Creato da tib11 il 18/08/2007

myself and I

A man can be destroyed but not defeated

CITAZIONI

Tecumsec, Shaumee
Rispetta tutti gli uomini, ma non umiliarti davanti a nessuno
Socrate
l'uomo è la sua anima
Alexander Pope
la natura e le leggi della natura erano nascoste nella notte. Dio disse "sia Newton!" e tutto fu luce.
Forrest Gump
la vita è come una scatola di cioccolatini: non sai mai quello che ti capita
Oscar Wilde
-ogni volta che la gente è d'accordo con me provo la sensazione di avere torto
-nessuno può essere libero se costretto ad essere simile agli altri
-l'ambizione è l'ultimo rifugio del fallito
-l'unico modo per liberarsi da una tentazione è cedervi
-se l'uomo delle caverne avesse imparato a ridere la storia dell'umanità sarebbe stata diversa
-non ci si dovrebbe mai fidare di una donna che dice apertamente la sua vera età. Se è disposta a questo, è pronta a dire qualsiasi altra cosa.
-santo cielo signor Worthing, perdere un genitore è una disgrazia ma perderne due... è sbadataggine!
VforVendetta
"muori muori!! perchè non muori?""sotto questa maschera signor Creedy non c'è solo carne. Sotto questa maschera c'è un'idea e le idee sono a prova di proiettile!"
boh...
non c'è niente di più triste di un sogno che muore
Dylan Dog
non avete mai preso in considerazione la possibilità che le cose esistano fintanto che c'è qlk1 che crede in esse?
Boh
l'uomo ha bisogno di quello che ha in sè di peggiore per raggiungere ciò che di migliore esiste in lui
Samuele Bersani
troppo cerebrale x capire che si può star bene senza calpestare il cuore...
Seneca
non c'è vento che possa spingere un nocchiere che non sa sove andare
Groucho
come diceva sempre mia nonna, "oh Signore, fai morire i miei amici, che sono stanchi di vedermi" soffrire"
La finestra di fronte
nn si accontenti di sopravvivere; lei deve pretendere di vivere in un mondo migliore, non soltanto sognarlo...
Linkin park
leave out all the rest forgetting all the hurt inside you've learned to hide so well
Goo Goo Dolls
When everything feels like the movies And you bleed just to know you're alive
Oasis
how many special people change, how many lives are living strange...
Che ne sarà di noi
guardare in faccia il proprio destino non è facile... anche perchè il futuro non si vede mai...

 

 
 

 

 

 

Dal Corriere della Sera

Post n°157 pubblicato il 16 Settembre 2009 da tib11

IL PREMIER DA VESPA

La tv dell'obbligo

Così un evento diventa rituale a reti unificate

di ALDO GRASSO

La trasmissione che Bruno Vespa non avrebbe mai dovuto fare. Vespa ha sapientemente iniziato la puntata con la toccante storia di Giulia. Nel computer della studentessa, morta sotto le macerie del terremoto, è stato trovato il progetto per la costruzione di un asilo a forma di libro. Ieri, alla presenza dei genitori, è stata inaugurata la nuova scuola materna costruita con i soldi raccolti dalla trasmissione e firmata, appunto, da Giulia Carnevale. Nonostante la commozione, questa è la trasmissione che Vespa non avrebbe dovuto fare. Per evitare le violente polemiche suscitate. Ma anche per orgoglio professionale, per non rovinare quanto di buono aveva fatto a favore dei terremotati della sua città. Vada per «Porta a porta» spostata in prima serata per la consegna delle villette agli sfollati di Onna. Vada per Vespa cronista privilegiato al seguito del Presidente tornato gioiosamente impresario edile. Vada per il monologo del premier sulla ricostruzione, e il suo sciorinare cifre e sondaggi favorevoli.

