Tifamare

Arrestati 5 ultrà estorsori...forse segnali di miglioramento?!


E' del 10 ottobre scorso la notizia riportata su repubblica che conferma l'arresto di cinque ultrà partenopei con l'accusa di estorsione e altri atti criminosi non meno gravi. E' forse un flebile segnale di svolta per la martoriata tifoseria Napoletana?! Possiamo agurarci che, per i tifosi partenopei corretti, possa esserci qualche speranza per un futuro meno condizionato dalle azioni di questi autentici delinquenti?! A voi la parola...
Vincenzo Busiello, capo della curva BNAPOLI - Alla tifoseria più violenta d'Italia, quella del Napoli, sono stati arrestati cinque capi. Violenti ed estorsori. Questa mattina all'alba la Digos di Napoli, su mandato del sostituto procuratore Antonio Ardituro, è entrata nelle case del centro storico di tre caporioni degli Ultras '72, la tifoseria organizzata più vecchia del San Paolo, quella che occupa la parte centrale della Curva B, e di due capi dei Blue Tiger, gruppo dei Distinti. Le accuse - intrecciate - sono di estorsione ai danni della società e di associazione a delinquere per reati contro le persone: incendi, danneggiamenti, resistenza a pubblico ufficiale. Il filo unificante di questa inchiesta, e unificante nei rapporti tra gli Ultras '72 di Vincenzo Busiello, 42 anni, Alberto Mattera, 45, e Vittorio Puglisi, 20, e i Blue Tiger di Franceco Ruggiero, 61 anni, e Salvatore Piccirillo, 42, sono la continua, vessante richiesta di biglietti omaggio alla società. Cento biglietti per ogni gruppo (e i gruppi toccati dall'inchiesta, a prescindere dagli arresti, sono stati cinque) più altri tagliandi da avviare nell'amplissimo mercato del bagarinaggio e la possibilità di gestire fette del merchandising, ufficiale e in nero, del Calcio Napoli. E' una lunga storia estorsiva quella di Francesco "Bon Bon" Ruggiero, capo sessantenne e decisamente robusto dei Blue Tiger, e dei suoi soci d'affari. Una storia che nasce, sul piano investigativo, dalla morte del giovane Sergio Ercolano ad Avellino, siamo nel settembre 2003, e che la Digos di Napoli ha cercato di tenere sotto controllo attraverso i dieci arresti del gruppo del Rione Sanità nel 2005, i sequestri di armi nel febbraio scorso al gruppo dei Niss ("Niente incontri solo scontri") e quindi un'intensa attività di investigazione, pedinamento e videoriprese durata tutta la scorsa stagione calcistica. Il primo atto pesante del nuovo gruppo associato si era consumato nel febbraio 2005, quando due persone incendiarono di notte la tribuna stampa dello stadio San Paolo per far sapere ai giornalisti sportivi locali che, in un periodo di grande tensione dovuto al fallimento e alla retrocessione coatta del Napoli in serie C, non avrebbero dovuto occuparsi di ultras né biglietti gratuiti. Il passo successivo dell'associazione da stadio è stato il "sequestro" dei palinsesti di alcune televisioni locali, dalle quali far partire avvertimenti alla società, società che, va detto, sul fronte delle agevolazioni ai gruppi violenti a lungo ha mantenuto un atteggiamento ambiguo per ribellarsi solo dopo i luttuosi fatti di Catania. Questi atti clamorosi sono stati accompagnati da un tappeto quotidiano di minacce, telefonate pesanti, incontri-scontri durante le feste dei Napoli club. Fino ad arrivare alla pioggia di petardi e bombe carta - partita dai Distinti - organizzata nel corso di Napoli-Frosinone del dicembre 2006, atto che portò alle "porte chiuse" del San Paolo per la gara successiva contro il Mantova, atto che fece quindi riaprire i rubinetti degli omaggi. La procura ha ricostruito che i faccendieri dei Blue Tiger per organizzare la "pioggia con il Frosinone" (così viene definita in alcune telefonate intercettate) si erano serviti degli scafati e più operativi Ultras '72 di Busiello, erano stati loro in quella pomeridiana di serie B a scavalcare le recinzioni di curva, raggiungere i colleghi nei Distinti e organizzare con precisione geometrica la santabarbara pirotecnica. Il decreto Amato applicato al dopo Catania - biglietti solo nominali, posti numerati, tornelli - aveva regalato un nuovo scudo difensivo alla società, ma a quel punto il livello delle minacce degli ultras si è alzato ulteriormente. Sono stati fatti recapitare i primi avvertimenti anche al presidente Aurelio De Laurentiis e lo scorso agosto al direttore generale Pierpaolo Marino è arrivata questa telefonata: "Ridacci i biglietti o storpiamo te e i tuoi figli". Le motivazioni di tanto accanimento le si possono capire ascoltando le conversazioni intercettate: "A Bon Bon, noi viviamo sui biglietti, noi viviamo di Napoli calcio", ricorda un ultrà al suo capo. E ancora: "Direttore Marino, qui comandiamo sempre noi, o sei venuto qua e ti pensi che è Udine". Altre minacce sono arrivate a Massimo Carpino, ex capotifoso, oggi dirigente del marketing della società. In questa stagione si è consumato l'ultimo atto: la bottiglietta lanciata durante Napoli-Livorno, sempre dal settore Distinti, alla quinta giornata. Guardalinee sfiorato e squalifica del campo per un turno. La procura la scorsa settimana ha chiesto gli arresti per i cinque ultras coinvolti in aggressioni agli Irriducibili della Lazio e rapine ad Arezzo, la Digos oggi all'alba li ha realizzati e il pm Ardituro nella mattinata ha sottolineato: "E' preoccupante la vicinanza dei capitifosi a diverse famiglie della criminalità organizzata ed è preoccupante il carattere verticistico del gruppo, con regole ferree imposte dai capi, un senso di appartenenza fortissimo e la pretesa di considerare la porzione di curva dello stadio occupata come un luogo extraterritoriale vincolato alla sola legge degli ultras".Fonte:Repubblica