Tifamare

Il calcio è morto?!


Il calcio è morto?! Ultimamente ce lo siamo chiesti sempre più spesso...la risposta, a mio sconsolato avviso, è affermativa...il calcio è morto! Morto come le centinaia di persone che, a causa di una partita, c'hanno rimesso la vita. Ieri non si doveva giocare e, la protesta dei vari gruppi di tifoserie, era giusta; sacrosanta. Vergognoso, come sempre, è stato il modo di portarla avanti, tale protesta...ormai è palese come, ogni pretesto, serva per fomentare l'annosa lotta tra forze dell'ordine e gruppi di ultrà. Chiedersi il perchè di tanta demenza e di tanta inciviltà è diventato retorico e superfluo proprio perchè, un motivo, non esiste e mai esisterà. Come sia possibile che, uno sport, cada nella mani di un gruppo di bestie senza controllo(perchè solo di bestie, in questi casi, si può parlare) non si capisce ma, la realtà dei fatti, mostra che, il calcio moderno, è schiavo e vittima dei disonesti, degli arraffoni, dei facinorosi; dei politici...in ostaggio, ancora una volta, ci sono gli sportivi veri, i tifosi sani e tutti quelli che, andando allo stadio, vorrebbero trascorrere, semplicemente, due ore di passione. Il calcio è morto, cari miei, da quando il business attorno ad esso è diventato gigantesco...noi siamo solo pedine, pedine mosse da chi finge scandalo e cordoglio per le tragedie che, inevitabilmente, ad intervalli sempre più regolari, colpiscono lo sport più diffuso e seguito del mondo. La morte di Raciti non è servita(se mai si potesse parlare di utilità della morte) e non servirà la morte di Gabriele. Nel frattempo, l'imponente baraccone fatto di sotterfugi e razzismo, andrà avanti, tra dichiarazioni perentorie, altre sperequazioni e gruppi di cerebrolesi che urleranno "vendetta" e, in realtà, non avranno a cuore niente e nessuno se non lo sfogo della loro inequivocabile bestialità. "La morte è uguale per tutti", recitava un eloquente striscione ma, forse, ci si dovrebbe ricordare che, nessuno mai, dovrebbe perdere la vita per una partita di pallone. Ma questa, alla fine, è solo retorica, amici miei...gli ultrà continueranno a fomentare odio, le forze dell'ordine continueranno a fare il loro lavoro e, essendo esseri umani, continueranno a commettere errori. Ciò che dovremmo chiederci è:"Come reagiremmo, noi tutti, se ogni domenica allo stadio andassimo per lavorare e per assicurare l'ordine e, per colpa di qualche testa bacata, rischiassimo di morire, come l'ispettore Raciti?"...e ancora:"Con quale spirito, un poliziotto, si reca allo stadio e guarda i tifosi armati di spranghe, passamontagna e armi da taglio?!". A voi farebbe piacere rischiare l'incolumità fisica o addirittura la vita per uno sport che, magari, odiate anche?! Le teste di cazzo decidono di trasformare lo stadio in un campo di battaglia...chi, come me e tanti altri, va a vedere una partita ricorda, sempre e comunque, che è "solo" calcio...