Ma Vespa si sarebbe dovuto opporre allo slittamento di «Ballarò» e, visti i suoi buoni rapporti con Palazzo Grazioli, anche a quello di «Matrix». Perché, in questo modo, anche una cerimonia importante come l'inaugurazione delle casette antisismiche ha dato adito a ogni sospetto. E soprattutto è parso uno di quei rituali sovietici a reti unificate, in stile Putin, a metà strada tra populismo demagogico e culto della personalità. Ieri sera Vespa (con non poche resipiscenze) e il direttore generale della Rai Mauro Masi hanno fatto fare un passo indietro all'informazione tv, l'hanno riportata ai tempi del pensiero e del canale unico. La tv dell'obbligo. Dopo quello scolastico, è stato ripristinato l'obbligo televisivo. Non è tv di regime (c'era anche Piero Sansonetti), ma un brutto modo di fare tv. Il fatto è che i tempi mediatici sono cambiati e sull'episodio è sceso anche un velo comico. Specie quando a Berlusconi sono stati serviti su un piatto d'argento gli argomenti per la difesa scontata sul conflitto d'interesse.

Dicono che Berlusconi avesse paura che altre trasmissioni di approfondimento frazionassero l'ascolto e insinuassero dubbi, non veri secondo lui. Dicono che la concomitanza delle partite di Champions su Sky, che vedevano impegnate Juve e Milan, rappresentassero già un temibile diversivo. Dicono che... Qualunque cosa si sia detto o pensato la concorrenza, politica e televisiva, deve restare il sale della democrazia. Non si può accusare, in nome del libero mercato, il leader dell'opposizione Franceschini di voler abolire l'Auditel dai programmi informativi e poi accettare che vengano spostate due trasmissioni che avrebbero potuto sottrarre audience a «Porta a porta». Oggi l'Auditel ci dirà quanti spettatori hanno seguito la trasmissione, ci darà anche una radiografia della tipologia di questo pubblico. Ma l'unico dato certo è che ormai l'informazione tv è spinta a rafforzare il suo ruolo di «mediazione», di organizzazione dello sguardo sul mondo, di interpretazione e valutazione degli eventi, per quella parte della popolazione che, per diverse ragioni, non ha accesso alle nuove tecnologie. Per gli altri è tutta un'altra storia, informativa

 
 
 

"dedicato a tutti quelli che... stanno aspettando"

Post n°156 pubblicato il 14 Settembre 2009 da tib11

a voi, cari pendolari, che come me avete la sfortuna di dipendere da tranitalia... almeni ridiamoci un po' su!

 
 
 

maglietta bianca per la giornata contro la violenza sulle donne

Post n°155 pubblicato il 09 Settembre 2009 da tib11

 
 
 

cambio il look!!!

Post n°154 pubblicato il 07 Settembre 2009 da tib11

vi prego non fraintendete questo cambio di look!  ho sempre detestato il rosa puciccioso ma questa sfumatura è adorabile!!

 
 
 

"Leggere un libro come questo è un'impresa moralmente impegnativa" Georgi M. Derluian

Post n°153 pubblicato il 02 Settembre 2009 da tib11
Foto di tib11

che dire... bush, putin... il Papi se li sa scegliere proprio bene gli amici, i governanti da imitare... e a giudicare da ciò che sta succedendo con la stampa deduco che abbia imparato molto bene le lezioncine del secondo. a quando i cappucci neri?

 
 
 

io ho firmato

Post n°152 pubblicato il 01 Settembre 2009 da tib11

http://www.firmiamo.it/controreatodiclandestinita

 
 
 

io batto le mani

Post n°151 pubblicato il 31 Agosto 2009 da tib11
Foto di tib11

è di qlk giorno fa la notizia dell'avvistamento si Nessie grazie a google earth. Ora uno ci può credere o meno... io ho subito voluto rileggere l'albo del Dylan Dog intitolato "Requiem per un mostro"... chi lo legge sa bene di cosa parlo.

non posso raccontarvi tutta la trama... e non lo farò. ma voglio scrivere l'ultima parte di questa commoventissima storia... i sognatori come me l'apprezzeranno...

