Creato da inchiostro.nero il 09/03/2009

Eternal Sunshine

Con un po' di fortuna si può dimenticare.

 

 

« Senza tante Parole. Senz...

Sei appena stato risucchiato in un vuoto.

Post n°3 pubblicato il 02 Aprile 2009 da inchiostro.nero

Ho scritto cose e le ho cancellate con un click subito dopo - che tanto le parole restano [solo] parole. Punto. E nel mio stomaco non c'è niente di abbastanza duraturo da poter essere messo per iscritto nero.su.bianco.

Ho smesso di leggere chè nei libri non c'è la realtà e io avevo cominciato a cercarmi - troppo spesso - tra una riga e l'altra. Tra una parola e l'altra, in quello spazio bianco che ci sta in mezzo e che resta sempre lì, bianco/vuoto/accogliente pagina dopo pagina.

Ho chiuso i sogni in un cassetto per proteggerli dal mondo/dall'usura/dalle persone, che finiscono sempre per rubarteli un po' i sogni e quello che ne resta sono solo sogni usati, dolciastri che fanno più che altro venire la nausea.
Le persone non condividono mai, saccheggiano e basta

Ho bruciato i vecchi taccuini perchè ci sono cose che è meglio dimenticare e basta che se potessi tagliare via fette intere della mia vita con un bisturi sarebbe tutto più semplice. Che vedere la carta che brucia con tutto quello che è successo scritto sopra magari sparisce, magari è come se non fosse successo niente, magari è ancora come se avessi diciassette anni e un cuore rosso [e non nero].

 

 

"Non c'è niente con cui sfogarsi, solo un'oscurità sconfinata in cui non so cosa mi sto inventado."

[Gwendoline Riley, Sick Notes]

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LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI.

Detestava che ogni sua azione dovesse sempre apparire così irrimediabile, così definitiva. Nella sua testa lo chiamava il peso delle conseguenze ed era sicura che quello fosse un altro ingombrante pezzo di suo padre, che negli anni le si era incarnito nel cervello. Desiderava con avidità la spregiudicatezza delle sue coetanee, il loro vacuo senso di immortalità. Desiderava tutta la leggerezza dei suoi quindici anni, ma nel cercare di afferrarla avvertiva la furia con cui il tempo a sua disposizione stava scivolando via. Così il peso delle conseguenze si faceva addirittura insopportabile e i suoi pensieri prendevano a girare sempre più veloci, in cerchi ancora più stretti.

 
 

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