Sardinia

Sardegna discarica nucleare? No grazie!


 
Nello studio preliminare nel quale sono indicati i criteri tecnico-scientifici per definire l'area più adatta al deposito nazionale per le scorie radioattive vi é la Sardegna. L’ipotesi che la discarica venga realizzata in Sardegna continua a scatenare polemiche sull’isola. "Il progetto di stoccare le scorie nucleari in Sardegna già oggi sta danneggiando l'immagine dell'isola". I sardi indignati sostengono la battaglia per impedire che la Sardegna si trasformi nella "pattumiera nucleare" del Mediterraneo. La lotta dei sardi mira a salvaguardare il patrimonio naturalistico di un'isola tra le più belle non solo del Mediterraneo che rischia di trasformarsi in un deposito di rifiuti radioattivi che si esaurirà solo fra 300mila anni. La destinazione più probabile del carico mortale sembrano essere le gallerie delle dismesse miniere del Sulcis-Iglesiente. "Bisogna riconoscere la fondatezza delle ragioni delle migliaia di persone che stanno manifestando in Sardegna contro l’individuazione nell’isola del sito nazionale delle scorie radioattive, che è ormai più che un’ipotesi", asserisce il deputato verde Mauro Bulgarelli. "La Sardegna già ospita, suo malgrado, i sottomarini nucleari americani, il cui impatto ambientale è ancora avvolto dal mistero. Forse il sito prescelto per allocare le pericolosissime scorie è davvero sicuro, ma i 30 anni previsti per mettere in sicurezza le centrali sono davvero troppi, tant’è che viene da chiedersi perché non lasciarle dove sono. Troppi anche i rischi di trasporto in un isola, sia per gli abitanti, sia per i lavoratori coinvolti". Migliaia di interventi a cui si aggiungono centinaia di e-mail che esprimono rabbia e annunciano battaglie pacifiche e manifestazioni (cortei, sit-in). L'iniziativa «firma anche tu contro le scorie» ha raccolto in pochi giorni più di 15 mila adesioni, tra personaggi della cultura, dello spettacolo, della politica (tra questi Ermanno Olmi e Marta Marzotto). «Uniamoci costa dopo costa, mano nella mano, ma non permettiamo un simile azzardo. La nostra è una delle terre più antiche, sopravvive a tante altre che vantano uno sviluppo avanzato, e merita e rispetto se non altro per l'anzianità», scrive Stefano. «E' in gioco il futuro economico e sociale dei sardi, il loro diritto alla sicurezza e integrità sanitaria e fisica, il diritto a mantenere intatto il loro territorio e l'ambiente, che è un bene primario, da contaminazioni che ne minerebbero per sempre le speranze di crescita civile, di sviluppo e di progresso».