Il mondo visto da me

CELLULARE MON AMOUR


Non c’è che dire è ufficialmente iniziato l’andazzo normale, quello post vacanze fatto di colonne e rintronati in auto. E’ un idillio soprattutto per quelli come me che l’agosto l’hanno passato in città a lavorare e che si sono potuti godere una sorta di tranquillità, come fare 2 km in 3 minuti d’auto come vuole natura, andare alle poste senza mettersi in aspettativa oppure non dover insultare nessuno per un parcheggio a cazzo che occupa due posti…tanto di liberi ce n’erano. Da ieri sono ripiombata nella solita realtà ed eccole le mamme terribili, quelle che per portare il pargolo a scuola devono per forza usare auto immense che non sanno guidare e soprattutto parcheggiare. Sottolineo che non è invidia perché non posso comprarmi il Suv, ma credo che in città sia un’auto un tantino fuori portata. Insomma dovrebbero dare una patente speciale per quei transatlantici e fare un test d’intelligenza a chi li compra. Perché fatalità sono quelli che non mettono la freccia (tanto io c’ho la ma macchina grande e mi vendono e se non mi vedono che si comprino una sfera di cristallo), che parcheggiano vicino agli Stop! che tu per attraversare l’incrocio devi iniziare a dire il rosario, oppure che pigliano tre posti macchina al colpo e…ne pagano uno! Altro test particolare dovrebbero farlo a ci compra i cellulari, e tanto lo so che la mia è un’affermazione anti-democratica, ma non me ne importa nulla. Quel cosino che monopolizza la vita di molti di noi spesso è una vera rottura di palle. Ormai per la strada non bisogna stare attenti solo alle auto e agli scooter, ci si mettono anche i pedoni (mai visto quelli che mandano gli sms mentre camminano?) o quelli in bici che ovviamente non possono non rispondere al cell mentre attraversano sulle due ruote il centro storico, quello che li circonda è in più. Si tratta credo di buon senso ed educazione: dalla vecchietta che risponde in autobus usando come un’ossessa perché convinta che non la sentano (e spesso è solo marito o figli che le chiedono la ricetta per il brodo), oppure chi si ostina a tenere il cell sul tavolo del ristorante ovviamente con suoneria a palla (giustifico solo i medici…visto che magari qualche vita la salvano) e poi in spiaggia diventata la saga delle suonerie, più orribili sono e più le mettono a palla. Dal gattino che miagola al ritornello in dialetto, è il tripudio della maleducazione. E quelli che lo fanno squillare finché ti si piegano i nervi e andresti a rispondere tu dicendo “Pronto! Guardi il cretino dell’intestatario di questo numero ha il cervello momentaneamente assente. Lasci un messaggio e non richiami grazie”. E poi con i cell è nata una serie di cattive abitudini. Tipo chiamare ogni 3 secondi finché il poveretto non ti risponde: mai pensato che se non risponde è perché è occupato. Altra cosetta sono gli sms. Comodissimi in molti casi, un incubo in altri. Oramai tutti usano le sigle ed a me, che non sono tanto sveglia, servono 10 minuti per la traduzione. Ma dico è tanto faticoso scrivere “Va tutto bene? Che mi racconti?” Invece di “Tto ok? Che Sdice?” può anche essere che gli idioti li conosca solo io, fatto sta che ai messaggi in sanscrito non rispondo più. Se va avanti così non rispondo più neppure al cell ;-P