Blog di Claudio Tiny

I tempi della Maruska


Quanto tempo durò la Maruska? Circa una ventina d'anni: venne aperta fra il 1971 e il 1972 (ma su questo non ho certezze: se qualcuno ha informazioni più precise può comunicarmele, e io aggiornerò questo testo) e chiusa nel 1991.Ironia della sorte, la persona che materialmente chiuse per l'ultima volta la porta del locale fu un democristiano che non l'aveva mai frequentato (se non negli ultimissimi giorni): Maurizio Comelli. Fu lui stesso a chiedere di aver l'onore di quel gesto simbolico, che metteva fine a un'epoca.Ma già da diversi anni la Maruska aveva perso (come si diceva allora in perfetto "politichese") la sua spinta propulsiva. Sopravviveva, con sempre meno gente a frequentarla e facendo due o tre attività all'anno. Le energie dei vecchi iscritti (quei pochi rimasti) si erano quasi esaurite, e di giovani non se ne vedevano. Era mancato il ricambio generazionale, per ragioni non tutte imputabili a chi aveva gestito il circolo.Cos'era successo dunque? Per prima cosa, gli anni Settanta erano finiti come peggio non si poteva: prima le BR e gli Anni di Piombo, con il loro carico insopportabile di morti innocenti; poi il riflusso, il ritorno al privato che aveva allontanato molti dall'impegno sociale; infine, l'avanzare di un ceto politico composto da faccendieri e arrampicatori che lentamente, come un cancro, si diffuse un po' in tutti i partiti, trasformandone la natura e le finalità. A ciò si aggiunga la stanchezza di molti che avevano tirato la carretta per anni, e altri che si erano ritrovati con impegni di lavoro o familiari che gli lasciavano sempre meno tempo per altre attività.Il risultato fu che a poco a poco la Maruska divenne un circolo esclusivo di poche persone, sempre quelle, con sempre meno entusiasmo e voglia di fare.Ma credo che in fondo sia il percorso naturale di ogni entità vivente: dapprima una crescita rapida e rigogliosa, cui segue un periodo di stagnazione, poi un lento declino e infine la morte.La Maruska seguì alla lettera questo percorso: dagli anni d'oro in cui gli iscritti e i frequentatori aumentavano continuamente, fino a farci credere di poter sopportare carichi di lavoro troppo gravosi per le nostre spalle, a una lenta stagnazione, e poi a un declino inesorabile che si concluse nella chiusura del locale (va comunque detto che la chiusura non fu per scelta, ma in quanto i proprietari del terreno avevano deciso di venderlo; non fosse stato per quello, però, la chiusura sarebbe stata solo rimandata di poco).Quando ripenso a quei vent'anni, i ricordi mi sommergono, e faccio fatica a metterli in ordine. Sembra che in quegli anni siano successe così tante cose che è impossibile ricordarle tutte. Eppure ricordo anche molte serate di noia, pomeriggi domenicali in cui il tempo non passava mai e non si trovava nulla da fare.Forse è solo la memoria che confonde tempi e luoghi, abbellisce dei ricordi e ne nasconde altri. O forse è il rimpianto di un'epoca che non ritornerà, l'epoca dei nostri vent'anni, quando noi e l'Italia eravamo più giovani e avevamo (o pensavamo di avere) un milione di opportunità da esplorare.Poi la vita ci ha costretto a fare delle scelte, e ben poco di quello che speravamo si è realizzato. Ma in fondo è giusto così, la vita è una maestra severa ma imparziale, e le sue lezioni ci costringono ad affrontare la realtà e i nostri limiti.È passato quasi un quarto di secolo dalla chiusura della Maruska, c'è un'intera generazione che non l'ha vissuta e probabilmente non ne sa nulla. Magari conoscono soltanto il nome della via che un tempo portava fino a lei, e che è stata chiamata (in suo onore, presumo) Vicolo Maruska. Leggendo quel nome chissà quante volte si saranno chiesti cosa significa, e da dove arrivi. Ecco, queste poche pagine di ricordi tentano di comunicare a loro, e ad altri che all'epoca non vivevano a Gropello, almeno una vaga idea di cosa sia stato e cosa abbia rappresentato per molti di noi quel locale.E per quelli che invece hanno avuto la fortuna di conoscerlo e frequentarlo, questi ricordi serviranno forse per riportare alla memoria frammenti di vita ormai irrecuperabili, i volti e i nomi delle persone che se ne sono andate, e almeno una pallida eco delle passioni e degli ideali che in quegli anni ci fecero battere forte il cuore.