Bresciaoggi Mercoledì 14 Settembre 2011 PROVINCIA Pagina 20 IL CASO PROFUGHI. Ieri la firma di una convenzione che trasformerà in chiave umanitaria la vicenda di Montecampione Rifugiati, 11 Comuni in campoVia libera all'accoglienza diffusa: sessanta persone si sposteranno distribuite in piccoli gruppi nelle cittadine del fondovalleIl caso Montecampione va superato, e ieri le basi per l'avvio di un progetto di accoglienza diffusa sul territorio valligiano dei profughi sono state gettate ufficialmente con una firma. Anzi, con tante firme.La Comunità montana, 11 Comuni, la cooperativa sociale K-pax, ente gestore dello Sprar (il Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati), l'Asl camuna, il forum del Terzo settore (valligiano), le coop sociali Fraternità Creativa e Pro ser Valle Camonica, la Cgil territoriale e la Cisl-Anolf (l'associazione nazionale Oltre le Frontiere), hanno sottoscritto ieri una intesa che ora impegna i municipi a mettere a disposizione 60 posti (in aggiunta ai 40 già occupati a Darfo, Breno e Malegno), a partire dal prossimo 3 ottobre, finendo per garantire quindi 100 posti complessivi ai rifugiati con la proporzione di una persona ogni mille abitanti della valle. E Marco Zanetta, del Centro Sprar di Breno, ha parlato di un risultato eccellente, unico in tutta la regione: «Undici comuni aderenti non sono pochi, rappresentando la maggioranza dei municipi di fondovalle contattati, mentre quelli di gronda e dell'alta valle non sono stati coinvolti perchè considerati troppo decentrati. Questo progetto d'accoglienza diffusa è un modello da replicare e trasmettere agli altri comuni bresciani, frutto di un lavoro capillare e rigoroso di concertazione, sensibilizzazione e collaborazione. È la risposta concreta per trovare una soluzione alla gestione dei profughi sistemati in alta montagna che necessita dei tempi dovuti».«Questa operazione - ha ribadito il presidente comunitario Corrado Tomasi - intende esclusivamente alleggerire le strutture disagiate e non incrementare la già ampia disponibilità di posti d'accoglienza del territorio camuno: verrà quindi richiesto alle autorità competenti un impegno a non inviare ulteriori persone nelle strutture temporanee progressivamente liberate; anche in collaborazione con quelle esterne al nostro territorio».Come andrà? Marco Zanetta ricorda che il Soggetto attuatore per la gestione delle strutture di accoglienza di Milano ha espresso un consenso di massima sull'iniziativa, e che alcuni Comuni dell'hinterland bresciano si sono dimostrati interessati al progetto avviato qui. Quale sarà la distribuzione negli 11 Comuni (in strutture di proprietà civica, di privati o ancora da individuare)? 15 a Edolo, nella cooperativa Rosa Camuna, 4 a Sellero in un appartamento comunale, 5 a Capodiponte, 4 a Cerveno, 5 a Breno e altrettanti a Malegno, 4 a Berzo Inferiore, 5 a Esine, 4 ad Artogne, da 5 a 10 a Piancamuno, 5 a Pisogne e 4 nella coop sociale K-pax. La Comunità montana continuerà a coordinare il progetto, che viene sostenuto dal forum del Terzo settore, dalle sigle sindacali per la parte burocratica, dall'Asl per l'assistenza sanitaria e dalle coop per i servizi d'assistenza sociale e formazione professionale. Edizione: 14/09/2011 testata: Giornale di Brescia sezione: $sezioneProfughi, prove tecniche d'accoglienzaIn due tavoli separati da un'ottantina di chilometri, ieri, si è dato il là alla seconda fase dell'accoglienza profughi in provincia di Brescia. Se a Breno undici sindaci hanno messo la loro firma sul cosiddetto «Accordo enti solidali per l'accoglienza diffusa nel distretto socio-sanitario di