Sardinia

In nome della morale


E' vero, è bisognoso, ma sta in una stradaccia. Vada in una bella casa, poi l'aiuteremo.
Esiste a Genova, una Pia Opera che si intitola al Santo della Carità, all'Apostolo per eccellenza e che si propone particolarmente di visitare a domicilio i bisognosi, sovvenendo in ispecial modo quelli che, impossibilitati a pagare la pur magra pigione, sono sotto la minaccia d'uno sfratto o d'un pignoramento. Dell'Associazione fanno parte spettabilissima persone che per nome e per censo appartengono a cospicue Famiglie della città; ogni Parrocchia ha il suo rappresentante che dovrebbe essere in pari tempo II suo protettore. Giorni fa si presenta alla sede della Pia Opera una povera donna vedova, madre di cinque figli — il maggiore (dei quali, quattordicenne, tubercolotico — impossibilitata a lavorare, quasi impossibilitata a camminare per due enormi, spaventosi tumori nella gamba sinistra. La poveretta portava assieme ad una commovente fede del Parroco, una di quelle carte bollate che segnano la condanna suprema e la suprema disperazione del tapino, il decreto di sfratto dai due bugigattoli affittati in vico Gelso numero 5 interno 7, pel mancato pagamento di venti lire. Perché quantunque vedova e carica di figli, la povera infelice fin che aveva potuto aveva lavorato e pagato: il debìto risaliva a due mesi fa, all'epoca cioè, della sua disgrazia. Da allora, per vivere lei e le sue creature, aveva venduto a poco a poco tutte le scarse masserizie — ora dormivano — dormono — per terra perché anche il letto se n'è andato. Tutta questa miseria nera — sei grame creature in istrada, sei bocche affamate — la donna espose, documentandola, ai signori della Pia Opera. E udì rispondersi cosi: Senza dubbio siete disgraziata e veramente meritevole di pietà, ma noi non possiamo far nulla per voi , perché abitate in una strada malfamata dove noi non possiamo venire. Ma diano a me un sussidio, ma lo mandino direttamente al padrone di casa! “ Impossibile: cambiate casa, andate a stare in una contrada rispettabile e verremo ad aiutarvi. — “ Ma come posso cambiar casa se non ho un soldo? “ “ Questo non ci riguarda.” Narriamo il caso perché non è unico: già molte e molte sventurate sono venute a raccontarci piangendo, senza ribellione, senza indignazione, ma rassegnate, umili e avvilite questa ingiuria aggiunta alla loro miseria, tutte le infelicissime habituées delle case d'alloggio che hanno veduto andarsene ad uno ad uno i magri mobili, che giorno per giorno debbono pensare a raccogliere i dieci soldi indispensabili per poter riposare la sera in un letto che a immaginarlo fa raggricciare la pelle — tutte le innumerevoli abitatrici delle tane, dei covi, delle stamberghe, dei magazzeni umidi, delle cantine e dei solai nascosti nei meandri più luridi della città povera, nei vicoli equivoci e perciò meno prezzati dove s'annida la miseria accanto alla malavita bollata, alla malavita ufficiale, alia malavita — istituzione voluta da una necessità di morale e fatta pesare sulla miseria irresponsabile in nome di un'altra morale. Quest'ultima la conosciamo: è sorella di quella che respinge la fanciulla — madre perché non offenda colla testimonianza viva del suo peccato il pudore di questa società così candida che al figlio nato fuori della legge nega il latte e le fasce e la protezione dovuta ad ogni debole — che passa sulle lagrime, sul dolore, sulle tristezze più sacre, sulle miserie più pietose purché nulla offuschi la sua ingenerosa purezza. Non è la morale del Vangelo. Questo é un articolo del Secolo XIX del 22 giugno 1904. Ma siamo sicuri che oggi é meglio, oppure chi ha bisogno d'aiuto, viene trattato allo stesso modo?