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« come comprendere quando ...caos »

femminicidio

Post n°35 pubblicato il 19 Settembre 2013 da darksidedgl0

Mi è già capitato, in altra occasione, di toccare l'argomento della violenza sulle donne, sui crimini commessi, a vario titolo, a loro danno, troppo fugacemente, per un sì rilevante tema. Tornarci, mi fa si arrossire di vergogna, ma mi da l'opportunità d'un ulteriore, più approfondita, riflessione.
E' una riflessione a voce bassa, dai toni sommessi, generata nell'intimo dell'animo, dopo aver seguito le recenti vicende che vedono la Donna, oggetto dei più efferati delitti che catapultano il genere maschile in un indefinibile collocazione umana. Non ne evocherò alcuna di queste vicende, recente o futura, mi sembrerebbe di far torto a quelle che, inevitabilmente, non mi sovvengono ora. Qualunque aggettivo dispregiativo, non renderebbe giustizia alcuna per gesti così vili. 

Ho seguito, negli ultimi anni, le cronache dei reati commessi sulle donne. Stalking, omicidi, delitti, stupri, aggressioni, sovente lasciati impuniti, senza neanche la soddisfazione di veder finire dietro le sbarre (magra consolazione) i colpevoli o peggio, individuarli, incarcerarli ed assistere alla...clemenza umana, che non tarda ad arrivare, attraverso il riesame di turno, il giudice di turno che elargisce arresti domiciliari, sentenze con riduzione sensibile della pena comminata in primo grado ed altre facilitazioni che consentono al criminale di turno di beneficiare d'una condizione di reiterazione del reato che, puntualmente giunge, sopratutto nei soggetti coinvolti nella più orrendo ed inqualificabile dei delitti: la pedofilia.

Come porre fine a tutto ciò, a parte intervenire preventivamente sulla formazione dell'animo umano, ingerendo, anche a forza se necessario, nelle menti delle future generazioni. Intervenire, diffondendo l'idea del rispetto, dell'educazione, dell'amore e non solo fisico, per la Donna. Mi chiedo, l'uomo, volendo semplicizzare, è generato dalla Donna, in lei trova inizio la sua stessa vita,da Lei succhia l'iniziale linfa vitale, ne riceve attenzioni, amore, gentilezza, come diavolo fa a ripagarla, una volta adulto, con questo squallido comportamento, invece che innalzarla su un piedistallo a venerarne la generosità? Gli uomini, prima ancora che uomini son figli ed anceh padri e fratelli e mariti e amanti. Già amanti...ma di chi?

Per fortuna, non tutti gli uomini s'atteggiano in questo modo e vorrei vedere....ma tanti, troppi, gli squilibrati che, vuoi per pene, erroneamente identificate, d'amore, vuoi per viltà, vuoi per vendetta o per pura follia, manifestano le loro turbe ossessive ed il loro totale squilibrio mentale, attraverso la violenza. A volte, vanno anche oltre la violenza sulle donne, che pare non bastargli, non soddisfare la loro sete di vendetta, assumendo la distorta convinzione che colpire i propri figli sia la massima punizione che si possa infliggere ad una donna che, pure, in passato, recente o lontano che sia, hanno dichiarato d'amare. Cosa spinge questi uomini a tenere questi atteggiamenti deleteri?

Purtroppo ed è sincero, provo il rammarico di non aver chiara la soluzione a questo increscioso, indigeribile, inaccettabile problema. nessuno può definirsi depositario della Verità assoluta, men che meno sarei in grado io, avendo fallito molti, tanti, prima di me, è avvilente prender atto di questo stato di cose. Fosse per me, a fronte di delitti di questo genere, accertata, ineludibilmente, inequivocabilmente, inconfuntabilmente, al di là d'ogni ragionevole dubbio, la colpevolezza del soggetto in questione, non rimarrebbe che incarcerarlo in una cella due per tre metri e gettare in  mare la chiave, naturalmente nutrendolo, vita natural durante, a pane ed acqua che già troppo costerebbe alla società. Ma quello che davvero mi fa rabbia è l'indolenza, l'assenza di reazione, della così detta società civile. Certo, si vedon chiese affollate a commemorare le vittime di questi crimini, ma nulla di concreto, peggio, l'indifferenza che ci pervade un attimo dopo la conclusione della cerimonia, è avvilente. Una società che fagocita gli eventi delittuosi con una velocità impressionante. CIò che accade, solo il giorno prima, appartiene, nelle nostre menti, al passato.