Vallecamonica-Sebino», in Prefettura a Brescia si sono raccolti i primi confortanti «sì» da parte dei consorzi di cooperative per mettere in atto anche nel Bresciano un progetto serio e programmato.Edolo, Sellero, Capo di Ponte, Cerveno, Breno, Malegno, Berzo Inferiore, Esine, Artogne, Pian Camuno e Pisogne hanno messo a disposizione sessanta posti letto per sgravare Montecampione, Corteno e Valpalot. Una sola condizione è stata posta dai primi cittadini: «Sia chiaro che questi posti servono per portare via dai siti di alta montagna quei ragazzi - ha detto il sindaco di Edolo Vittorio Marniga a nome di tutti - e non a far arrivare nuove persone qui. Se così sarà, tutto salta». L'accordo, che ha già ricevuto un primo formale ok dalla Cabina di regia di Milano, sarà inviato questa mattina in Prefettura, con la speranza di poterne discutere già giovedì al tavolo provinciale per l'emergenza profughi (lì verranno annunciati i nuovi arrivi e la collocazione).Ieri pomeriggio si è aperto anche l'altro importante fronte, quello della collaborazione col terzo settore. C'è già un primo assenso per stendere nel giro di qualche giorno un progetto condiviso nel Bresciano, con le cooperative che scenderanno in campo per attivare e mantenere la macchina dell'accoglienza. Al tavolo, oltre alla Prefettura, erano seduti i principali consorzi della provincia, il tutto in collaborazione con lo Sprar di Breno, organismo di consulenza tecnica che - grazie all'esperienza di anni sul tema - ha seguito le operazioni. Già venerdì dovrebbe esserci un secondo incontro operativo. Le attese sui due progetti - accoglienza diffusa e attivazione del mondo cooperativo - sono alte, per risolvere un problema che, con l'arrivo dell'inverno, si fa sempre più pungente. g. moss.
Il Comune di Sellero ha dato la disponibilità ad accogliere 4 rifugiati un un appartamento comunale
Bresciaoggi Mercoledì 14 Settembre 2011 PROVINCIA Pagina 20 IL CASO PROFUGHI. Ieri la firma di una convenzione che trasformerà in chiave umanitaria la vicenda di Montecampione Rifugiati, 11 Comuni in campoVia libera all'accoglienza diffusa: sessanta persone si sposteranno distribuite in piccoli gruppi nelle cittadine del fondovalleIl caso Montecampione va superato, e ieri le basi per l'avvio di un progetto di accoglienza diffusa sul territorio valligiano dei profughi sono state gettate ufficialmente con una firma. Anzi, con tante firme.La Comunità montana, 11 Comuni, la cooperativa sociale K-pax, ente gestore dello Sprar (il Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati), l'Asl camuna, il forum del Terzo settore (valligiano), le coop sociali Fraternità Creativa e Pro ser Valle Camonica, la Cgil territoriale e la Cisl-Anolf (l'associazione nazionale Oltre le Frontiere), hanno sottoscritto ieri una intesa che ora impegna i municipi a mettere a disposizione 60 posti (in aggiunta ai 40 già occupati a Darfo, Breno e Malegno), a partire dal prossimo 3 ottobre, finendo per garantire quindi 100 posti complessivi ai rifugiati con la proporzione di una persona ogni mille abitanti della valle. E Marco Zanetta, del Centro Sprar di Breno, ha parlato di un risultato eccellente, unico in tutta la regione: «Undici comuni aderenti non sono pochi, rappresentando la maggioranza dei municipi di fondovalle contattati, mentre quelli di gronda e dell'alta valle non sono stati coinvolti perchè considerati troppo decentrati. Questo progetto d'accoglienza diffusa è un modello da replicare e trasmettere agli altri comuni bresciani, frutto di un lavoro capillare e rigoroso di concertazione, sensibilizzazione e collaborazione. È la risposta concreta per trovare una soluzione alla gestione dei profughi sistemati in alta montagna che necessita dei tempi dovuti».