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usque tandem catilina abuteris patientiae nostrae

 

 

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Post N° 23

Post n°23 pubblicato il 16 Marzo 2008 da elf_8

Era di nobili origini Henri de Toulouse-Lautrec.
La sua educazione scolastica fu tra le migliori, un'educazione raffinata e completa. Grandi uomini del quel tempo ad impartirgli lezione artistiche.
Era  malato Henri. La picnodisostosi gli mangiava le ossa. Gli provocava instabilità e, cadendo di continuo e malamente, si bloccò per sempre la sua crescita fisica.
Era ricco. Poteva avere molte cose. Ma non quello che lui avrebbe voluto e poi l'alcol, l'alcol che lo conduceva in  crisi di visioni, trascinandolo nel baratro senza colore della notte e della perdizione, con il delirio a mordergli gli occhi dello spirito. 

Amava viaggiare ed amava le donne che, a loro volta, non lo riamavano, forse per quel suo aspetto deforme o forse per la vita dissoluta vissuta nei quartieri rossi di Parigi. Le  spiava nel buio della vanità. Le ritraeva senza vita negli occhi in atteggiamenti comuni senza tregua di pietà. Le ritraeva fragili, in pose oscene, nude nel corpo e nell'anima.

La cupidigia nel volti delle maitresse è l'unico sprazzo di realtà, sia pur cruda, che concede a queste donne. Nel loro sguardo il denaro ed il potere. Il dio quattrino che sfrutta e piega i più semplici, i meno abbienti.
Miserrime le donne che con le calze nere, spesso calate, con le gonne alzate, senza pudore vendono quel che possono sognando di morire di mal francese per finire quella squallida esistena.

Donne adagiate l'una contro l'altra ad abbellire le pareti dei bordeli. Loutrec dava ai clienti della case chiuse quello che essi avrebbero voluto. Dava loro quella fantasia erotica del vietato. Quella fantasia che è parte dell'uomo e che, proveniendo dall'istinto più basso, quello della mente intrecciata impuramente con il sesso, rende l'uomo animale. Questo cercavano gli uomini in quei contesti. Lasciavano uscire quella parte nascosta che, essi stessi, ritenevano di dover nascondere dietro una facciata di stimabilità.

E, in quell'epoca,  come molto prima e come adesso gli uomini e le donne sono sempre gli stessi. Cambiano i costumi, cambia il diritto, cambia la vita ma quell'istinto è sempre lì, in agguato dentro di noi.

Loutrec gli ha dato una forma caricaturale, con semplici tratti a volte estremi e violenti. E così ci ha raccontato un pezzetto di vita morendo giovanissimo tra le braccia di una donna che, nel frangente specifico, riversa sul piccolo corpo di lui era anche sua madre. E senz'altro negli occhi aveva dolore e rimorso con le lacrime che le scorrevano sulla pelle liscia del viso.

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Commenti al Post:
dorianobello
dorianobello il 16/03/08 alle 14:42 via WEB
Buona domenica delle Palme... Grillo Parlante
 
 
elf_8
elf_8 il 16/03/08 alle 14:47 via WEB
grazie, anche a te! :)
 
lupettadellenevi
lupettadellenevi il 16/03/08 alle 17:07 via WEB
ciao ...buona domenica...anche se è quasi finita...lupetta
 
tempestadamore_1967
tempestadamore_1967 il 16/03/08 alle 17:14 via WEB
Anche io ti auguro una buona domenica. tempestadamore
 
bruno14to
bruno14to il 17/03/08 alle 00:08 via WEB
Ciao, tratto duro è vero come era dura la vita dell'ambiente che ritraeva. E come era dura la sua vita, trattato come un reietto. Nella donna nuda del ritratto, occhi bassi e sottomissione, c'è forse il tratto del suo rapporto con il mondo. Notte, splendido blog.
 
gianor1
gianor1 il 19/03/08 alle 14:02 via WEB
Nel volume "Sono un bugiardo", Federico Fellini ricorda così Toulouse-Lautrec: "Henri de Toulouse-Lautrec sarebbe stato un grandissimo cameraman; le sue composizioni erano guidate prima dall'intuizione e dall'emozione, mentre la preoccupazione artistica veniva per seconda. Aveva l'intuizione del regista nato. Era una persona estremamente dotata - una grande testa su un piccolo corpo - che trasformò l'infermità in oro, come dovrebbe essere per ogni nevrotico col complesso d'inferiorità, ed io non faccio eccezione."Detto dal genio di Fellini,non può che essere accettato.Serene vacanze Pasquali.Gian
 
lacolpadiesistere
lacolpadiesistere il 23/03/08 alle 23:27 via WEB
molto densa la tua prosa,che sa vivere dal di dentro personaggio e arte,ciao,gianni
 
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