..LE ALI AI PIEDI:-)

Post N° 415


Strage di Erba: c'è pista precisaMigliorano condizioni unico superstiteIl Procuratore capo di Como, Alessandro Maria Lodolini, facendo il punto sulla strage di Erba, ha detto che "le indagini sono aperte a tutte le ipotesi", ma si sta seguendo "una pista ben precisa". Dal marito e padre delle vittime, sarebbero stati forniti elementi utili alle indagini. Intanto Mario Frigerio, unico scampato al massacro, ha dato segni di miglioramento anche se la prognosi resta riservata.L'uomo è rimasto gravemente ferito, ma non sarebbe in pericolo di vita e, se dovesse riprendersi nei prossimi giorni, potrebbe essere in grado di ricostruire i minuti del massacro e forse dare un volto agli assassini. Nulla viene confermato delle indiscrezioni sui contenuti dell'interrogatorio, ma le parole del Procuratore lasciano intendere che Marzouk, nei 90 minuti in cui si è trattenuto al comando provinciale dei carabinieri, ha fornito elementi utili alle indagini. Il giovane ha ribadito ai giornalisti di "non aver idea di chi possa essere stato" aggiungendo, però, "non ho paura di nessuno". Un'affermazione che suona come una sorta di monito a distanza. Almeno questo si pensa in ambienti investigativi. Aveva inoltre definito "animali" gli autori della stage: "Siamo diventati animali a questo punto - ha detto - non si possono uccidere così degli innocenti". E ha aggiunto che con Raffaella voleva trasferirsi a Tunisi dove abitano i suoi genitori.Azouz Marzouk non riesce a capacitarsi di quanto successo alla sua famiglia. Lui era a Tunisi, a trovare parenti, quando ha saputo della tragedia e ora non sa spiegare che cosa possa aver scatenato quella furia omicida abbattutasi sulla moglie, sul figlio di soli due anni, sulla suocera e su una vicina di casa. "Ero in Tunisia - ha subito detto l'uomo agli inquirenti che l'hanno interrogato - e sinceramente non so perché i carabinieri abbiano subito pensato a me dopo la strage. Io non ho nemici, siamo gente perbene, non ho mai avuto problemi con nessuno. In carcere ci sono finito ma per colpa del governo italiano. Sono stato dentro per droga, ma io non c'entravo. Non avevo addosso niente quando ci hanno beccati e mi hanno condannato a 4 anni solo perché ho dato retta al mio avvocato ed ho patteggiato. Non penso che la strage sia stata una vendetta contro di me, non ho fatto nulla di male".Il tunisino ha dimostrato di essere effettivamente all'estero al momento della strage ma resta, però, da capire se si sia allontanato dall'Italia per rendere visita ai parenti, come avrebbe spiegato agli inquirenti, oppure se fosse intenzionato a cambiare aria sentendosi a rischio.