È venduto come incenso per profumare gli ambienti, viene comperato per essere fumato. Perché «Genie» (uno dei tanti nomi sotto i quali si nascondono mix di erbe aromatiche) contiene una nuova cannabis sintetica, molto più potente di quella naturale. Ed è in vendita negli smart shop italiani. L'Istituto Superiore di Sanità (Iss) ha appena scoperto, proprio in «Genie», un composto sconosciuto finora in Italia, che funziona come il Thc, o tetraidrocannabinolo, il principio attivo della cannabis. Quello che dà il piacere della droga. «Si chiama Jwh-018 — spiega Teodora Macchia dell'Iss che ha coordinato la ricerca — e stimola un recettore della cannabis che sta nel cervello.Questa sostanza appartiene a un gruppo di un centinaio di molecole che sono state studiate per la loro attività analgesica, ma che hanno poi rivelato un'azione simile a quella della cannabis. Sono di sintesi, non hanno niente a che fare con i prodotti naturali». Nel mix di erbe che vanno sotto il nome generico di «Spice » («speziate»: hanno, fra gli ingredienti, l'alchemilla vulgaris, la rosa gallica, e la leonotis nepetifolia, tanto per fare qualche esempio), la cannabis sintetica non ci è finita per caso. Esistono gruppi ben organizzati che producono queste sostanze da mescolare alle erbe e le erbe vengono poi vendute negli smart shop o nei negozi online. Sono le nuove droghe, difficili da identificare perché non c'è letteratura scientifica, perché non sono considerate droghe, e quindi non sono oggetto di sequestro, perché viaggiano su Internet e approdano su una grande quantità di siti ad altissima professionalità grafica per attrarre i giovani (in Italia, negli ultimi sei mesi, il numero di accessi ai siti Internet legati alla droga sono aumentati dal 40 al 60 per cento).E, infine, perché ancora non esistono test di laboratorio capaci di identificarle, come hanno sottolineato a Trieste gli esperti che hanno partecipato alla «V Conferenza nazionale sulle politiche antidroga » organizzata dalla Presidenza del Consiglio. «Ci dobbiamo confrontare con una serie di nuove sostanze propagandate come legali — commenta Giovanni Serpelloni capo del Dipartimento per le Politiche antidroga —, ma che in realtà sono psicoattive. Sempre più spesso arrivano nei pronto-soccorso degli ospedali giovani con disturbi psicotici inspiegabili, a meno di non pensare all'uso di queste nuove droghe. Che, però, sono difficili da identificare proprio perché sono ancora poco conosciute, anche dai medici. E sono molto potenti ». «Siamo abituati a pensare alla marijuana che contiene 2-3% di principio attivo— aggiunge Macchia — e all'hashish che ne contiene il 7%, ma lo Skunk, ottenuto da un ibrido fra cannabis sativa e cannabis indica, arriva fino al 20%. Gli «Spice» hanno una potenza quattro-cinque volte superiore a quella della cannabis naturale. E il contenuto può variare da prodotto a prodotto, anche della stessa marca ». Per Gustavo Merola dell' Iss: «Gli Spice sono già stati proibiti in Germania, in Austria e da pochissimo anche in Francia».
Nuova cannabis venduta come incenso
È venduto come incenso per profumare gli ambienti, viene comperato per essere fumato. Perché «Genie» (uno dei tanti nomi sotto i quali si nascondono mix di erbe aromatiche) contiene una nuova cannabis sintetica, molto più potente di quella naturale. Ed è in vendita negli smart shop italiani. L'Istituto Superiore di Sanità (Iss) ha appena scoperto, proprio in «Genie», un composto sconosciuto finora in Italia, che funziona come il Thc, o tetraidrocannabinolo, il principio attivo della cannabis. Quello che dà il piacere della droga. «Si chiama Jwh-018 — spiega Teodora Macchia dell'Iss che ha coordinato la ricerca — e stimola un recettore della cannabis che sta nel cervello.Questa sostanza appartiene a un gruppo di un centinaio di molecole che sono state studiate per la loro attività analgesica, ma che hanno poi rivelato un'azione simile a quella della cannabis. Sono di sintesi, non hanno niente a che fare con i prodotti naturali». Nel mix di erbe che vanno sotto il nome generico di «Spice » («speziate»: hanno, fra gli ingredienti, l'alchemilla vulgaris, la rosa gallica, e la leonotis nepetifolia, tanto per fare qualche esempio), la cannabis sintetica non ci è finita per caso. Esistono gruppi ben organizzati che producono queste sostanze da mescolare alle erbe e le erbe vengono poi vendute negli smart shop o nei negozi online. Sono le nuove droghe, difficili da identificare perché non c'è letteratura scientifica, perché non sono considerate droghe, e quindi non sono oggetto di sequestro, perché viaggiano su Internet e approdano su una grande quantità di siti ad altissima professionalità grafica per attrarre i giovani (in Italia, negli ultimi sei mesi, il numero di accessi ai siti Internet legati alla droga sono aumentati dal 40 al 60 per cento).E, infine, perché ancora non esistono test di laboratorio capaci di identificarle, come hanno sottolineato a Trieste gli esperti che hanno partecipato alla «V Conferenza nazionale sulle politiche antidroga » organizzata dalla Presidenza del Consiglio. «Ci dobbiamo confrontare con una serie di nuove sostanze propagandate come legali — commenta Giovanni Serpelloni capo del Dipartimento per le Politiche antidroga —, ma che in realtà sono psicoattive. Sempre più spesso arrivano nei pronto-soccorso degli ospedali giovani con disturbi psicotici inspiegabili, a meno di non pensare all'uso di queste nuove droghe. Che, però, sono difficili da identificare proprio perché sono ancora poco conosciute, anche dai medici. E sono molto potenti ». «Siamo abituati a pensare alla marijuana che contiene 2-3% di principio attivo— aggiunge Macchia — e all'hashish che ne contiene il 7%, ma lo Skunk, ottenuto da un ibrido fra cannabis sativa e cannabis indica, arriva fino al 20%. Gli «Spice» hanno una potenza quattro-cinque volte superiore a quella della cannabis naturale. E il contenuto può variare da prodotto a prodotto, anche della stessa marca ». Per Gustavo Merola dell' Iss: «Gli Spice sono già stati proibiti in Germania, in Austria e da pochissimo anche in Francia».