Tom Wake

Da noia a poesia

La noia mi passeggia sulle mani e mi porta qui a parlare (o meglio a scrivere) con il nulla. Un giorno qualcuno leggerà queste parole ed io sarò magari tornato sul mio pianeta, felice che si parli nuovamente la mia lingua. Ma forse anche malinconico di aver lasciato un posto che con il suo dolore, la sua assurdità ha cambiato tanto la mia vita... io gli dono poesia... non importa se non è un linguaggio compreso da voi umani.... dono solo quello che mi date... e di un regalo non si chiede mai il prezzo.

...un secondo prima di rinascere.

Dovrei capire,
ma non so da dove cominciare,
magari spostando il niente
e colorando il nero che mi manca.
A cosa posso
rispondere se non ascolto,
sarebbe utile vivere per caso
ma alcuni incroci non oso attraversare.
Amare? Per cosa?
Per vivere in un sogno già usato?
o essere qualcosa che va oltre,
pensiero di un pensiero appena morto...
Dimmi cosa pensi,
e fallo come ti riesce,
uccidere sarebbe facile stanotte,
ma temo di pagare un prezzo alto
per un crimine mai commesso,
allora fallo tu nel nostro prossimo istante,
in modo che io possa rifiatare,
in modo da capire cosa sono,
un secondo prima di rinascere.

Ancora una volta....

Resto fermo, non fa male,
uno sguardo è perso
e il resto tace,
potrei rivedermi ancora una volta
e decidere sempre la stessa cosa...
non rispondo, applaudi,
le scelte che bruciano il cuore
hanno ancora un ultimo istante
per ucciderci lenti, a mezzo fiato.
Urli, vivi...
e mescoli nella tua angoscia
l'odio e l'amore che cresce,
sputi nel nome che porto,
spazzi nel fondo il mio volto...
amore, amare, è come un gioco,
si perde, si vince, ci si confonde un poco
e quello che vuoi non sempre coincide
con quello che poi si riesce a donare...
uccidi il mio nome,
e prega il tuo Dio,
ancora una volta il dolore,
ancora una volta lo partorisce l'amore.

Piccolo sole.

Corri e non hai fiato,
sorridi appena un pò,
qualcosa resta nell'aria
e il vento la spazza via,
suona un'altra musica
spezza quello che sei
e se ti doni del tempo
cerchi di ucciderti un pò...
dormo, vivo e cammino,
odo qualcosa di strano,
cerco in vano una mano,
rido di quello che sento,
ma poi ti fermi e confondi,
quello che è giusto e sbagliato,
crei parole e le incroci
con finte anime perse...
sai cosa ho letto stamani?
che amare è un gioco di menti,
vivi e non ci pensare
c'è un altro giorno da consumare,
un piccolo sole tra piccole nubi
con altra gente da riscaldare.

Nausea dell'anima...

Nausea...
lo stomaco boccheggia e s'agita,
ed ecco respiri forti,
qualcosa potrebbe aiutarmi,
ma credo sia troppo...
magari mi sveglio e son quieto,
magari...
Vomito...
ho l'anima stesa per terra,
la fisso mi guarda,
capire perchè la rigetto
è un incubo che mi rincorre,
ricordo...
Ricordi?
avevo 10 anni e un quaderno,
piangevo,
e tutto il bene del mondo
era solo un cerotto su di uno sparo...
qualcosa di inutile e vano,
gridavo ad un Cristo distratto...
Capisci?
Non credo...
capisco sol ora che esiste
chi nasce con un buco che mangia,
e resta quel vuoto qui dentro,
e prego...
Prego quel Dio che non parla
di avere pietà del mio ego...
non voglio più scrivere un rigo...
parole ispirate dal freddo...
ho freddo...
E quello che voglio è soltanto
un sorso intenso di caldo...
e quiete... e silenzio... e musica blanda...