Etnicarchia

Riforme per gli enti comprensoriali


Comunità montane e unioni dei comuni: scatta l'ora del riassettoLa finanziaria 2008 ha demandato alle regioni il compito di riorganizzare l’assetto delle Comunità Montane nell’ottica dell’efficacia e del risparmio delle risorse; il tutto dovrebbe essere portato a compimento entro la fine di giugno anche se molte Regioni non hanno ancora elaborato ipotesi precise in proposito. Le resistenze ai tagli da parte soprattutto delle Comunità montane del Sud e la complessità degli interventi da porre in atto, con conseguenti richieste di chiarimenti sull'interpretazione della finanziaria, stanno rallentando non poco le operazioni di riassetto. Si prospetta quindi la possibilità che alcune Regioni possano approvare entro giugno solo la proposta di riordino dell'ente montano (adeguandosi così ai criteri previsti dalla Finanziaria) rimandando ai mesi successivi il varo della riforma complessiva. Anche Regione Lombardia si è attivata per adempiere agli obblighi previsti dalla finanziaria ed il 19 maggio scorso il “Progetto di legge regionale sul «Riordino delle Comunità montane della Lombardia, disciplina delle Unioni di Comuni lombarde e sostegno all'esercizio associato di funzioni e servizi comunali»” è stato approvato dalla Giunta Formigoni. La Legge, che dovrebbe essere approvata dal Consiglio regionale entro il 30 giugno 2008 (il nuovo assetto degli enti sarà effettivo a decorrere dalle elezioni amministrative del 2009), attua quanto previsto dalla Finanziaria e opera un taglio diretto e immediato del Fondo destinato alle Comunità montane.  Grazie a questo provvedimento, Regione Lombardia intende incentivare la gestione associata di funzioni e servizi tramite le 'Unioni di Comuni' al fine di garantire servizi migliori per i cittadini a costi minori per la pubblica amministrazione. Secondo quanto stimato dal Pirellone questa riforma porterà una riduzione dei costi della politica pari, a 4.345.403 euro. Le nuove Comunità montane saranno valorizzate in quanto riceveranno in gestione funzioni regionali diventando, insieme alle Unioni dei Comuni, destinatarie di finanziamenti con priorità per la gestione dei servizi comunali in forma associata nei territori montani. Tra le novità più significative contenute nel provvedimento troviamo: la riduzione del numero delle Comunità montane da 30 a 23 (anche se, come già annunciato da tempo, la Comunità Montana di Valle Camonica non subirà ridimensionamenti); la riduzione dei componenti dell'assemblea che sarà formata dai sindaci dei Comuni facenti parte della Comunità e dell'organo esecutivo (giunta esecutiva) che sarà a composizione variabile secondo il numero dei comuni membri (5 per le CM con un numero di Comuni fino a 35, 7 per le CM con più di 35 comuni); la riduzione di almeno il 70% del gettone di presenza per il presidente e i membri dell'esecutivo; il divieto per un comune  di aderire a più unioni anche se queste esercitano servizi diversi.