Sardinia

Riforme, Prodi sta con Veltroni


Dopo aver incassato la disponibilità di Fini al dialogo non solo sulla legge elettorale ma anche sulle riforme costituzionali e sulle modifiche dei regolamenti parlamentari, Walter Veltroni prosegue il suo giro di consultazioni: domani toccherà all’Udc di Casini, mentre giovedì sarà la volta della Lega. Ma è proprio dal Carroccio che arriva uno stop: «Di riforme costituzionali torneremo a discutere in Parlamento quando riapproderanno in aula a gennaio, ma ora non fanno parte del confronto tra noi e Veltroni», scandisce Roberto Maroni, che come San Tommaso vuole toccare con mano le carte in gioco. «Siamo disponibili a cercare un accordo per fare di tutto per evitare il referendum e dar vita ad una nuova legge elettorale - spiega Maroni - ora vogliamo vedere nero su bianco la proposta di Veltroni, andiamo a vedere il testo». Un paletto che suggella il ritrovato asse Bossi-Berlusconi, sancito ieri sera ad Arcore. Dunque, il cammino per il Pd si fa ancor più in salita: se la Lega manterrà questa linea anche dopodomani, Berlusconi non sarà più il solo, nel centrodestra, a porre la condizione del dialogo sì, ma solo sulla legge elettorale. Posizione ribadita oggi da Paolo Bonaiuti: «C’è voglia di parlare di riforma della legge elettorale e qualcosa si potrebbe avere dal proporzionale, ma per quanto riguarda le riforme istituzionali noi siamo sempre convinti che siano un modo per prolungare la vita del governo». Ma Veltroni non perde il suo ottimismo: dal confronto con l’opposizione «mi aspetto in primo luogo la convergenza sulla riforma costituzionale e sulla modifica dei regolamenti parlamentari. Questa è la prima cosa e per me è la più importante. Poi, sulla legge elettorale vediamo di registrare il maggior numero di convergenze possibili». E a Berlusconi ripeterà «che lo schema prima legge elettorale e poi andare a votare è uno schema che non funziona. E spero che Berlusconi sia d’accordo sull’idea di avere un percorso di riforme istituzionali che possa coinvolgere tutto il Parlamento». Il premier Romano Prodi si definisce «faticosamente soddisfatto» di come procede il dialogo sulle riforme, e giudica positivamente il lavoro condotto dal segretario del Pd: «Ci siamo sentiti anche stamattina e va proprio bene». Il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, spiega: «Naturalmente io sono assai favorevole che ci siano rapporti tra tutte le forze politiche, ma il percorso per fare le riforme deve essere quello istituzionale e in Parlamento», mettendo in guardia dai rischi del referendum: «Si correrebbe il rischio della IV Repubblica francese, con la consegna della crisi della politica all’antipolitica. Dunque, stiamo giocando i tempi supplementari: o non si coglie l’occasione per lo sblocco del sistema o siamo destinati a sprofondare». Infine il ministro per le Riforme, Vannino Chiti, sostiene che occorre «impiegare bene questi 18 mesi. Credo che si possa fare un patto politico sulle riforme con tutti quelli che sono disponibili».(Fonte la Stampa)