Etnicarchia

Comune Unico di Valsaviore? A che prezzo?


Di seguito pubblico la lettera al direttore inviata al Giornale di Brescia in relazione all'articolo sul possibile accorpamento dei comuni della Valsaviore apparso oggi sul quotidiano (scaricabile qui).***Egregio Signor Direttore,mi si conceda di intervenire in riferimento all'articolo dal titolo "Tutti insieme, ma senza passione" apparso sul Suo quotidiano e riferito al possibile accorpamento dei Comuni dell'Unione della Valsaviore.E' innanzitutto opportuno ricordare che la normativa attuale prevede che se le cose dovessero rimanere come sono ora con i 5 comuni riuniti in una Unione, questa dovrà gestire tutte le attività e i servizi pubblici locali, fare il bilancio e in pratica assorbire il ruolo prima svolto singolarmente dai Comuni partecipanti i quali, perdendo le giunte ma mantenendo sindaci e Consigli comunali avranno solo poteri d'indirizzo nei confronti dell'Unione. Di fatto quindi - almeno dal punto di vista "gestionale" - l'Unione opererebbe comunque come un unico soggetto (a tal proposito ricordo che i comuni della Valsaviore hanno già conferito all'Unione i dipendenti e quasi tutte le funzioni fondamentali) rendendo pertanto inutile la fusione in un comune unico.Il problema pertanto è puramente di "sopravvivenza politica". Non trovo per nulla strano infatti che i più accesi sostenitori della fusione siano il Sindaco di Berzo Demo e quello di Saviore, entrambi al secondo mandato e pertanto non ricandidabili nei loro comuni e che, a causa della scomparsa delle giunte, non potrebbero nemmeno ricoprire il ruolo di assessore, ma che con la creazione di un nuovo ente rientrerebbero in gioco, così come l'ex-sindaco di Cedegolo (ora "solo" consigliere comunale in quanto fermato per un giro dal divieto di terzo mandato) che forte della sua "esperienza" è sicuramente già pronto a proporsi come "candidato ideale" alla carica di Sindaco di Valsaviore.Da parte mia condivido le perplessità espresse dal Sindaco di Cevo che ha affermato "Prima si dica chi fa cosa poi si ragioni su un progetto realmente sinergico" - e aggiungo, prima si chiarisca anche chi paga!. Già perché leggendo l'articolo non sfugge l'assordante silenzio di uno dei sindaci dei 5 comuni interessati: Sellero. Ad onor del vero questo non mi stupisce viste le vicissitudini del nostro Comune. Attualmente infatti il Comune di Sellero è un po' "la Grecia" dell'Unione della Valsaviore a causa del suo pesante indebitamente (circa 9 milioni di euro di mutui), la non certo rosea situazione del bilancio comunale (recentemente il consiglio ha preso atto di un disavanzo presunto per il 2011 di circa 50 mila euro), i problemi di liquidità che costringono l'ente a ricorrere continuamente alle anticipazioni di tesoreria e, da ultimi ma solo in ordine di tempo, i pesanti rilievi della Corte dei Conti che esaminando il rendiconto del 2009 ha - tra le altre cose- ampiamente confermato le criticità più volte evidenziate dal nostro gruppo consiliare in merito alla situazione delle finanze del Comune, invitandolo ad attuare senza ulteriori ritardi, una seria politica di contenimento delle spese ed ha inoltre rilevato gravi irregolarità di gestione nella vicenda relativa alla cessione di parte delle azioni della società TSN Spa, irregolarità riscontrate anche per quanto riguarda la stessa Unione dei comuni della Valsaviore e il comune di Cedegolo.E' evidente che una gestione finanziaria unitaria per tutti e 5 i comuni (sia come Unione che come Comune Unico) equivarrebbe - semplicisticamente parlando - a mettere insieme crediti e debiti dei singoli enti, condizione che, se consideriamo l'obbligo di soggiacere al Patto di stabilità dal 2014, imporrebbe un'attenta e preventiva analisi della situazione finanziaria di tutti e i Comuni per evitare che le criticità (problemi di liquidità evidenziate dal ricorso alle anticipazioni di tesoreria, elevata esposizione debitoria, etc.) presenti nei bilanci di un singolo ente, possano poi ripercuotersi sulla futura Unione, vincolandola nei confronti del Patto di Stabilità e impedendo investimenti o limitandone la possibilità di spesa, il tutto, ovviamente, a discapito della qualità dei servizi da erogare.Per questo motivo, con una nota inviata nelle scorse settimane, ho chiesto che venga avviata un'attenta riflessione in tal senso. Una riflessione che coinvolga sia l'Assemblea che tutti e 5 i consigli dei Comuni interessati. A mio parere è indispensabile avviare un'approfondita analisi ed un confronto della situazione finanziaria dei 5 enti, una sorta di benchmarking da effettuare in rapporto anche ad altre realtà simili alle nostre che permetta di arrivare preparati alla scadenza fissata dalla legge. Questo percorso però non deve obbligatoriamente portare ad un'unione forzosa - senza se e senza ma - di tutti e 5 i comuni, ma nell'esclusivo interesse dei cittadini deve contribuire alla creazione di un ente (la nuova unione) che sia in grado di garantire i servizi alla popolazione con efficienza ed economicità, imponendo ai comuni associati di arrivare al traguardo dell'unificazione dei bilanci con i conti in ordine e, se così non fosse, valutare l'opportunità di "tagliare i rami secchi" ovvero quel comune (o quei comuni) che non siano "performanti".In caso contrario sarà abbastanza difficile per chiunque spiegare ad esempio ai cittadini di Berzo Demo o di Cevo, perché dovrebbero accollarsi i debiti contratti dal Comune Sellero Severino DamioliniConsigliere Comunale Lega Nord - SelleroDelegato di minoranza presso l'Unione dei Comuni della Valsaviore