Sardinia

Marat, un "sardo" che ha fatto la storia.


 
Il rivoluzionario francese, che durante la rivoluzione contese a Robespierre il titolo di uomo più terribile della rivoluzione, si chiamava Jean Poul Mara e pur essendo nato il 25/05/1743 a Boudry (Svizzera), era di origine sarda. Suo padre Giovanni Salvatore Mara era un sardo di Cagliari, ex prete cattolico convertitosi al calvinismo, un uomo colto che parla molte lingue, possiede buone nozioni di medicina e di chimica, e mostra anche un reale talento artistico. Mentre cerca, con l'aiuto della popolazione locale, di aprire un collegio a Bono, un paese del sassarese al centro del dell’isola, ha dei problemi economici che compromettono tutta l'impresa e il suo futuro. Finirà per lasciare la Sardegna per rifugiarsi a Ginevra. Sposa Louise Cabrol dalla quale ebbe numerosi figli. Così i genitori Mara hanno visto nascere e crescere in Svizzera nove bambini, e morire uno di loro. Con i loro mezzi e la loro energia, si sono occupati di integrarsi nelle Comunità svizzere e in gran parte vi sono riusciti . La famiglia Mara ha condotto una vita semplice, cosa che gli ha attirato la simpatia di uomini benestanti, che gli ha dato volte sostegni disinteressati. Jean-Paul ricordava con orgoglio: “Con una felicità poco comune, ho avuto il vantaggio di ricevere un'istruzione molto ordinata nella casa paterna.»Compie i suoi studi in Francia ma soggiorna a lungo a Londra, dove, oltre ad esercitare la sua professione di medico, pubblica opere d'ispirazione rivoluzionaria. Nonostante i successi ottenuti nel campo della medicina e della fisica, l'Accademia delle Scienze lo rifiuta, a causa dei suoi attacchi contro Newton e delle sue appassionate prese di posizione a favore dell'uguaglianza sociale. Nella Rivoluzione francese Marat trova il luogo per realizzare le sue idee politiche e il suo bisogno d'azione: dal settembre 1789 fonda L'Ami du peuple, che diventerà il Journal de la République Française, nel quale egli combatte in solitudine tutti i tentativi di corruzione all'interno del movimento rivoluzionario; la sua intransigenza gli causerà la prigione per due volte e la chiusura del giornale. Deputato alla Convenzione, Marat è abbastanza emarginato dai Girondini, perché sostenitore delle soluzioni rivoluzionarie più radicali: fa decretare la formazione del Tribunale rivoluzionario, è quindi uno dei maggiori responsabili dei massacri del settembre 1792, ed è lui a ottenere il voto per la condanna a morte di Luigi XVI. Questa fama di acceso sostenitore della rivoluzione lo rende molto popolare e gli consente, acclamato dalle sezioni parigine più agitate, di organizzare l'insurrezione del 2 giugno 1793 che provoca la caduta dei Girondini. Il 13 luglio muore assassinato per mano di Charlotte Corday. Marat diviene un martire della Rivoluzione e un simbolo mille volte ripreso dall'iconografia dell'epoca.