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Angelo "la ricerca di Ilaria"

Post n°404 pubblicato il 03 Maggio 2014 da occhi_digatta

Buonasera miei cari amici vogliamo scoprire insieme la prossima puntata?

La ricerca di Ilaria.

 

Proviamo per un istante a fermare il tempo?

Secondo voi chi poteva interrompere questo momento poetico?

Malauguratamente con l’arrivo dell’uomo della giustizia l’incantesimo si spezzò, ebbene sì il padre di Tommy non poté proferire menzogne dinanzi alla speranza di ritrovare Ilaria, pur sapendo che Angelo avrebbe mantenuto la promessa.

Per lui non era sufficiente data la situazione che si era creata, infondo la speranza è un crescere e le certezze sono cesellate in essa

 

L’uomo scese dall’auto e si presentò ai due giovani:

-“Buongiorno sono l’agente Alfaro” disse porgendo la mano.

 

Angelo alla sua visione fu colto da una strana sensazione, come poteva questo essere catturare i motociclisti?

Il corpo era esile privo di capelli e con uno sguardo incerto: un occhio opposto all’altro, il giovane rivolse lo sguardo a Stefania e sbalordito azzittì la sua risata.

 

-“Buon uomo il padre di Tommy mi ha inviato sulle vostre tracce”. Disse Alfaro.

-“Buongiorno a voi, chiedo venia per essermi vantato di ritrovare Ilaria senza il vostro aiuto prezioso” rispose Angelo abbozzando un sorriso.

-“Mi è stato riferito che questi motociclisti siano dei teppisti e che abbiano in ostaggio la figliuola”

-“La vostra attenta valutazione è illuminante, ancor più la vostra innata ricerca nel ritrovarci seguendo con sguardo attento, ehm le nostre tracce” dissi soffocando la risata.

A quel punto Stefania diede una leggera gomitata ad Angelo, guardandolo in modo riprovevole.

 

Le prime luci dell’alba apparvero timidamente e così, giunse finalmente l’ora di esaminare seriamente una strategia per la ricerca di Ilaria. Angelo propose di separarsi per seguire le diverse piste, quindi suggerì a Stefania ed all’agente di andare in direzioni opposte.

Dapprima l’agente acconsentì, ma in seguito ad una riflessione si oppose: lasciar andare da sola la giovane donna non era una buon’idea, meglio formare un piccolo gruppo e muoversi nell’insieme battendo ogni eventuale sentiero.

Prima che si avviassero, Stefania si avvicinò ad Angelo e chiese quanto fossero vere quelle parole nell’inscenare quel momento teatrale.

Il giovane prese le sue mani e la contemplò sostenendo lo sguardo con fierezza disse:

-“ Stefania credete che l’amore sia sollazzo? No mia dolce fanciulla, il mio cuore è un nido per chi decide di adagiare la propria anima, il destino esige il nostro unire e nell’ancor tempo del non vissuto ripongo in voi il mio amore che nulla toglie al vostro “

Pose con dolcezza le labbra sulle sue, stringendola con grazia ed entrambi furono pervasi da brividi immensi.

 

L’agente improvvisamente impugnò il suo fucile e volle consegnare una pistola al giovane, egli reagendo a tal gesto disse:

-“non ho bisogno di difendermi con armi, attacco con la mia forza”adirato da questo fatto.

 

Così si misero in marcia verso il sentiero, ciò nonostante qualcosa distraeva Angelo si sentiva tirare all’indietro probabilmente un’energia superiore che gli impediva di avanzare in quella direzione.

Il vento si levò lievemente ed udì una voce che bisbigliava

-” sono qui, Angelo sono qui”.

Il giovane a quel punto fece credere di aver un sassolino nello scarponcino, temporeggiando nel levarselo promise che presto li avrebbe raggiunti dando così loro un margine di vantaggio nel tratto di strada.

Appena persi di vista, il giovane corse nella direzione opposta seguendo quel sussurro.

Fu condotto in una vallata, intorno ad essa  vi erano degli alberi grandissimi che, nell’oscurità confondevano questa piccola baracca nell’immenso verde, evidentemente non abbastanza nascosta alla luce del sole.

Scese per un varco costeggiandolo e con passo felpato raggiunse la catapecchia, si accovacciò dietro ad una siepe spinosa.

Si udiva un lamento un pianto soffocato dalla paura, questo inorridì il giovane a tal punto che il suo animo stava subendo la più disumana trasformazione, l’impotenza si mutò in forza e non poté assolutamente ignorarla.

Si alzò in piedi di botto, non vi era alcun motivo di nascondersi al sole, prese a correre verso la catapecchia: più avanzava e più l’energia astratta s’impadroniva di lui.

Il suo pensiero in quel momento fu rivolto ad entità universali e farlo fluire appariva atto divino:

La povertà d’animo è solitudine devastante; si cela in esseri umani ripudiati dalla bontà e resteranno prigionieri del dio denaro nel gelo del proprio animo, abbandonati a se stessi!

 

Qualche istante dopo si aprì la porta ed uscì un motociclista che si diresse verso un albero, Angelo giunse alle sue spalle e disse:

-“ hei tu voltati, guardami in faccia”

-“ah ah ah chi sei il buon samaritano? Sei tornato?” rispose, con occhi infuocati..

