno" dell'Etiopia, ma il suo destino è segnato. Contro di lui si alza la ribellione delle forze conservatrici; il clero, i nobili, i ras locali. La repressione è spietata. Chiede aiuto all'Inghilterra per creare un industria civile e bellica ma la regina nemmeno gli risponde. Tewodros, offeso, s'infuria e imprigiona tutti gli europei. Londra cerca di abbindolare il negus con regali inutili e costosi ma questi. infuriato, fa arrestare anche tutti i membri della missione. La Gran Bretagna mette in piedi allora la più poderosa spedizione militare che ci fosse mai stata. I ras si ribellano e l'impero cade a pezzi. Il ventenne Menelik II, nominato successore, scappa e fa insorgere lui stesso la Shoa contro il negus. Lo scontro contro gli inglesi è impari. Nella battaglia finale muoiono 800 fedeli al negus contro 2 soli europei. I britannici lasciarono le terre ai ras e tornarono in Europa.
Nell'ennesimo vuoto di potere con l'aiuto delle armi inglesi il negus del Tigray prende il potere e si fa incoronare ad Axum Yohannes IV, unico sovrano tigrino a sedere sul trono. Il nuovo re dei re si trovò a fronteggiare le mire espansionistiche dell'Egitto e dei sudanesi, ma cadde in battaglia.
Menelik, prende il potere. Si fa incoronare a Entoto. Fa costruire Addis Abeba, apre scuole, ospedali, banche, uffici postali. Fa importare le prime automobili e le prime biciclette. Avvia la costruzione della ferrovia. Allarga i confini e fronteggia le mire colonialiste europee.
Ma questa è storia nota che si trova in tutti i nostri libri di testo. In breve...

L'Etiopia sconfisse l'Italia e poi gli europei ad Adwa e a Dogali.
Menelik si ammala gravemente nel 1906. Rimane paralizzato e nel 1909 perde la parola. Nel 1913 muore.
Yasu lo succede ma avendo simpatie islamiche viene ferocemente osteggiato dalla chiesa copta. Nel 1916 viene scomunicato e deposto da una congiura di palazzo. Dopo un periodo di reggenza di un consiglio di nobili viene incoronato Tafari Makonnen. Ha grandi ambizioni. E' un uomo moderno, colto e istruito (conosce le lingue). Modernizza l'Etiopia e cerca appoggi tra le potenze europee conscio del fatto che l'Etiopia è circondata da colonie. Ottiene un seggio a Ginevra (nonostante la ferma opposizione di Italia e Gran Bretagna). Viaggia all'estero. Nel 1930 ha campo libero dopo aver sconfitto le congiure di palazzo e si fa incoronare re dei re. Il suo nuovo nome è Hailé Selassiè. Fa compiere un grande balzo all'Etiopia. Vara la prima Costituzione, crea il primo Parlamento.
Mussolini scatena la guerra. L'Italia con un poderoso sforzo bellico (vengono impiegate anche enormi quantità di armi chimiche)
 conquista l'Etiopia. Heilé Selassiè scappa. Durante l'occupazione italiana vengono costruiti strade, ospedali, scuole, anche se la repressione è spietata.
La guerriglia e gli inglesi sconfiggono gli italiani che già perdono la guerra al fianco di Hitler.
Torna Heilé Sellasiè. Si apre la questione dell'Eritrea. Viene concessa una nuova Costituzione (partiti vietati no elezioni). Colpo di stato fallito nel '63. Rivolte studentesche represse nel sangue nel '69. Scioperi e rivolte nel '74 fanno scattare un nuovo colpo di stato. Il Derg (il comitato) governa per poco tempo, spazzato via da uno dei suoi componenti (Menghistu Hailé Mariam). Dittatura sanguinaria e spietata. Regolamenti di conti. Stato di terrore. Alleanza con il Patto di Varsavia e Cina. Nel 1987 L'Etiopia diventa Repubblica Democratica (ma è una farsa). Fame e carestie negli anni novanta. Rivolte nel Tigray. Guerra contro i partigiani tigrini. Nel 1991 gli eritrei sconfiggono definitivamente l'esercito etiopico. Menghistu scappa.
Governo provvisorio. Alla guida Meles Zenawi (aveva già partecipato alla rivolta contro Sellasiè). Nel 1995 cambia la Costituzione e diviene primo ministro. E ancora lì...
Meles Zenawi promuove la guerra contro l'Eritrea (probabilmente per coprire problemi interni).
E' di pochi mesi fa la notizia di nuove rivolte studentesche per la richiesta di democrazia represse nel sangue (80 morti e 200 feriti, parrebbe). Su pressione delle diplomazie straniere viene stipulata una tregua.

