I suoni del silenzio

L'orso più bello del mondo


L’orso bruno Marsicano vive nell’Appennino Centrale, in particolare in Abruzzo, sono all’incirca 50-80 rappresentanti della sottospecie Ursus arctos marsicanus, sparsi nei Parchi d’ Abruzzo, Maiella, Sirente-Velino, Monte Genzana, Gran Sasso e Monti della Laga, alcuni esemplari, più “vagabondi” e meno pigri, si sono spinti fino ai Monti del Reatino ( Lazio) ed i Monti Sibillini ( Umbria-Marche). La sua anatomia è inconfondibile per le enormi dimensioni (il peso può superare i due quintali nel maschio adulto), le orecchie corte e tondeggianti, l'assenza di coda e la caratteristica andatura caracollante. La forza e l'agilità del plantigrado sono realmente enormi ed insostenibili. L'Orso Marsicano ha un’altezza alla spalla di 1,20 metri, con un peso di circa 250-300 Kg. Possiede una forza poderosa (una sua zampata può scagliare in aria una pecora) ma in realtà non è assolutamente aggressivo. Nonostante sia così grande, è molto difficile vederlo perché ha imparato a sfuggire l'uomo. Piuttosto miope, ha però udito e olfatto finissimo. Il colore del suo mantello e' bruno, con sfumature nere o grigie. Sembra goffo ma nella corsa è molto veloce e può arrampicarsi sugli alberi fino a sette metri di altezza. Vive per circa 25-35 anni. Oltre ad essere estremamente pigro e solitario l’orso marsicano è nel contempo, intelligente e opportunista, capace di imparare a trarre profitto da diverse situazioni.E' solitamente attivo nelle ore meno calde della giornata e di notte, per questo motivo e' molto difficile da incontrare, tanto che occorrerebbero giorni per rintracciarne uno. Le sue orme sono caratteristiche e hanno circa le stesse dimensioni di quelle di un uomo, ma più larghe e con le unghie marcate. Grandi graffi sugli alberi e pietre rivoltate (l'orso e ghiotto di formiche e altri insetti, che cerca sotto sassi anche di discrete dimensioni) sono un altro segno identificativo della sua presenza. La vita sociale è limitata al rapporto tra madre e figli, e solitamente i singoli esemplari tendono a mantenere sempre discrete distanze fra loro, evitando così conflitti per il territorio e spartendosi pacificamente le risorse disponibili. L’esistenza di popolazioni sane e numerose di orso implica perciò la disponibilità di ampie aree selvagge e ricche di tane e nutrimento. Gli zoologi lo classificano tra i carnivori, anche se il 90% della sua dieta è costituito da vegetali. Come ben risaputo sono ghiotti di miele, alimento che ricerca avidamente e quando riesce a trovare un alveare ne fa una grande scorpacciata, incurante delle api non teme le punture perché protetto dal suo folto pelo. Erba, frutti e bacche che raccoglie nelle radure della faggeta all'interno del suo territorio, sono il cibo preferito. Le sue prede sono quasi esclusivamente insetti, che mangia in abbondanza, e piccoli vertebrati come anfibi e rettili la sua alimentazione può variare a secondo della stagione: mele e faggiole (i frutti del faggio) in primavera; fragole, pinoli e bacche di ginepro in estate; lamponi, pere selvatiche, sorbo e rose selvatiche. In autunno l’orso si prepara allo svernamento che durerà da dicembre fino a marzo mentre nei mesi a seguire, cioè da aprile a giugno, arriva la stagione degli amori che ha solitamente una durata di circa sei mesi, durante i quali nascono spettacolari scontri, fatti di morsi e feroci zampate, tra maschi rivali, dei quali solo i più forti riusciranno ad accoppiarsi più spesso. I cuccioli che nasceranno in inverno nella tana, solitamente non più di due, resteranno con la madre per 15 mesi, alla fine dei quali (all’incirca la seconda estate dopo il parto) la femmina completa lo svezzamento ed è pronta ad accoppiarsi di nuovo. La maturità sessuale viene raggiunta dalle femmine a 5-7 anni mentre i maschi raggiungono le dimensioni di un esemplare pienamente adulto intorno ai 10 anni e solo allora le femmine si dimostrano interessate. La perdita di un individuo per cause accidentali (gli orsi non hanno predatori naturali, eccettuato l’uomo) necessita quindi di almeno 10 anni per essere ammortizzata, il periodo minimo per un ricambio generazionale. La ridotta attività riproduttiva e il basso tasso di accrescimento sono condizioni che non favoriscono l'aumento di orsi marsicani, poi le popolazioni poco numerose vanno incontro al problema della perdita di ricchezza del patrimonio genetico. Infatti più è piccola al popolazione più è facile che individui imparentati, che hanno quindi la gran parte dei geni uguali, si accoppino, portando una progressiva perdita di variabilità genetica.