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" Ah, la piazza... " di Carlo Cornaglia


Questa poesia di Carlo Cornaglia l'ho presa dal blog nel quale scrive: " poche chiacchiere ". Quanto è ipocrita un paese dove tutte sono chiese, intoccabili, divine, per statuto adamantine. Un paese dominato da un signore ch’è imputato da vent’anni per lo meno e governa in modo osceno, con un fine solamente . dimostrare che è innocente, non in base alle sentenze, ma sol grazie alle indecenze di cavilli, prescrizioni, trappole, ricusazioni, lodi, leggi su misura, botte a una magistratura che al potere non si prostri. Un paese dove i nostri, ahimé, non arrivan mai: un ploton di parolai sempre pronti ad inciuciare, uno va, giunge il compare, via D’Alema, ecco Veltroni. Non sai se son creduloni, con un come il Cavaliere!, od inetti nel mestiere. Un paese che ha abdicato in favor di un altro Stato a difendere i diritti, arrendendosi agli editti di un signor biancovestito che, ammonendoci col dito, dice: “Questo si può fare, quello no, non ci provare.” Un paese eternamente pronto a aver per presidente un anzian che, pur se arzillo, tende a vivere tranquillo, a metà fra equilibrista ed un po’ cerchiobottista. Ora, in queste condizioni, è normal che Berlusconi non sia l’unico obiettivo. Se Veltroni è remissivo, se il Pontefice romano esce fuor dal Vaticano ed in nom della sharia i diritti spazza via e se il capo dello Stato tende a fare il pensionato, chi per dignità va in piazza sì, col Cavalier s’incazza, ma anche agli altri non perdona: la ministra troppo ‘bbona per non sollevar sospetto, anche visto che il ducetto, pur se settantenne ed over, è apprezzato latin lover. Non perdona il presidente che festeggia incautamente con Mastella e Bassolino, tandem molto birichino nel milieu partenopeo e diventa, ahimé, Morfeo per quell’aria distaccata con cui firma la porcata che del Cavalier farà il signor Immunità. Non perdona Benedetto che ci guarda dentro il letto con gli occhietti inquisitori, si interessa ai nostri amori, se la prende con i gay, per i preti vuol gli sghei e perfin non è contento se moriam senza tormento. Non perdona Walterloo, perdonarlo non si può! In sei mesi dal debutto ha sbagliato proprio tutto: fu sconfitto alle elezioni, inciuciò con Berlusconi, perse Roma capitale e ha officiato il funerale di quei quattro disgraziati dalle Camere cacciati. Se con questi governanti ci incazziam con la Guzzanti o con Grillo o con Travaglio, commettiamo un grave sbaglio: il termometro buttiamo ed il mal non lo curiamo. >>> tizianotrucchi@libero.it