Concludo che. a mio parere, non basta più chieder perdono a nome di questi scellerati, ma come in rari casi accade, dovremmo cominciare a prendere coscienza e reagire a fronte di questi eventi....Chissà, magari, se impariamo a non voltar più la testa dall'altra parte, se non rimaniamo sordi alle grida d'aiuto, se cominciamo a pensare che, al posto dell'ennesima sventurata di turno, potremmo esserci noi o qualcuno a noi vicino forse, ma proprio forse...qualcosa, in futuro, potrebbe cambiare.....Ottimista? Perchè no? In fondo, anche questo potrebbe rappresentare l'inizio a cambiar le cose, a sperare in un mondo migliore sopratutto per chi ci seguirà, cominciare col vedere il bicchiere mezzo pieno.....

 
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Commenti al Post:
nina.monamour
nina.monamour il 19/09/13 alle 16:21 via WEB
Ciao caro, leggo questo tuo post e ti esprimo la mia opinione! Nel 1792 Mary Wollstonecraft, nel suo “A Vindication of the Rights of Woman: with Strictures on Political and Moral Subjects”, scriveva qualcosa di vero tanto ieri quanto oggi: “Ahimè, dubito che la pietà e l’amore siano così simili come sostengono i poeti, poiché raramente vedo nascere compassione di fronte alla situazione delle donne, a meno che esse non siano belle.” Quanti sanno che un terzo delle donne di tutto il mondo subirà violenza fisica o psicologica nel corso della propria vita? Restringendo il campo d’analisi le cose non vanno certo meglio, perché nella civilizzata Europa vengono uccise ogni giorno 7 donne dai loro stessi partner; persone con cui magari stanno progettando il loro futuro insieme, o con le quali stanno per festeggiare il 25° anno di matrimonio. Ma l’idea di Europa potrebbe essere ancora troppo lontana, vaga, per molti italiani; quindi perché non affrontare gli scheletri nell’armadio del “bel Paese”? Ad oggi si contano 127 femminicidi avvenuti nel solo 2012, circa un assassinio ogni 2 giorni, per non parlare di questo anno (2013) nefasto. Tutt’ora non esistono stime precise del fenomeno, si apprende che il 93% delle violenze nei confronti di partner attuali o precedenti non sono segnalate, rimanendo nascoste, invisibili, come se non fossero mai accadute. Eppure sorprende venire a conoscenza che in quasi tutti i casi, erano molti quelli che sapevano, i vicini sentivano le urla, i familiari ospitavano figlie, madri, sorelle, che si presentavano con lesioni sul viso, lividi, ossa rotte; condizioni che hanno notato anche Medici e forze dell’ordine, (te li raccomando quelli, arrivano solo quando ci scappa il morto o la morta) ma che non hanno impedito all’autore di tali gesti di commettere il crimine più atroce. In molti casi poi la paura spinge la vittima alla solitudine, a isolarsi, anche a causa dell’inadeguato sistema di tutela giurisdizionale. Pensare che l’Italia non ha ancora ratificato la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza domestica e sulle donne è l’ennesimo motivo di grande delusione nei confronti dei nostri politici. In una nazione completamente divisa dalle disuguaglianze sociali, a partire dalla base fino ai vertici, è difficile attuare politiche, non solo di prevenzione, ma soprattutto di rieducazione, le uniche che potrebbero accendere un luce di speranza futura affinché le cose cambino. Un Paese profondamente violento rispetto alla questione del divario sociale, dove l’Italia si posiziona all’80° posto, dietro Paesi che a quanto pare sanno affrontare la questione meglio dell’Italia, ma che continuiamo a chiamare addirittura “Terzo mondo”. E’ di primaria importanza partire dalle scuole, insegnando il rispetto di genere, un principio di validità universale; è doveroso modernizzare l’ordinamento giuridico, per fare in modo che la prevenzione e la punizione dei crimini nei confronti delle donne siano efficaci; ed è d’obbligo per tutti gli uomini iniziare una profonda riflessione, che li porti ad una svolta culturale necessaria per cambiare il modo di vedere loro stessi innanzitutto, dopodiché potranno guardare le donne con rispetto. No, non si può perdonare colui che si macchia di questi delitti, perdonami e buon pomeriggio.
(Rispondi)
 
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