" l'acqua... devo arrivare all'acqua... diosanto come sto male... [cade] ouch! Crisi d'astinenza da alga. solo a me poteva capitare. sono sempre stato scettico riguardo all'esistenza del mostro ma non ho mai del tutto chiuso la porta della speranza di essere smentito... e ora... Possibile che il discorso di Alex fosse del tutto vano? possibile che Nessie davvero non esista solo perchè nessuno crede più in lui?ma no... Alex era d'accordo con loro... mi sono fatto fregare da un ragazzino di 12 anni! meglio così, vuol dire che non soffrirà. Uno in meno a dover recitare un requiem per un mostro, per la fine di un sogno... "non c'è niente di più triste di un sogno che muore"... dove ho letto questa frase? dove??  al diavolo! non lo acceto! allora ascoltami bene merismopediavattelapesca... non prenderai il posto di Nessie! qualche giorno fa un ragazzino mi ha detto che le cose esistono fintanto che c'è qualcuno che crede in esse... benissimo... forse non sarò convincente come la fatina di Peter Pan e non pretenderò che nessuno mi batta le mani per questo... ma io ci credo! io voglio crederci! IO VOGLIO CHE NESSIE ESISTA! e non sarà per qualche tossina in circolo che smetterò di lottare [l'acqua del loch ness comincia a ribollire]... preferisco la febbre... e le allucinazioni... a una realtà così misera. anche se so che è pura follia... preferisco credere... a quello che vedo [Nessie è davanti a lui] Ciao Nessie. Questa volta sei vero? sei reale... o sei un'altra allucinazione...? ma in fondo chi se ne frega... non è questa la cosa importante... continua così Nessie... mangia... io so cosa stai facendo... stai mangiando la merismopedia luxmanentia... stai salvando loch ness [qst alga l'ha infestato tanto da rovinarne l'ecosistema, infettando i pesci e avvelenando le persone!] sarebbe così bello... se fosse vero. ma credo che saprò la verità domattina quando mi sveglierò..."

cade svenuto... ma Nessie è ancora lì...

 

 
 
 

Pensieri cupi...perchè anche noi che sorridiamo tanto qualche volta li facciamo...

Post n°150 pubblicato il 23 Agosto 2009 da tib11
Foto di tib11

mi spaventa sempre di più la crudeltà dell'uomo, e il suo cinismo, e la sua incapacità di provare compassione... vedo tutti noi sull'orlo di un nero baratro di niente, pronti a scalare un monte sulla cui cima arriveremo con un pugno di nulla...

e in questo vortice, in cui si mischiano cecità, opportunismo, mors tua vita mea, non distinguo più l'umanità...

 
 
 

hanno fatto il seguito!!! XD

Post n°149 pubblicato il 22 Agosto 2009 da tib11

 

troppo carino il frigoriferinoooo 

 
 
 

bzz bzz

Post n°148 pubblicato il 17 Agosto 2009 da tib11

perchè mi sono svegliata con sta musichetta in testa?!!!!

 
 
 
 
 

Enjolras

Post n°146 pubblicato il 23 Luglio 2009 da tib11

...questa barricata non è costruita di sassi, di travi, di ferramenta; ma di due mucchi: uno di idee, l'altro di dolori. La miseria qui si incontra con l'ideale: qui il giorno abbraccia la notte e dice: "Io muoio con te e tu rinascerai con me" [...] I patimenti portano qui la loro agonia, e le idee la loro immortalità; e tale agonia, tale immortalità, stanno per congiungersi e comporsi nella nostra morte. Fratelli, chi muore qui muore nell'irradiamento dell'avvenire; e noi entriamo in una tomba dove già penetra l'aurora.

 che dire, ho terminato ieri "I miserabili". E' un libro davvero bello, intenso. Il riscatto lo trovi in ogni pagina, in ogni parola e in ogni lettera. Credo che per certi versi sia ancora molto attuale. Insomma, tutt'oggi agli emarginati non è data la possibilità del riscatto; o almeno è questa la percezione che ho del mondo che mi circonda... 

 
 
 

tra le tante schifezze di sto lodo (dove da lodare non c'è proprio NIENTE) pure questa!

Post n°145 pubblicato il 07 Luglio 2009 da tib11

Gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da un susseguirsi di iniziative legislative apparentemente estemporanee e dettate dalla fantasia dei singoli parlamentari ma collegate tra loro da una linea di continuità: la volontà della politica di soffocare ogni giorno di più la Rete come strumento di diffusione e di condivisione libera dell’informazione e del sapere. Le disposizioni contenute nel "Decreto Alfano" sulle intercettazioni rientrano all'interno di questa offensiva.

