Etnicarchia

Corte dei Conti: «Irregolarità nella cessione Tsn»


Contestate le procedure al Comune di Cedegolo e all’Unione della Valsaviore Vicenda Tsn, atto secondo (e terzo). Dopo aver «bacchettato» il Comune di Sellero sull’iter diazzeramento della partecipazione nella società «Teleriscaldamento Sellero Novelle», la Corte dei Conti dà una tirata d’orecchi anche al Comune di Cedegolo e dall’Unione dei Comuni della Valsaviore. I tre enti pubblici, azionisti dell’azienda di Sellero costituita nel 1999 per la gestione del servizio di teleriscaldamento e che oggi detiene anche la centrale a biomasse, nel 2010 decisero di ritirarsi dalla società azzerando la loro quota di partecipazione e senza sottoscrivere l’aumento di capitale sociale. Ed è proprio in riferimento a questa operazione che il relatore della sezione regionale di controllo della Corte dei conti, Gianluca Bragò, nell’adunanza pubblica del 19 luglio scorso ha accertato «gravi violazioni nell’irregolare cessione delle azioni Tsn Spa» da parte dei due enti. Dopo aver pizzicato il Comune di Sellero ad ottobre 2011, il collegio istruttorio si è concentrato sulla seconda parte dell’operazione Tsn che aveva visto protagonisti sia l’Amministrazione comunale di Cedegolo che l’Unione dei Comuni della Valsaviore. In particolare, la Corte dei conti ha rilevato che «la dismissione della partecipazione nella Tsn Spa fu decisa dalla Giunta comunale anziché dal Consiglio comunale». «Irregolare» viene definita anche la «trattativa privata nella cessione delle azioni alla società Artemide Energia Srl» e la «mancanza della perizia di stima sulla congruità del prezzo di cessione». Un verbale quasi identico a quello già notificato al Comune di Sellero che non invalida il processo diazzeramento della partecipazione e non produce alcuna sanzione o ammenda a carico degli enti ma che dovrebbe essere l’ultimo tassello legato alla tormentata vicenda della Tsn. La questione risale all’estate 2010: nell’assemblea straordinaria del 21 luglio, la società deliberò l’azzeramento del capitale sociale a copertura delle perdite prima di avviare la ricapitalizzazione. Operazione alla quale i Comuni di Sellero, Cedegolo e l’Unione dei Comuni della Valsaviore (che detenevano rispettivamente il 10,42%, l’1,68% e lo 0,38% del capitale sociale) decisero di non aderire perché «non sussistevano le condizioni di carattere economico-finanziario, né dal punto di vista della compagine societaria, né dal punto di vista del bilancio comunale». Ma, per chiudere l’esperienza in Tsn, i due enti avrebbero dovuto discutere e votare la questione in Consiglio comunale, mettere in vendita le quote attraverso un bando ad evidenza pubblica (e non con una trattativa privata) e il prezzo delle azioni avrebbe dovuto essere fissato a seguito di una perizia tecnica. «Il collegio - si legge nel verbale della Corte dei Conti - osserva che di fronte ad una delicata questione sarebbe stata quanto meno opportuna una presa d’atto del consiglio ed una presenza effettiva alla seduta straordinaria dell’assemblea societaria del 21 luglio 2010». Solo un peccato di superficialità, dunque: forse per chiudere in fretta un’esperienza societaria non proprio felice. Sergio Gabossi - Giornale di Brescia - 04/09/2012 (pag. 20)