09/06/2005 - Come alcuni anni fa gli studenti stanno protestando contro il governo in carica e in particolare contro Meles Zenawi. Gli studenti, appoggiando i partiti di opposizione, chiedono nuove elezioni nella convinzione che le ultime elezioni siano state truccate.
Il Presidente qualche settimana fa, all'indomani delle elezioni, aveva vietato ogni forma di protesta schierando polizia ed esercito per le strade delle maggiori città.
Ieri durante l'ennesima manifestazione di protesta sono scoppiati gli scontri e la polizia ha sparato sulla folla. Alcuni giornalisti europei hanno riferito, dopo aver visto i corpi all'obitorio, che la polizia ha ucciso i ragazzi con singoli colpi alla testa (si tratterebbe quindi di vere e proprie esecuzioni).
Dopo aver trascinato in una guerra tragica il suo popolo Meles Zenawi sembra ora non avere nessuna intezione di lasciare il potere. 

 
 
 

ETIOPIA - LA DINASTIA ZAGWE - dal 900 aD al 1270 aD

Post n°5 pubblicato il 09 Marzo 2010 da AnbassaYehuda
 
Foto di AnbassaYehuda

DINASTIA ZAGWE

A seguito della caduta della Dinastia Salomonide il trono fu assunto da una nuova casa reale conosciuta come Dinastia Zagwe fondata dall’imperatore Mara Tekle Haimanot.. Si dice che questi imperatori derivino da Agwe, la schiava che seguì Makeda a Gerualemme e che si racconta restasse incinta anch’essa di Salomone o comunque un membro della casa reale. Il nome Zagwe, si pensa, derivi dalle parole Ze Agwe (di Agwe). Nonostante i racconti, si sa che l’Agwe Midir (Terra degli Agwe) si trovi nel moderno Gojjam, si sa inoltre che occupassero la parte più ampia dei primi insediamenti alle origini dell’impero e che fossero anche il gruppo etnico maggioritario. Nei secoli si assimilarono con l’etnia degli Amhara da cui erano circondati e dai quali oggi non si distinguono più ad eccezione di piccoli gruppi di Agew sopravvissuti e che parlano la loro lingua originale.
La nuova dinastia, sin dalle origini, ebbe grandi difficoltà a stabilire la propria legittimità.

Come raccontato nel Kebra Negest i Zagwe affermavano di discendere anch’essi dal Re Salomone attraverso una dama della Regina di Saba, che rimase incinta del re nello stesso periodo. Affermavano pure di avere una discendenza addirittura più antica; secondo loro discendevano direttamente da Mosè e una sua moglie Etiope. Non di meno sembrano aver sempre sofferto di una mancanza di vera legittimità al trono imperiale, specialmente da quando i discendenti salomonidi dell’Impero Axumita continuarono la loro esistenza attraverso Makeda.

Gli Zagwe spostarono la capitale dell’Impero da Axum a sud, nel distretto di Lasta, in una città chiamata Roha. Questa città assunse poi il nome del più famoso imperatore dei Zagwe, Lalibela, colui che divenne famoso per aver costruito le chiese interrate nella roccia nell’omonima valle e che tutt’oggi sono meta di preghiera e pellegrinaggio.

Qui sotto una lista di Imperatori Zagwe con le date dei loro regni. Molti di loro furono in seguito canonizzati dalle chiese Copta e Ortodossa Etiopica

Emperor Mara Tekle Haimanot, reigned 916 - 919
Emperor Tatadim, reigned 919 - 959
Emperor Jan Seiyoum, reigned 959 - 999
Emperor Germa Seiyoum, reigned 999 - 1039
Saint and Emperor Yemrehana Christos, reigned 1039 – 1079
Saint and Emperor Harbe, reigned 1079 - 1119
Saint and Emperor Lalibela, reigned 1119 - 1159
Saint and Emperor Na'akuto Le'Ab, reigned 1159 - 1207
Emperor Yetbarek, reigned 1207 - 1247
Emperor Mairari, reigned 1247 - 1262
Emperor Harbe II, reigned 1262 - 1270