Il cosiddetto
"obbligo di rettifica" imposto al gestore di qualsiasi sito informatico (dai blog ai social network come Facebook e Twitter fino a .... ) appare chiaramente come un pretesto, un alibi. I suoi effetti infatti - in termini di burocratizzazione della Rete, di complessità di gestione dell'obbligo in questione, di sanzioni pesantissime per gli utenti - rendono il decreto una nuova legge ammazza-internet.

Rispetto ai tentativi precedenti questo è perfino più insidioso e furbesco, perché anziché censurare direttamente i siti e i blog li mette in condizione di non pubblicare più o di pubblicare molto meno, con una norma che si nasconde dietro una falsa apparenza di responsabilizzazione ma che in realtà ha lo scopo di rendere la vita impossibile a blogger e utenti di siti di condivisione.

I blogger sono già oggi del tutto responsabili, in termini penali, di eventuali reati di ingiuria, diffamazione o altro: non c'è alcun bisogno di introdurre sanzioni insostenibili per i
"citizen journalist" se questi non aderiscono alla tortuosa e burocratica imposizione prevista nel Decreto Alfano.

La pluralità dell'informazione, non importa se via internet, sui giornali, attraverso le radio o le tv o qualsiasi altro mezzo, costituisce uno dei diritti fondamentali dell’uomo e del cittadino e, probabilmente, quello al quale sono più direttamente connesse la libertà e la democrazia.

Con il Decreto Alfano siamo di fronte a un attacco alla libertà di di tutti i media, dal grande giornale al più piccolo blog.

Per questo chiediamo ai blog e ai siti italiani di fare una giornata di silenzio, con un logo che ne spiega le ragioni, nel giorno in cui anche i giornali e le tv tacciono. E' un segnale di tutti quelli che fanno comunicazione che, insieme, dicono al potere: "Non vogliamo farci imbavagliare".

Invitiamo quindi tutti i cittadini che hanno un blog o un sito a pubblicare il 14 luglio prossimo questo logo e a tenerlo esposto per l’intera giornata, con un link a questo manifesto. -
scarica il logo banner.jpg

Non si tratta di difendere la stampa, la tv, la radio, i giornalisti o la Rete ma di difendere con fermezza la libertà di informazione e con questa il futuro della nostra democrazia.

(
http://dirittoallarete.ning.com/)

 
 
 

Il manifesto di Ignazio Marino

Post n°144 pubblicato il 06 Luglio 2009 da tib11

 

Come molti ragazzi della mia generazione preparavo gli esami di medicina in compagnia di un mito, un medico anche lui, Che Guevara, il cui sguardo spiccava sul poster appeso nella mia camera. Crescendo ho affiancato a quella immagine la foto di Enrico Berlinguer con i capelli scompigliati dal vento, pubblicata sulla prima pagina de l’Unità quando morì. In quegli stessi anni in cui si formava la mia coscienza di adulto, attraverso l’educazione familiare e lo scoutismo consolidavo le mie convinzioni di credente su principi che non escludevano la partecipazione al fermento sociale degli anni Settanta. Tempo dopo, vivendo e lavorando negli Stati Uniti, mi sono ritrovato a curare con il trapianto il fegato decine di veterani del Vietnam che si erano ammalati di epatite durante la guerra. Dai drammatici racconti di quei soldati contro i quali avevo manifestato da ragazzo, e dalle loro sofferenze di uomini, ho compreso meglio le responsabilità della politica, le colpe di governi che non esitano a manipolare la realtà e a privare della felicità le persone che, in genere, aspirano ad una vita serena e onesta.

Il mondo è cambiato negli ultimi quarant’anni con una rapidità sconosciuta in precedenza: nel 1969 esistevano solo quattro computer collegati in una rete tra altrettante università americane. Oggi le persone che accedono a Internet sono più di un miliardo e gli studenti forse non sanno nemmeno cosa sia un poster perché scaricano le immagini dei loro miti dalla rete e le condividono con gli amici su Facebook. Però non è cambiata la loro aspirazione a costruire insieme un mondo migliore.

