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Momenti! 2


francesco_v2 il 11/05/12 alle 00:50 via WEB   Il giardino di casa di mio nonno, dove sotto un pergolato di inzolia un giorno misi sotto terra un seme di granoturco e me ne dimenticai. Fino al giorno in cui mi imbattei nell'arbusto dal quale pendevano splendide pannocchie. Il mio compito
quotidiano era innaffiare il giardino popolato di primule multicolori che delimitavano il viale di ingresso e poi la mentuccia e gli aromi, la lavanda e le calle più in là vicino al muro di cinta.    C'erano anche fiori rari che non ho più rivisto facilmente e non ti so dire il nome, una specie di canne dal quale spuntava una sorta di pallina che poi si costellava di una infiorescenza composta da 4 petali allineati sull'arancione, c'erano anche le dalie ed una ortensia. Ricordi di infanzia; ci passavo le ore pomeridiane e le interminabili giornate estive in compagnia una volta di sandokan altre volte con il corsaro nero a volte immerso dentro il nautilus oppure ad inseguire con la mente michael il cane da circo.    Da molti anni non appartiene più alla famiglia, è stata venduta, un vero peccato. Un architetto è riuscito a distruggere senza troppi sforzi qualcosa di bello. Quando ci passo la mostro ancora ai miei figli. Di fronte c'era casa mia, andata anche quella, il giardino era più piccolo, con un pozzo orlato di pietra lavica e mattoni rossi, le immancabili calle bianche ed una macchia di rose arrampicanti
rosse, bellissime, a delimitare il recinto. Però lì avevo la mia stanza dei giochi, le mie verghe d'oro rubate dai vascelli spagnoli, il mio kriss malese che avevo scolpito da un pezzo di legno e la mia pistola ad avancarica autocostruita come quella dei pirati, il mio fucile (riproduzione fedele del winchester che mi regalò mio padre), le mie riproduzioni delle colt di tex willer che comprai con i risparmi sulla paghetta, all'epoca non erano vietate e poi a perdita d'occhio le antiche sciare dell'etna ricolme di rigogliose ginestre gialle intenso stagliate sul nero della roccia quasi a significare la vittoria della vita sul desertificante fiume di roccia nera e che profumavano l'aria.    Si è perso tutto tranne che nella nostalgia dei miei ricordi. Adesso nel palazzetto dove vivo ho una palma al pian terreno che raffresca il terrazzo al primo piano, una rosa malaticcia che forma un mezzo pergolato nella stessa terrazza, una vite di nero d'avola che sale su fino al terrazzo al secondo piano, ma è da tagliare, è irrimediabilmente malata. Un cycas, i gerani sui balconi, un bonsai di olivo, un bonsai di ficus e samuelson, lagioni, morelli, boaretto, mancini e bellotto hanno irrevocabilmete preso il posto di tex willer, di sandokan di michael e del corsaro nero. mi fermo quì e ti abbraccio prima che mi rispuntano le lacrime stasera. :-))).