«Questa operazione - ha ribadito il presidente comunitario Corrado Tomasi - intende esclusivamente alleggerire le strutture disagiate e non incrementare la già ampia disponibilità di posti d'accoglienza del territorio camuno: verrà quindi richiesto alle autorità competenti un impegno a non inviare ulteriori persone nelle strutture temporanee progressivamente liberate; anche in collaborazione con quelle esterne al nostro territorio».Come andrà? Marco Zanetta ricorda che il Soggetto attuatore per la gestione delle strutture di accoglienza di Milano ha espresso un consenso di massima sull'iniziativa, e che alcuni Comuni dell'hinterland bresciano si sono dimostrati interessati al progetto avviato qui. Quale sarà la distribuzione negli 11 Comuni (in strutture di proprietà civica, di privati o ancora da individuare)? 15 a Edolo, nella cooperativa Rosa Camuna, 4 a Sellero in un appartamento comunale, 5 a Capodiponte, 4 a Cerveno, 5 a Breno e altrettanti a Malegno, 4 a Berzo Inferiore, 5 a Esine, 4 ad Artogne, da 5 a 10 a Piancamuno, 5 a Pisogne e 4 nella coop sociale K-pax. La Comunità montana continuerà a coordinare il progetto, che viene sostenuto dal forum del Terzo settore, dalle sigle sindacali per la parte burocratica, dall'Asl per l'assistenza sanitaria e dalle coop per i servizi d'assistenza sociale e formazione professionale. Edizione: 14/09/2011 testata: Giornale di Brescia sezione: $sezioneProfughi, prove tecniche d'accoglienzaIn due tavoli separati da un'ottantina di chilometri, ieri, si è dato il là alla seconda fase dell'accoglienza profughi in provincia di Brescia. Se a Breno undici sindaci hanno messo la loro firma sul cosiddetto «Accordo enti solidali per l'accoglienza diffusa nel distretto socio-sanitario di Vallecamonica-Sebino», in Prefettura a Brescia si sono raccolti i primi confortanti «sì» da parte dei consorzi di cooperative per mettere in atto anche nel Bresciano un progetto serio e programmato.Edolo, Sellero, Capo di Ponte, Cerveno, Breno, Malegno, Berzo Inferiore, Esine, Artogne, Pian Camuno e Pisogne hanno messo a disposizione sessanta posti letto per sgravare Montecampione, Corteno e Valpalot. Una sola condizione è stata posta dai primi cittadini: «Sia chiaro che questi posti servono per portare via dai siti di alta montagna quei ragazzi - ha detto il sindaco di Edolo Vittorio Marniga a nome di tutti - e non a far arrivare nuove persone qui. Se così sarà, tutto salta». L'accordo, che ha già ricevuto un primo formale ok dalla Cabina di regia di Milano, sarà inviato questa mattina in Prefettura, con la speranza di poterne discutere già giovedì al tavolo provinciale per l'emergenza profughi (lì verranno annunciati i nuovi arrivi e la collocazione).Ieri pomeriggio si è aperto anche l'altro importante fronte, quello della collaborazione col terzo settore. C'è già un primo assenso per stendere nel giro di qualche giorno un progetto condiviso nel Bresciano, con le cooperative che scenderanno in campo per attivare e mantenere la macchina dell'accoglienza. Al tavolo, oltre alla Prefettura, erano seduti i principali consorzi della provincia, il tutto in collaborazione con lo Sprar di Breno, organismo di consulenza tecnica che - grazie all'esperienza di anni sul tema - ha seguito le operazioni. Già venerdì dovrebbe esserci un secondo incontro operativo. Le attese sui due progetti - accoglienza diffusa e attivazione del mondo cooperativo - sono alte, per risolvere un problema che, con l'arrivo dell'inverno, si fa sempre più pungente. g. moss.