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Creato da: claudio_tiny il 19/02/2009
Storia e memoria della Maruska

 

 
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I tempi della Maruska

Post n°16 pubblicato il 09 Novembre 2015 da claudio_tiny

Quanto tempo durò la Maruska? Circa una ventina d'anni: venne aperta fra il 1971 e il 1972 (ma su questo non ho certezze: se qualcuno ha informazioni più precise può comunicarmele, e io aggiornerò questo testo) e chiusa nel 1991.

Ironia della sorte, la persona che materialmente chiuse per l'ultima volta la porta del locale fu un democristiano che non l'aveva mai frequentato (se non negli ultimissimi giorni): Maurizio Comelli. Fu lui stesso a chiedere di aver l'onore di quel gesto simbolico, che metteva fine a un'epoca.

Ma già da diversi anni la Maruska aveva perso (come si diceva allora in perfetto "politichese") la sua spinta propulsiva. Sopravviveva, con sempre meno gente a frequentarla e facendo due o tre attività all'anno. Le energie dei vecchi iscritti (quei pochi rimasti) si erano quasi esaurite, e di giovani non se ne vedevano. Era mancato il ricambio generazionale, per ragioni non tutte imputabili a chi aveva gestito il circolo.

Cos'era successo dunque? Per prima cosa, gli anni Settanta erano finiti come peggio non si poteva: prima le BR e gli Anni di Piombo, con il loro carico insopportabile di morti innocenti; poi il riflusso, il ritorno al privato che aveva allontanato molti dall'impegno sociale; infine, l'avanzare di un ceto politico composto da faccendieri e arrampicatori che lentamente, come un cancro, si diffuse un po' in tutti i partiti, trasformandone la natura e le finalità. A ciò si aggiunga la stanchezza di molti che avevano tirato la carretta per anni, e altri che si erano ritrovati con impegni di lavoro o familiari che gli lasciavano sempre meno tempo per altre attività.

Il risultato fu che a poco a poco la Maruska divenne un circolo esclusivo di poche persone, sempre quelle, con sempre meno entusiasmo e voglia di fare.

Ma credo che in fondo sia il percorso naturale di ogni entità vivente: dapprima una crescita rapida e rigogliosa, cui segue un periodo di stagnazione, poi un lento declino e infine la morte.

La Maruska seguì alla lettera questo percorso: dagli anni d'oro in cui gli iscritti e i frequentatori aumentavano continuamente, fino a farci credere di poter sopportare carichi di lavoro troppo gravosi per le nostre spalle, a una lenta stagnazione, e poi a un declino inesorabile che si concluse nella chiusura del locale (va comunque detto che la chiusura non fu per scelta, ma in quanto i proprietari del terreno avevano deciso di venderlo; non fosse stato per quello, però, la chiusura sarebbe stata solo rimandata di poco).

Quando ripenso a quei vent'anni, i ricordi mi sommergono, e faccio fatica a metterli in ordine. Sembra che in quegli anni siano successe così tante cose che è impossibile ricordarle tutte. Eppure ricordo anche molte serate di noia, pomeriggi domenicali in cui il tempo non passava mai e non si trovava nulla da fare.

Forse è solo la memoria che confonde tempi e luoghi, abbellisce dei ricordi e ne nasconde altri. O forse è il rimpianto di un'epoca che non ritornerà, l'epoca dei nostri vent'anni, quando noi e l'Italia eravamo più giovani e avevamo (o pensavamo di avere) un milione di opportunità da esplorare.

Poi la vita ci ha costretto a fare delle scelte, e ben poco di quello che speravamo si è realizzato. Ma in fondo è giusto così, la vita è una maestra severa ma imparziale, e le sue lezioni ci costringono ad affrontare la realtà e i nostri limiti.

È passato quasi un quarto di secolo dalla chiusura della Maruska, c'è un'intera generazione che non l'ha vissuta e probabilmente non ne sa nulla. Magari conoscono soltanto il nome della via che un tempo portava fino a lei, e che è stata chiamata (in suo onore, presumo) Vicolo Maruska. Leggendo quel nome chissà quante volte si saranno chiesti cosa significa, e da dove arrivi. Ecco, queste poche pagine di ricordi tentano di comunicare a loro, e ad altri che all'epoca non vivevano a Gropello, almeno una vaga idea di cosa sia stato e cosa abbia rappresentato per molti di noi quel locale.

E per quelli che invece hanno avuto la fortuna di conoscerlo e frequentarlo, questi ricordi serviranno forse per riportare alla memoria frammenti di vita ormai irrecuperabili, i volti e i nomi delle persone che se ne sono andate, e almeno una pallida eco delle passioni e degli ideali che in quegli anni ci fecero battere forte il cuore.

 

 
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