Mi sono entusiasmato due anni fa quando milioni di persone, studenti e pensionati, lavoratori e casalinghe, in un clima festoso sono scesi nelle piazze italiane per partecipare in prima persona, con il loro voto, alla fondazione del Partito democratico. Fu un’esperienza straordinaria perché nasceva da una sentita esigenza di dare vita ad una grande forza democratica che avesse l’ambizione di governare il paese per modernizzarlo, strapparlo all’assenza di meritocrazia, alla corruzione dilagante, alla paura della diversità, eliminando l’abitudine a spacciare la furfanteria per competitività, ma soprattutto restituendo la speranza, la cui perdita in particolare tra i giovani, è l’elemento di disgregazione sociale più distruttivo che si conosca.

L’originalità dell’idea e la sua audacia risiedevano nella convinzione di voler edificare un partito non funzionale a se stesso e alla propria classe dirigente ma costruito da persone di diversa estrazione e orientato ad ascoltare tutti sui grandi temi della nostra epoca. Un partito in grado di ricreare luoghi di incontro e di discussione, anche accesa: luoghi non per pochi che si riuniscono per parlare del paese ma per molti che vogliono parlare con il paese. Oggi spiace constatare con amarezza che la politica spinge il dibattito pubblico a imputridire su argomenti che nulla hanno a che vedere con le esigenze della società, mentre buona parte della classe dirigente eletta si balocca intervenendo a proposito di vicende irrilevanti o semplicemente fastidiose, chiusi in palazzi dove non giunge l’eco della vita quotidiana.

Dove sono finiti i temi che riguardano la vita di ognuno? Il diritto al lavoro, ad un salario dignitoso, alla casa, la gestione dei rifiuti nelle grandi aree metropolitane, i treni per i pendolari, i cinquecento ospedali a rischio sismico, il milione di persone che ogni anno emigra dal sud per curarsi in un ospedale del nord, gli oltre 200 mila precari di una scuola sempre più povera, la giustizia senza risorse che costringe le persone nel limbo dell’incertezza? In Italia esiste una maggioranza che non vota centro-destra, che non frequenta le feste alla panna montata nei palazzi lussuosi, che si riconosce nei principi della solidarietà e dell’uguaglianza, ma che oggi si sente orfana e disunita in assenza di un interlocutore credibile, di un partito politico che si assuma delle responsabilità e sappia creare le alleanze essenziali per proporsi credibilmente al governo del paese. Non è un ragionamento scontato per me che, sino al 2009, non ho mai posseduto una tessera di partito anche per il disgusto che provavo, e provo, quando apprendo che qualcuno è diventato primario o impiegato all’aeroporto perché il politico giusto ha fatto la telefonata giusta. Eppure, mi sono convinto che la forza organizzata di un grande partito politico possa contribuire a raddrizzare le sorti di un paese zoppicante anche per quel che riguarda il rispetto delle regole democratiche.

Purtroppo, dopo la campagna elettorale del 2008, l’intuizione iniziale si è arrestata di fronte ai limiti o ai timori di un gruppo dirigente che non ha saputo gestire la forza del cambiamento. La reazione è stata la chiusura, l’autoconservazione più che la sfida, in pieno stile gattopardesco, uno stile che oggi mostra tutta la sua debolezza e che rischia di ferire mortalmente quel che resta del progetto. La vicenda del testamento biologico è stata esemplare: la posta in gioco non era solo consegnare una legge laica al paese, attraverso la quale ognuno potesse fare una scelta in base alle proprie convinzioni o alla propria fede. Significava affermare il principio secondo cui uno stato laico deve sempre proteggere i diritti civili con norme che siano davvero rispettose degli orientamenti e della libertà di ciascuno. Non “diritti speciali”, ma diritti uguali per tutti, siano essi gli ammalati, le donne, le coppie di fatto, gli omosessuali o chiunque altro.

Per questo il testamento biologico è stato la cartina di tornasole che ha dimostrato come la maggioranza della nomenclatura ha preferito una falsa unità, solo di facciata, piuttosto che dare una risposta chiara ad uno dei mille interrogativi che la modernità ci pone. E lo stesso accade per molti altri temi. Il Partito democratico ha mai discusso e poi stabilito una linea sull’opportunità o meno di tornare all’energia nucleare quando anche il Nobel per la fisica Carlo Rubbia ci ricorda che non esistono metodi sicuri per smaltire le scorie radioattive? E come si pone nei confronti di un paese nei fatti multietnico ma dove la cultura dell’integrazione è ancora un miraggio? Perché non si parla quasi mai del controllo che la criminalità organizzata esercita su parte delle attività produttive e dunque sull’influenza che ha sull’economia del paese? La mia risposta è netta: l’intuizione è stata giusta ma il percorso è sbagliato e perseverare nell’errore porta al fallimento.

