Il blog di 3 C

Il cielo notturno


Tempo fa mi sono cimentato nella scrittura di due articoletti per digiland il cui tema era più o meno "uno sguardo romantico al cielo". Allora non avevo che una vaga infarinatura del significato filosofico del romanticismo, ed esortavo, o meglio mi sarebbe piaciuto che chi leggeva ne fosse incuriosito, ad osservare il cielo, anche se offuscato dalle luci della città. Certo, in una città di provincia come la mia, ogni tanto appare un cielo stellato degno del suo nome, mentre nelle città più popolate oramai si fa fatica a distinguere anche le stelle più luminose. la necessità di avere un ambiente più sicuro, consono, produttivo, ci priva con l'illuminazione notturna di uno dei più bei spettacoli della natura. In passato anche famosi pittori si sono cimentati con quadri raffiguranti il cielo notturno, magari non come soggetto principale, ma sicuramente d'effetto; forse non ce ne sono molti solo per la difficoltà di poter vedere quel che si dipingeva con la necessità di mancanza di luce.Vincent Van Gogh era uno di questi; e seppur con una scala assolutamente imprecisa, nel suo dipinto "cielo stellato sul fiume Rhone" ha immortalato una delle costellazioni se non riconosciute, almeno più citate: il grande carro (che poi è parte dell'orsa maggiore).
Ma vorrei tornare al motivo che mi ha fatto scrivere questo pezzo, e che è direttamente correlato all'immagine messa all'inizio della mia riflessione. Quello è il cielo che si vede a Ritter Butte, Oregon (USA), fotografato dall'astrofilo Thomas W. Earle. Quella striscia chiara che si vede nella foto è un'altrettanto nota, purtroppo solo a parole, zona del cielo notturno che sicuramente sarà impossibile da vedere ai più (a meno di un black out generale come quella di qualche estate fa). Si tratta della via lattea, che altro non è che la visione nella nostra prospettiva della galassia in cui il nostro pianeta, il nostro sole, il nostro sistema solare sono immersi. Alla stesura di questo mio thread c'era una foto meravigliosa fatta dall'osservatorio dell'ESO (European Southern Observatory) sul Cerro La Silla, appartenente alla Ande Cilene. Anche se non si vede in tutta la sua imponenza (ma a me piaceva la foto così com'era) volevo comunque proporvela; purtroppo la sua dimensione originale non mi consente di pubblicarla qui. Voglio comunque lasciarvi il link, perché merita di essere vista. (clicca qui ----> Milk way from ESO-La Silla). La mia curiosità negli anni è stata placata dalle conoscenze documentali sull'astronomia e sull'astrofisica, nulla di accademico per carità, ma l'aspetto romantico di una osservazione di questo tipo è solo immaginato o preso a prestito dalle fonti di informazione. Nel web sono presenti migliaia di foto e contenuti multimediali, come poi anche le riviste specializzate e le enciclopedie dedicate che si possono trovare in edicola o in libreia e/o biblioteca, danno l'idea di come sarebbe quello spettacolo. Ma riuscire a vederlo di persona è una cosa fantastica, un'esperienza unica da riuscire a fare almeno una volta nella vita; credo di esserci riuscito in solo un'occasione, in montagna, anni fa, ma di sfuggita e non certo nella magnificenza offerta agli astronomi dall'altezza dei 2.400 metri in un territorio praticamente desertico. Ritengo che siano tra quelle cose, tipo vedere, l'oceano, il deserto, un ghiacciaio, insomma quelle sfumature della natura che ci circonda e che sono fondamentali nella crescita culturale ed emozionale di chiunque. Concludendo, se la nottata lo permette, date un'occhiata con curiosità al cielo, anche solo per riconoscervi puntini luminosi di colore diverso, anche solo per andare a caccia della costellazione immortalata da Van Gogh, anche solo per ricordarvi che da qualche parte c'è la stella polare, anche solo per dire... toh, c'è una serie di stelle che sembra una W (è cassiopea quella).Poi magari, passando di qui, ogni tanto posso parlare di quello che vedo, che ho visto, e con voi condividerlo.A presto.