Il motociclista azzardò un gesto al quanto istigatore spingendo il giovane all’indietro con una manata sulla spalla, tre furono i colpi, ma al quarto tentativo il nostro giovane non ebbe ragion veduta, gli sfilò il coltello lanciandolo nel vuoto ed iniziò una lotta corpo a corpo.

Probabilmente la rabbia era camuffata da un’apparente calma: chiunque poteva risiedere nel suo cuore, ma proprio nessuno doveva infrangere le regole della vita, tanto meno privare dall’affetto i genitori di Ilaria e ferire impropriamente Tommy.

La baruffa attirò l’attenzione degli atri compagni che, prontamente uscirono per accertarsi delle urla e degli schiamazzi provocati dalla sofferenza fisica.

Per sorte avversa, Angelo era in netta minoranza ed appariva oramai esausto, infatti, ogni tentativo di sopraffare la situazione era un vero disfacimento.

Da dove proviene quella forza che è in grado di capovolgere gli eventi?

 Ti giunge solo nella disperazione più ostile a tal punto che, Angelo con lesto guizzo si sollevò più forte che mai ed iniziò a sferrare colpi a ripetizione, ferendo ciascun motociclista.

Cos’è la minoranza dinanzi al proprio volere? Una gran potenza divina? Essa alimenta le nostre convinzioni e tutti i dubbi della paura taceranno all’ingordigia.

 Fin a quando ci sarà spazio per la giustizia le buone nuove accadranno, poiché ogni difficoltà che Angelo ha incrociato nel suo cammino ha generato onesti compensi nell’animo e probabilmente lo spirito d’adattamento aiuta a vivere ogni esperienza nella sua semplicità.

Quanto sia celato nella ragione non vi è pari, è nel cuore che risiede  il sol miracolo e la sua immensa soavità!

Sì miei cari amici, tutto ciò ci conduce ad avere una visione incredibile e le intemperie più devastanti sono solo una grand’apertura del nostro interiore con lo scopo di ampliare una prospettiva diversa: Anche attraverso la pioggia si può scorgere un raggio di sole.

 

Come una calamita giunse alla propria mano il coltello e nonostante la lotta  inizialmente perdente, egli divenne padrone della situazione.

La lama si oscurò improvvisamente dal suo luccichio, questa volta non era il bene a spingerlo nel compiere la movenza della fine di un’esistenza malvagia, bensì il male.

Potrà apparire incredibile? Sicuramente si!  A volte veniamo soggiogati e questo ci fa compiere atti impuri, infatti, Angelo stava per porre un termine che, sicuramente avrebbe concatenato azioni ancora più violente.

 

Attenzione alla prossima scena…miei cari amici! Acceleriamola….

 

La lama stava per trafiggere il motociclista: l’ira era funesta e i suoi occhi indemoniati.

Proprio in quell’istante arrivarono improvvisamente Alfaro e Stefania.

L’urlo della giovane donna fece da eco in quella vallata.

-“no Angelo nooooo non macchiare la tua anima”.

La mano del giovane si fermò all'istante e la lama prese a brillare e l’agente la impugnò sfilandola accuratamente dalle mani di Angelo e disse:

-“contro chi state lottando, bontà divina il demonio è in voi?”

I restanti motociclisti in un battibaleno sfuggirono all’ennesimo tentativo di cattura, e la nostra Ilaria fu preda ancora della prigionia.

 

Ahimé neanche l’auto dell’agente poteva arrestare la fuga, sfortunatamente non ebbe abbastanza potenza nell’avviarsi ed Angelo iniziò a rincorrerli, nonostante ciò la sua determinazione non bastò per raggiungerli.

L’agente ammanettò il motociclista moribondo e promise che presto avrebbe fatto appello a sostegni imponenti proprio per porre fine a quest’affannosa ricerca.

Certamente non era facile per Angelo tornare indietro senza Ilaria e rivelare di conseguenza la sconfitta della non promessa, ahimé ciò lo rendeva furente.

Durante il cammino per raggiungere il paese, sulla strada apparve un contadino che cavalcava con eleganza un destriero.

Arrivati a questo punto del racconto permettetemi di coinvolgervi!

 

Ognuno di voi può concedere il suo pensiero, per quanto possa apparire assurdo essa è una forma d’avvenimento e dà facoltà di esplorare territori interiori, percorsi inesplorati e scovare nel nostro “IO” gli innumerevoli silenzi a volte appaiono sventure, ma in realtà sono delle opportunità.

Probabilmente Angelo era a conoscenza di tutto ciò ed il suo senso di responsabilità era immenso, anche nella sua più ostentata ribellione.

Donare la libertà ad Ilaria non era solo un attimo di gioia inesauribile, bensì una contentezza senza tempo. Regalarla ci rende coscienti ed elevarne il suo valore ci fa apprezzare la sua preziosità ed esserne privi tarpa ogni ascesa.

 

Miei cari amici, secondo voi Angelo nel veder quel cavallo con l’andatura elegante cosa poteva mai fare?

Aspettare l’agente Alfaro? Tornare indietro dal padre di Tommy e dirgli della sconfitta? Oppure seguire il suo istinto? Ma questo si scoprirà nella prossima puntata.

A voi l'ardua sentenza e nel frattempo vi invio un abbraccio.

Grazie di cuore

Serenella

 

 

 
 
 
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