E’ necessario, non per il Partito democratico che io concepisco come strumento, ma per il paese ascoltare le persone, raccogliere le idee migliori, offrire opportunità a chi è pronto ad impegnarsi, favorire meccanismi che diano la certezza che pagare le tasse non significa sovvenzionare lo sperpero del denaro pubblico ma affidare a chi accetta di sottoporsi al pubblico scrutinio le risorse per migliorare la vita di tutti. Le persone che incontro nelle piazze, negli ospedali, nelle scuole, nelle aziende continuano a credere in questi valori, ma vogliono il confronto, chiedono di essere ascoltati perché non si fidano più di un progetto a scatola chiusa proposto da chi ha dimostrato di non essere più al passo con i tempi. I sostenitori del Partito democratico sono stufi, delusi, nauseati dalle incertezze e chiedono posizioni nette e trasparenti dove, come si legge nel Vangelo di Matteo, il sì è sì, il no è no, tutto il resto è del maligno. E se non si trova un accordo, o se vogliamo chiamarla una “mediazione alta”, su un tema specifico, io penso che tutto il partito debba esprimersi liberamente e poi esigere fedeltà alla linea decisa democraticamente dalla maggioranza: è un diritto che gli iscritti dovrebbero rivendicare e poi sarà compito dei dirigenti dirigere e conciliare. Perché se manca questo, manca l’efficacia dell’azione. E tutti sappiamo di quanto sia necessario in Italia abbandonare gli annunci e agire, agire, agire.

Condivido questi sentimenti con moltissimi sostenitori del Partito democratico che in questo momento non si sentono pienamente rappresentati dai leader attualmente in campo e che mi chiedono di impegnarmi in prima persona. Per questo credo che il congresso debba servire soprattutto a fare chiarezza, a raccogliere una sfida e a dimostrare che è possibile cambiare, costruire attraverso il lavoro di persone giovani di spirito e solide negli ideali, appassionate, libere, visionarie ma determinate a far uscire dal tunnel della crisi economica e della mediocrità informe di chi lo governa, un paese conosciuto in tutto il pianeta per la generosità e l’intelligenza del suo popolo.

Prof. Ignazio Marino
chirurgo, senatore Pd

Dall'Unità del 04 luglio 2009

 

 
 
 

è il mio nuovo eroe!!!!!! XD

Post n°143 pubblicato il 24 Giugno 2009 da tib11

Chiama cane "Berluscane": multatoVerona, contravvenzione da 55 euro

Nonostante abbia visto ormai molte primavere, è ancora particolarmente vigoroso: per questo un cane lupo è stato battezzato "Berluscane" dal suo proprietario, il veronese Imerio Mariotto, noto in città per la sua eccentricità. Una storpiatura poco gradita a qualche vicino, che ha avvertito i vigili. I quali hanno dovuto multare Mariotto, perché sul cancello manca il cartello "Attenti al cane": quello che c'è recita infatti "Attenti al Berluscane".

La vicenda non si è però conclusa con la multa (da 55,60 euro): Mariotto, assistito dal suo legale, ha infatti deciso di presentare ricorso al giudice di pace, motivando la scelta del cartello e del nome. Nella memoria difensiva, l'uomo sostiene che Berluscane è stato chiamato cosi' per una "vivacità amorosa inversamente proporzionale all'età", ma in realta è un animale tranquillo, che "i cani femmina che si presentassero al cancello, soprattutto se cagnette giovani e ambiziose", potrebbero avvicinare senza timore di avance.

Ciò perché "a differenza degli esseri umani, sempre teoricamente disponibili, cagne e cagnette, per suscitare interesse, devono essere in calore". Per la cronaca, Mariotto possiede altri due cani, uno dei quali si chiama "Noemi".

tratto dal sito del TGcom

 

 
 
 
 

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