thecynicorner

Qui, stasera. Qui.


Riprendo a scrivere dopo quasi un mese. Sapete che non sono la stessa di allora, mi sembra assurdo dirlo, scriverlo ancor di più, ma è proprio così: qualcosa si è irrimediabilmente modificato dentro di me, spezzato. E com'ero prima, come sono sempre stata da quando sono nata intendo, non tornerò più. Non è una metafora e lo sappiamo: questa corrispondenza tra un "dentro" tangibile e uno intangibile, entrambi diversi da prima, entrambi fratturati, è il pensiero che non mi abbandona, e ancora mi sorprende, come tutte le cose a cui non trovo un senso e mi lasciano lì così, sorpresa e tramortita, senza possibilità di appello ad una sentenza che non ha ragioni. E' come dice Baricco in Castelli di rabbia: Andava, il mondo, e lui, rubato da uno stupore lancinante, rimaneva indietro... Era lo stupore a fregarlo. Lui non aveva difese contro la meraviglia... La vita faceva una mossa: e la meraviglia si impadroniva di lui.Sì, è quasi un mese che non scriviamo. Non scrivo io, non scrivete voi. Uno dei possibili perchè, il mio, lo conosciamo. E' che certi eventi asciugano le parole. E poi qui non avremmo potuto dire niente di quello che ci siamo detti per telefono, certe cose non si possono scrivere, non qui. Andrebbero forse scritte e depositate da qualche altra parte, ma sapete che non ce l'ho fatta. Spero non ce ne sia bisogno, spero solo di dimenticare tutto, ma dimenticare davvero. Cancellare. Farei qualsiasi cosa pur di cancellare quest'ultimo anno e mezzo e trattenere solo il vostro affetto, l'abbraccio che si è stretto intorno a me. Se mi salverò, chissà quante volte ve l'ho detto, sarà solo grazie a questo. Grazie a voi due e a V. e a S&A e alle altre donne (amiche, madri, zie...) di questo tempo così feroce.Non mi sento bene da stamattina, il dolore è acuto e sono molto stanca. Forse è per questo che vi sto cercando qui anche se so che non ci siete e che forse leggerete chissà quando, per sentirmi meno sola in questo pomeriggio che non passa mai e che batte il tempo con le stesse pulsazioni che sento là, dove qualcosa mi è stato spezzato. Per sempre.