Diario di Tig.

Post N° 10


Prendi questa mano, zingara dimmi pure che futuro avrņ, ora che il vento porta in giro le foglie e la pioggia fa fumare i falņ. E c'č uno che dice:"Guarda!", uno che dice:"Dove?", uno che dice:"Chissą". E c'č acqua che č ferma, acqua che si muove acqua che se ne vą. Prendi questa mano, zingara leggila fin che vuoi, leggila fino all'ultimo, leggila come puoi. Prendi questa mano, zingara dimmi ancora quanta vita ci vą. Di quanti anni sarą fatto il tempo e il tempo cosa sembrerą. Saranno macchine o fili d'erba saranno numeri da ricordare saranno barche da ridipingere saranno alberi da piantare Prendi questa mano, zingara, raccontami il buio com'č, la notte č lunga da attraversare, fammi spazio vicino a te. I tuoi occhi risplendono nel buio, la tua bocca e le tue dita parlano, e il tuo anello rovesciato si illumina. Alla luce dell'insegna dell'albergo di fronte, i tuoi denti e la tua schiena brillano, mentre i tuoi sensi scintillano, nell'oscuritą. I tuoi occhi sorridono nell'ombra e le tue carte si aprono, le nostre mani si mischiano. E il presente e l'infinito nel buio si confondono, mentre i tuoi sensi rispondono nell'immensitą.