Non sapevo cosa mi stesse succedendo, provavo delle emozioni nello sfiorarla e delle sensazioni nell’incontrare il suo sguardo che non avevo mai provato, o forse sapevo così bene cosa mi stesse accadendo che avevo paura, un terrore indescrivibile anche ad ammetterlo a me stesso...Per giorni ripetemmo lo stesso ritornello... ho paura di soffrire di nuovo per te, le dicevo, non aver paura, mi rispondeva, tutto andrà come abbiamo sempre sognato, ti voglio troppo bene...ti voglio bene? le dicevo sbigottito... io t'Amo!Spesso però purtroppo, quando hai bisogno di fermarti, far tacere tutto ciò che indifferente rumoreggia intorno a te e riflettere, non hai il coraggio di fermare quelle gambe, che come sospinte da un fremito irrefrenabile di collera, continuano instancabili a fare un passo dietro l’altro, e ti ritrovi a galoppare senza nulla per la testa, senza meta, con l’unico impulso che continua a sospingerti verso il nulla.Questo impulso, ho scoperto, ha un nome: Terrore.Il terrore di fermarti e riflettere, ragionando e appurando le tue passate e prossime scelte.Infatti, fin troppo spesso, chi ha bisogno di riflettere, ha anche bisogno di parlare, di sentirsi compreso e di sperare in un caldo, oggettivo e sincero consiglio.Ecco dove fonda le sue radici questa paura: il terrore più vero è quello di non riuscire a comprendere chi sia la persona che in quel momento è accanto a te. Pirandello pensava che ognuno di noi fosse “Uno, Nessuno e Centomila”. Ecco, fra questi centomila modi d’interpretare la stessa unicità, chi è realmente quell’uomo?Quell’uomo, in realtà, è solo un po’ di tutti quei centomila. Egli, infatti, muta di situazione in situazione, nascondendo una personalità statica che forma la sua unicità.In questi casi, che comprendono la maggior parte delle situazioni che la vita ci mette dinanzi, bisogna fidarsi, e soprattutto sperare che l’unicità di quell’uomo sia davvero quanto più possibile simile all’idea che tu hai di lui.E in ogni caso, dopo esserti fidato cosa ti rimane? ti rimane di scegliere se correre il rischio o meno... in ogni caso devi metterti in gioco in prima persona... e sai già, quando ami, che ti farai del male...
Post N° 45
Non sapevo cosa mi stesse succedendo, provavo delle emozioni nello sfiorarla e delle sensazioni nell’incontrare il suo sguardo che non avevo mai provato, o forse sapevo così bene cosa mi stesse accadendo che avevo paura, un terrore indescrivibile anche ad ammetterlo a me stesso...Per giorni ripetemmo lo stesso ritornello... ho paura di soffrire di nuovo per te, le dicevo, non aver paura, mi rispondeva, tutto andrà come abbiamo sempre sognato, ti voglio troppo bene...ti voglio bene? le dicevo sbigottito... io t'Amo!Spesso però purtroppo, quando hai bisogno di fermarti, far tacere tutto ciò che indifferente rumoreggia intorno a te e riflettere, non hai il coraggio di fermare quelle gambe, che come sospinte da un fremito irrefrenabile di collera, continuano instancabili a fare un passo dietro l’altro, e ti ritrovi a galoppare senza nulla per la testa, senza meta, con l’unico impulso che continua a sospingerti verso il nulla.Questo impulso, ho scoperto, ha un nome: Terrore.Il terrore di fermarti e riflettere, ragionando e appurando le tue passate e prossime scelte.Infatti, fin troppo spesso, chi ha bisogno di riflettere, ha anche bisogno di parlare, di sentirsi compreso e di sperare in un caldo, oggettivo e sincero consiglio.Ecco dove fonda le sue radici questa paura: il terrore più vero è quello di non riuscire a comprendere chi sia la persona che in quel momento è accanto a te. Pirandello pensava che ognuno di noi fosse “Uno, Nessuno e Centomila”. Ecco, fra questi centomila modi d’interpretare la stessa unicità, chi è realmente quell’uomo?Quell’uomo, in realtà, è solo un po’ di tutti quei centomila. Egli, infatti, muta di situazione in situazione, nascondendo una personalità statica che forma la sua unicità.In questi casi, che comprendono la maggior parte delle situazioni che la vita ci mette dinanzi, bisogna fidarsi, e soprattutto sperare che l’unicità di quell’uomo sia davvero quanto più possibile simile all’idea che tu hai di lui.E in ogni caso, dopo esserti fidato cosa ti rimane? ti rimane di scegliere se correre il rischio o meno... in ogni caso devi metterti in gioco in prima persona... e sai già, quando ami, che ti farai del male...