La Dinastia Salomonide fu restaurata nel 1270 dC quando l’abate del monastero di Debre Libanos dell’epoca, San Tekle Haimanot, convince Habre II a farsi da parte e lasciare che l’erede Salomonide, Yekonu Amlak, assumesse il Trono Imperiale piuttosto che fronteggiare un’umiliante sconfitta militare. La leggenda vuole che Harbe II prendesse i voti diventando un monaco e il suo erede ricevesse prebende dal nuovo Imperatore diventando il primo Wagshum ricevendo il distretto di Wag come legato ereditario. I discendenti degli Imperatori Zagwe portarono il titolo di Wagshum dal 1270 fino alla rivoluzione del 1974. L’Atto di Abdicazione non solo concedeva il distretto di Wag e il titolo ereditario di Wagshum, ma concedeva anche ai Wagshum il diritto di sedere su un trono argentato, un gradino in basso al trono d’oro dell’Imperatore. Avevano il privilegio di di ricevere in loro onore i colpi del geande tamburo negart durante le grandi occasioni e durante le campagne militari proprio come per l’Impratore. Avevano anche il privilegio di sedere alla presenza dell’Imperatore nei pressi di dove quest’ultimo sedeva. Venivano da tutti trattati con deferenza principesca e molto profondamente riveriti a Lasta e nel Wag. Gli Imperatori Salomonidi onorarono questo impegno fino alla caduta dell’Impero Etiopico 804 anni dopo.

 
 
 

DINASTIA SALOMONIDE - Anbassa Widim e la caduta dell’Impero Axumita - inizio VII sec. aD

Post n°4 pubblicato il 07 Marzo 2010 da AnbassaYehuda
 
Foto di AnbassaYehuda

Durante il lungo regno di Anbassa Widim un’ebrea (falasha) di nome Yodit guidò una rivolta volta a rovesciare l’egemonia cristiana dell’impero e riconquistare la custodia dell’Arca dell’Alleanza. Il suo dominio ebbe breve durata. Alla morte di Yodit, Anbassa Widim riconquistò il trono. Alla sua morte la dinastia Salomonide, ormai indebolita decadde e venne rimpiazzata dalla dinastia dei Zagwe.

 
 
 

DINASTIA SALOMONIDE - Armah – Salvatore dei primi mussulmani VII sec.circa

Post n°3 pubblicato il 02 Marzo 2010 da AnbassaYehuda
 
Foto di AnbassaYehuda

Armah fu il primo imperatore d’Etiopia a dare asilo ai primi mussulmani che fuggivano dalle persecuzioni nella penisola Arabica.

Poco tempo dopo che il Profeta Maometto iniziò i suoi insegnamenti nella penisola Arabica, i re della zona iniziarono una cruenta repressione dei suoi fedeli. Molti di loro trovarono rifugio al di là del Mar Rosso nell’impero Axumita, inclusi alcuni membri della famiglia del profeta. Quando i re pagani di Arabia seppero che i mussulmani si erano rifugiati in Etiopia, mandarono ad Armah messaggeri con ricchi doni chiedendo di riconsegnare i fuggitivi. L’imperatore Axumita mandò i suoi ufficiali a indagare su queste persone rifugiatesi nel suo regno. Ne venne fuori che si trattava per lo più di donne e bambini indifesi credenti in un solo Dio che altro non chiedevano che un rifugio al Re Axumita. Appreso ciò, Armah scrisse ai Re Arabi che non avrebbe abbandonato ad un atroce destino gente indifesa che chiedeva il suo aiuto. Con questo gesto probabilmente il Grande Imperatore salvò il futuro della nascente religione islamica, un gesto compassionevole che fu ampiamente apprezzato dal Profeta Maometto. Quest’ultimo ordinò esplicitamente ai suoi discepoli di lasciare l’Etiopia in pace esonerandola dalla sua guerra santa (jhad). Questo evento permise ai cristiani d’Etiopia di sopravvivere come Regni Cristiani della Nubia, mentre il cristianesimo egiziano soccombeva all’onda lunga dell’Islam. Si racconta che alla morte del Profeta Maometto l’Imperatore Amah si recasse alla Mecca a piangesse sulla sua tomba. Cristiani e mussulmani in Etiopia, da allora, vissero sempre in quasi totale armonia. I mussulmani chiamavano l’Imperatore Armah, Najashi (variazione di Negasi o Nigus, che significa Re).

 
 
 
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